Domenico Modugno e il rifiuto dell’identità pugliese
Domenico Modugno per i pugliesi era Mimì o U r’zill, Il ricciolino.
Nato a Polignano a Mare, in provincia di Bari, il 09 gennaio 1928 e cresciuto a San Pietro Vernotico dove il padre aveva trovato impiego nei vigili urbani.

Domenico Modugno nel film “Cosa sono le nuvole?” di Pier Paolo Pasolini – © Web
Dopo una lunga vita trascorsa in mare tra i gozzi dei pescatori, nelle vie di Polignano e nella semplice vita provinciale, decide di sfidare se stesso lasciando tutto e trasferendosi a Roma in cerca di fortuna.
Il caso vuole che Modugno riceva l’abbraccio dal mondo del cinema nelle apparizioni dei film di Pier Paolo Pasolini, Eduardo e Vittorio De Sica. Persino a teatro riesce a trovare il suo posto nel mondo, lasciando un’indelebile interpretazione ne Rinaldo in campo con Delia Scala nella commedia musicale realizzata dal mitico duo Garinei-Giovannini.
Come il padre, Modugno aveva una grande voce e pian piano si era insinuata in lui l’urgenza di far conoscere la sua melodia e le sue canzoni.
Il cambiamento identitario arriva nel 1952 con il film Carica erotica che lo vede protagonista nei panni di un siciliano. Il film ebbe molto successo in Sicilia tanto che l’allora direttore della Radio siciliana Fulvio Palmieri propone a Modugno di presentare un programma dedicato alla Sicilia.
Per i pugliesi il rinnegamento della propria identità per abbracciarne un’altra arriva come una pugnalata allo stomaco e per molto tempo serbarono rancore al giovane Modugno, accusandolo di aver assunto l’identità siciliana per convenienza e per garantirsi maggior successo nel suo esordio artistico.
Per Mimì è solo l’inizio di una lunga e luminosa carriera nel mondo della musica: con la canzone Nel blu dipinto di blu, Modugno tocca davvero il cielo con un dito, tanto che nel panorama mondiale per tutti diventa Mr Volare e arriva a vincere due Grammy Awards nel 1959 come Miglior Registrazione dell’anno, Miglior Canzone dell’anno e Miglior performance vocale maschile.
In Italia invece, il suo linguaggio è puramente siciliano, unico nella sua poliedrica interpretazione delle sue canzoni intonate e si mostra molto somigliante al dialetto pugliese.
Il cantante de L’uomo in frac si destreggia col suo siciliano nella canzone Malarazza, brano estrapolato dalla versione originale di un sonetto siciliano scritto da un poeta anonimo che Dario Fo aveva inserito nel suo spettacolo Ci ragiono e canto del 1973, lo stesso Fo che nel 1977 cita Modugno per plagio per l’utilizzo del suo riadattamento del sonetto nella canzone Malarazza. La canzone sembra avere i colori di un inno del Sud per l’impeto puramente carismatico e potente trasmesso nell’interpretazione della canzone stessa, lo stesso impeto ritrovato nella canzone Lu pisce spada, il racconto straziante di due pesci spada, rispettivamente un maschio e una femmina, che si dicono addio poiché stanno per esser vittime delle rispettive Mattanze, il tradizionale rito siciliano in cui venivano uccisi i tonni e i pesce spada intrappolati nelle rete e torturati con delle lunghe fiocine tirate dai pescatori. Un martirio sofferente per i due mammiferi che sembrano provare dei sentimenti umani nel momento prima di esser fatalmente colpiti.

La statua di Domenico Modugno a Polignano a Mare – © Web
Col dialetto siciliano ha potuto giocare molto con le tematiche, dalle tonalità fiabesche de Lu grillo e la Luna alla descrizione del profilo identitario della donna mediterranea ne La Donna riccia, ma la Puglia per lungo tempo si è sentita tradita da Modugno per avergli voltato le spalle e per non aver potuto raccontare della sua terra, anche se si cela tutta l’amarezza e il dolore nel lasciare il Sud, un sentimento che conosce molto bene, e in Amara Terra Mia arriva tutto il tormento di chi ha lasciato la propria terra per avventurarsi altrove.
Dopo la scomparsa di Modugno nel 06 agosto 1994, Polignano a Mare ha voluto voltare pagina e perdonare il cantante, omaggiandolo con una grande statua con le braccia rivolte verso il cielo come era solito interpretare Nel Blu dipinto di blu, in tutta la sua leggerezza. Molte poi sono le attività e gli eventi a lui dedicate volte a far riecheggiare ancora una volta la voce di Domenico Modugno.
Le canzoni sopracitate:
Domenico Modugno – “Nel Blu dipinto di blu” – tratta dall’album “Nel Blu dipinto di blu/Nisciuno po’ sapé” – Fonit – 1958
Domenico Modugno – “Malarazza” – tratta dall’album “Malarazza/Né con te né senza te” – Carosello – 1976
Domenico Modugno – “Lu pisce spada” – tratta dall’album “La donna riccia/Lu pisce spada” – RCA Italiana – 1954
Domenico Modugno – “Lu grillo e la luna” – tratta dall’album “Tutto Modugno Vol.2” – RCA Italiana – 1972
Domenico Modugno – “La donna riccia” – tratta dall’album “La donna riccia/Lu pisce spada” – RCA Italiana – 1954
Domenico Modugno – “Amara Terra Mia” – tratta dall’album “Con l’affetto della memoria” – RCA Italiana – 1971