È andata in scena al Teatro Planet di Roma, Mirra di Vittorio Alfieri. Regia e adattamento di Luca Guerini
L’adattamento contemporaneo della Mirra di Vittorio Alfieri ha portato in scena una versione interessante della tragedia, trasportandola in un contesto natalizio. Un contrasto netto tra l’atmosfera di festa, simbolo di serenità e unione familiare, e il dramma che si consuma tra le mura domestiche.

Nonostante la modernizzazione della messinscena, il linguaggio ha mantenuto la sua matrice aulica e poetica, restando fedele all’originale. Gli attori, vestiti con pigiami natalizi, si muovono in uno spazio che rappresenta sia i preparativi del Natale che quelli del matrimonio di Mirra e Pereo, il promesso sposo. La giovane protagonista, interpretata dalla bravissima Caterina Miccoli, è consumata da un amore segreto e devastante. Fin dall’inizio, mentre il pubblico prendeva posto, Mirra entra in scena vestita di bianco, silenziosa, seduta in un angolo e immersa in un’angoscia profonda e palpabile. Un’apertura che crea fin da subito, un forte impatto emotivo e una tensione destinata a crescere, come un’attesa di qualcosa che sta per succedere.
Uno degli elementi più interessanti dello spettacolo è il coinvolgimento diretto col pubblico. Gli attori si muovono tra gli spettatori, li guardano negli occhi, li interrogano, abbattendo la distanza tra platea e palcoscenico e trasformando il pubblico in testimone attivo della tragedia. Una scelta che ha reso ancora più evidente l’universalità del dramma di Mirra: un racconto simbolico che, in chiave psicoanalitica, richiama il complesso di Elettra, ovvero il legame profondo e irrisolto della figlia con la figura paterna e il conseguente rifiuto di ogni altro amore che non sia l’idealizzazione del proprio padre.
La narrazione si sviluppa in un flusso continuo, privo di pause che potrebbero interrompere l’intensità del racconto. Ogni scena si fonde con la successiva, creando un percorso che scivola inesorabilmente verso il suo culmine, senza momenti di stasi. Gli attori sono pieni di energia, dando vita ai loro personaggi con una vivacità che travolge lo spettatore. Ogni movimento, ogni gesto, sembra carico di significato e contribuisce a mantenere alta l’attenzione dando forma all’intensità emotiva del racconto. Il dramma si intreccia come un fiume che scorre tra le azioni, talvolta impetuoso, talvolta più calmo, ma sempre presente.
La tragedia si chiude con un atto estremo di disperazione: Pereo, interpretato da Lorenzo Capineri, incapace di comprendere il tormento di Mirra e sentendosi escluso dal suo amore segreto, sceglie di togliersi la vita. Subito dopo anche Mirra segue il suo gesto, schiacciata da un desiderio che la devasta interiormente, si arrende alla sua sofferenza, rivelando finalmente al padre, al culmine della loro violenta lite, il segreto che l’ha consumata. Questa confessione provoca un impatto emotivo profondo nel pubblico e arriva all’apice del dramma. La morte dei due giovani sposi, diventa così il simbolo della distruzione di ogni relazione affettiva sana, soffocata da conflitti interiori mai affrontati e mai superati. La tragedia invita alla riflessione sulla condizione umana, su come ciascuno di noi sia portatore di un dramma interiore che logora i legami e impedisce la realizzazione affettiva alla quale tutti aspiriamo.

Originale la regia, capace di restituire la potenza tragica del testo senza rinunciare a una sensibilità contemporanea, creando uno spettacolo che colpisce per la sua attualità e intensità. In questa rilettura, Mirra non è solo un dramma del passato, ma una storia che continua a interrogare e scuotere, dimostrando quanto le tragedie antiche possano ancora parlare all’oggi con forza inalterata.
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Mirra di Vittorio Alfieri – regia di Luca Guerini – con Caterina Miccoli, Lorenzo Capineri, Simone de Rose, Roberta Sarti – Musiche di Marco Battiston – Realtà Teatrale Skenexodia – Teatro Planet 9 febbraio 2025