Emma Dante torna sul grande schermo con un nuovo dissacrante capolavoro puntando i riflettori su una realtà silente e piena di dolore
Dopo il successo della trasposizione cinematografica dell’opera Le sorelle Macaluso (l’opera del 2014, il film del 2020), Emma Dante arriva nelle sale con Misericordia.
Presentato in anteprima alla 18^ edizione della Festa del Cinema di Roma, il film arriva in poche (ma buone) sale cinematografiche il 16 novembre.
Come spesso accade nelle opere dantiane, la Sicilia fa da cornice all’intera storia: ci troviamo, infatti, sull’Isola, in un borgo marinaro fatiscente, fatto di casupole in pietra grezza, in mezzo a rifiuti e rottami.
Qui, dove le donne fanno le mamme di giorno e le puttane di notte, nasce Arturo (Simone Zambelli), un ragazzo speciale, che cresce con il corpo, ma non con la mente. Arturo vive con le sue “zie” Betta (Simona Malato), Nuccia (Tiziana Cuticchio) a cui si aggiunge Anna (Milena Catalano), in una “famiglia” tenuta insieme dalla casuale crudeltà della vita.
La regista stessa descrive il film come il racconto “di una realtà squallida, intrisa di povertà, analfabetismo e provincialismo, esplora l’inferno di un degrado terribile, sempre di più ignorato dalla società. Racconta la fragilità delle donne, la violenza che continua a perpetuarsi contro di loro, la loro disperata e sconfinata solitudine”.
E come in Le sorelle Macaluso, così in Misericordia, Emma Dante racconta dell’universo femminile, senza filtri, in maniera cruda e fin troppo reale, un universo in cui la presenza degli uomini prende la forma dell’incursione, della violenza, che mai come in questi giorni rispecchia un mondo di cui non vogliamo essere testimoni.
Le donne di Emma Dante sono donne che vanno avanti e che, nonostante tutto, sono piene d’amore, anche se disilluse trovano un modo per superare la crudeltà di cui sono vittime rispondendo al silenzio morte con un brusio vitale che quasi ricorda una risata.
In questa cornucopia di donne di strada si riconoscono alcuni dei volti noti del teatro dantiano, comprese in piccole apparizioni Manuela Lo Sicco, Italia Carroccio e Leonarda Saffi,le protagoniste dell’omonimo spettacolo teatrale.
Queste vite messe sotto i riflettori sono quelle che normalmente stanno nell’ombra, sono sul ciglio di una strada, sono storie di cui tutti siamo a conoscenza, ma che facciamo finta di ignorare. Così Emma Dante denuncia la povertà, la violenza, la disumanizzazione dei corpi femminili.
E Arturo? Lui è la vittima di questo scenario, ma che come simboleggiato al suo nome (la quarta stella più brillante del cielo notturno) è accompagnato dalla sua famiglia a seguire un futuro luminoso, fuori dalle tenebre a cui sono destinate tutte le altre.
Emma Dante, come a teatro, anche al cinema va fuori dagli schemi, mostra quello che non vorremmo vedere, ma anche quello che non ci saremmo aspettati.
Gli affezionati del teatro dantiano avranno sicuramente riconosciuto alcuni leitmotive, come l’attenzione sullo studio del movimento dei corpi, l’uso del siciliano quasi come grammelot e la rappresentazione della famiglia come microcosmo che diventa una sorta di prigione-rifugio. E anche questa volta, dimostra di essere capace di adattare il proprio talento registico al contenitore, il cinema in questo caso.
Ogni dettaglio di questo film è una casella che si incastra perfettamente all’altra: a partire dal primo “puttana” che si sente ancor prima che la storia abbia inizio, arrivando fino ad Avrai (di Baglioni) lanciata sul finale fino ai titoli di coda, dove restano solamente i rumori del mare.
Come in teatro, così al cinema, tassello fondamentale dell’opera dantiana sono gli attori che in questa coralità scomposta riescono a rappresentare la vita con un’umanità disarmante.
Un plauso in particolare a Simone Zambelli che vince la sfida della doppia interpretazione: meraviglioso a teatro, dove interpreta Arturo insieme al trio Lo Sicco-Carroccio-Saffi, e al cinema in cui trasporta sul grande schermo la sua incredibile fisicità e porta Arturo nel cuore degli spettatori.
(Nei titoli di coda risalta anche un nome nell’elenco degli attori bambini, quello di Dimitri Maringola, figlio della regista e del marito Carmine, che nel film veste i panni di Enzo).
Quel che è certo, è che impossibile terminare indenni un’opera di Emma Dante. Il malessere della verità e la crudeltà dell’umanità che mostra così “semplicemente”, sono in grado di far a pezzi anche il più algido dei cuori.
Grazie Emma, per l’arte doni.
Misericordia di Emma Dante – Sceneggiatura di Emma Dante, Elena Stancanelli, Giorgio Vasta – con Simona Malato, Milena Catalano, Simone Zambelli, Tiziana Cuticchio, Fabrizio Ferracane, Carmine Maringola, Sandro Maria Campagna, Marika Pugliatti, Georgia Lorusso, Rosaria Pandolfo – Musiche: Gianluca Porcu – Montaggio: Benni Atria – Fotografia: Clarissa Cappellani – Anno 2023 –