La mostra di Carla Pugliano in esposizione al Palazzo Velli Expo di Roma
Nel cuore di Trastevere c’è un posto che puo’ sfuggire dalle camminate a passo svelto troppo frettolose, di transitoria noncuranza, ma in via Piazza di S. Egidio, 10 a Palazzo Velli Expo, location per esposizioni, eventi, mostre, convegni, c’è da fermarsi, riprendere fiato e introdursi internamente. Nelle sale si sgombra la mente dal tentennare fastidioso dei pensieri, affidandola al dondolio rilassato di perlustrazioni fascinose. Tenendo i piedi fuori dall’entrata è ancora presto per sapere che al piano di sotto c’è una rassegna pittorica ragguardevole. La mostra che ha forgiato il quartiere romano si chiama “Mimesis”, imitazione della forma ideale della realtà, di cui l’arte è la migliore prova.
La pittrice è Carla Pugliano, dalla vena artistica fluida che si emancipa dal qualunquismo rappresentativo. Le opere di Carla affrontano da Varese viaggi su viaggi per poter prendere parte a mostre aperte al pubblico, presidiate da importanti critici d’arte quali Vittorio Sgarbi.
Mimesis è stata visitabile dal 24 al 29 ottobre 2023. L’8ª Edizione dell’Art week- settimana dell’arte contemporanea a Roma, da buona occasione fertile, ha fatto proliferare creatività multiformi.
Scese le scale si enuncia uno scenario esaltante che se si volesse immagazzinare visivamente nei dettagli e nell’essenza rifinita, ci sarebbe bisogno di bulbi oculari più grandi, a voler raccogliere in un solo istante il panorama di tele incandescenti.
Le opere già da una disimpegnata osservazione fatta a distanza, appaiono esaurienti. Provengono da uno stile impressionista, influenzato dall’arte barocca e dalla pittura del Romanticismo e del Simbolismo, con una tendenza a un destrutturalismo dei contesti. Dal 2018 al 2020 l’artista ha partecipato al corso di Pittura a Olio presso il Maestro Francesco Murano di Varese, nel 2020 ha conseguito il Master accademico di livello internazionale con il Maestro Roberto Ferri.
Le protagoniste di Mimesis sono figure umane, molte donne, meno uomini, che in coro fanno sopralluogo dal bianco delle pareti. Si aprono una breccia di chiaroscuri per facilitare il contatto visivo con chi le osserva, lo fanno parallelamente, facendosi notare per i significati seri che hanno, nessuno lo si può dare per scontato.
Incantevoli corpi senza veli.
Vedendo i quadri si viene pervasi da un affetto nei loro confronti, come se ci fossero raffigurate persone in carne e ossa. Succede perché queste persone sembra di conoscerle, riconoscendosi con quelle che abitano la coscienza del visitatore, le sue personalità. Si sente lo sforzo fisico nelle pose contorte in cui si cimentato e la foga che ne determina espressioni corrugate o placide.
Un segreto tiene nascosta nella maschera blu, come le vene, e nella maschera rossa, come le arterie, la vera identità delle “Affinità elettive”, 100×100 cm, che va vista attraverso l’istintività. A chi sembrano due donne in un’intesa sentimentale o una figura materna e la propria figlia, a chi un legame forte fra un uomo e una donna propensi a scambiarsi più del solo tocco visibile per cui spiccano. Interpretazioni diverse che partono da occhi diversi ma che vedono le stesse identiche pennellate penetranti.
Due Nemesi, (distribuzione del Fato, Giustizia Compensatrice o Riparatrice, o anche Giustizia Divina) spoglie di paure e vestiti in “Nemesi arancio” e “Nemesi blu”, 120×100 cm, spruzzano tintura da tutti i pori, i diretti interessati la usano per cercare di coprirsi la pelle, facendo da scudo ai giudizi ostili che gli possono essere gettati addosso.
“Blood flowers”, 90×80 cm, vuole rimarcare la progressiva tragicità dei femminicidi, l’odio spietato della violenza sulle donne addirittura fuoriesce dalle fiamme roventi che tramutano in sangue carminio, urla silenziosamente al dolore, estremamente divampante.
“Identità sospesa” professa il “ritrovarsi”, lo stare da soli, il recuperare fiducia per andare oltre le macerie di un’anima spezzata. In secondo piano le Moire –Cloto, la ‘filatrice’ della vita; Lachesi, la ‘fissatrice della sorte’ toccata all’uomo e Atropo, la ‘irremovibile’ fatalità della morte– tentano di deviare la sagoma ricurva su se stessa per farla arretrare nelle tenebre invece che avanzare verso la luce di un nirvana.
Anime, sono sempre le anime che parlano nelle immagini. Se non si provano le stesse emozioni delle anime, disciolte in olio, le si riesce a guardare ma non ascoltare da dentro. Dando per assodato questo presupposto è impossibile che ciò non accada.
Mimesis di Carla Pugliano. – Curatore: Carmen D’Antonino – Organizzazione: direzione artistica Valeria Cirone Apertura: 24/10/2023 Conclusione: 29/10/2023