Milano celebra l’incanto di Casorati

A Palazzo Reale, una retrospettiva imperdibile che ripercorre l’arte del maestro del realismo magico, tra simbolismo e Rinascimento, svelando un dialogo senza tempo

A più di trent’anni dall’ultima grande mostra dedicata a Felice Casorati, Palazzo Reale a Milano ospita una grandiosa retrospettiva dedicata a uno degli artisti italiani più influenti del Novecento. Dal 15 febbraio al 29 giugno 2025, è possibile immergersi nelle eleganti atmosfere di Palazzo Reale, grazie alla mostra CASORATI curata da Giorgina Bertolino, Fernando Mazzocca e Francesco Poli, in stretta collaborazione con l’Archivio Casorati.

Conversazione platonica, olio su tela, 1925

Attraverso un percorso biografico e tematico, emergono le affascinanti atmosfere che hanno reso Casorati uno dei più importanti esponenti del realismo magico, sebbene lui non avesse mai dichiarato la sua appartenenza a questa corrente. L’allestimento mette in luce il legame storico dell’artista con la città meneghina, che negli anni ‘20 rappresentava il fervore del mercato artistico italiano.

Suddiviso in quattordici sale, l’intero percorso intende mostrare, a partire dagli esordi del 1907 alla Biennale di Venezia, la vita pulsante e integrale dell’opera artistica di Casorati, fino a un omaggio al suo legame con la città di Milano negli anni ‘50.

Il successo alla Biennale del 1907 rappresenta il primo vero esordio nel panorama artistico italiano dell’artista. Con l’opera Le vecchie, Casorati mostra i primi germi di un’indagine psicologica e compositiva, che si intrecciano nella realizzazione di figure che rivelano lo studio degli antichi maestri del Rinascimento. A partire dagli anni ‘10, Casorati sviluppa un interesse verso il Simbolismo, che si stava affermando come corrente a livello europeo, questo avvicinamento gli consente di sperimentare, a livello plastico e grafico, l’indagine sulle figure immerse nel mondo onirico simbolista. Nel corso di questi anni a Verona, l’arte di Casorati progredisce affrontando diverse tappe, per arrivare, verso l’inizio degli anni ‘20, alla conquista dello stile che lo rende riconoscibile ancora oggi. Nella solitudine delle figure, sospese in spazi mentali, si esprime l’angoscia e il male di vivere esistenziale, che riflettono la condizione psicologica e sociale di un’epoca. Le opere esposte, L’attesa e Mattino, segnano questo passaggio di maturazione nel percorso dell’artista.

In seguito alla Prima Guerra Mondiale, lo stile di Casorati acquisisce un rimando ai grandi maestri del Rinascimento. In particolare, nelle opere Le uova sul cassettone e Silvia Cenni, si può notare la conquista di una nuova luce, che deriva dagli insegnamenti di Piero Della Francesca. Attraverso l’adozione di uno stile che si potrebbe definire neorinascimentale, Casorati mostra tutta la sua contemporaneità, lasciando trasparire, dalle pennellate che sembrano provenire da un’altra epoca, il pensiero della crisi della società italiana nel primo dopoguerra.

Il percorso continua con un omaggio all’amicizia e alla collaborazione artistica tra Casorati e il grande mecenate Riccardo Gualino. A celebrare questo sodalizio, sono esposte una serie di opere che resero noto l’artista come abile ritrattista, in questa fase, si assiste anche all’evoluzione della sperimentazione dell’artista verso le arti applicate. Nel 1924, il mecenate affida il progetto della costruzione del teatro privato presso la sua abitazione di Torino a Casorati e all’architetto Alberto Sartoris. È in questa occasione che l’artista ha l’opportunità di mostrare la sua natura di artista poliedrico. Sempre nel 1924, Casorati espone una serie di opere alla Biennale di Venezia, a cui è dedicata un’intera sala. Questa esposizione consacra, a livello internazionale, la deriva classica dello stile casoratiano: con campiture piatte, volti levigati, una luce diffusa e irreale, i personaggi di queste opere sembrano abbandonati in un tempo e luogo indefiniti. Tra queste opere, Meriggio si configura come una delle più ammirate e discusse alla Biennale del 1924.

La tappa seguente del percorso espositivo si concentra sulle Conversazioni platoniche, un progetto nato per caso, che susciterà grande scalpore e mostrerà un cambiamento nello stile dell’artista. La prima Conversazione platonica risale al 1925, in seguito, la figurazione nelle opere di Casorati muta, trovando, in una diversa resa dei colori e della materia, un nuovo spunto di riflessione. Il rinnovamento dello stile pittorico dell’artista viene segnato dallo stesso Casorati con l’indicazione “Primavera”, che l’artista aggiunge ai titoli di due sue opere: Aprile e Ritratto di fanciulla. Durante la Biennale del 1930, vengono esposte le opere che resero evidente alla critica il cambiamento nello stile casoratiano: la luce, che ha perduto ogni effetto naturalistico, ora illumina una nuova scelta dei colori, creando un’atmosfera quasi fiabesca.

Dal 1933 al 1937, Casorati realizza una serie di capolavori, a cui è dedicata una delle ultime sale del percorso. Opere di rilievo come Daphne a Pavarolo e Donne in barca rimangono, ancora oggi, nell’immaginario collettivo come alcune delle opere più emblematiche delle atmosfere del grande artista.

Passando attraverso le figure enigmatiche dei Narciso di Casorati e la sua passione per la sperimentazione compositiva, che negli anni del secondo dopoguerra rappresenta una cruciale ricerca, approdiamo verso l’ultima sala, che rappresenta il motivo principale dell’esposizione, ovvero il rapporto tra l’arte di Casorati e la città di Milano. Questa relazione si esprime nella collaborazione tra Casorati e il Teatro alla Scala, a partire dal 1942 per dieci anni l’artista piemontese si dedicò ad un’attività di produzione di costumi e scenari per le maggiori produzioni del più importante teatro milanese. Attraverso la sperimentazione per il teatro Casorati ebbe modo di dare vita a quelle atmosfere sospese e quelle figure da lui pensate, che sono state, per una vita, solo immobili.

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 Casorati – A cura di Giorgina Bertolino, Fernando Mazzocca e Francesco Poli – Palazzo Reale – Milano dal 15 febbraio al 29 giugno 2025