Cerca

Max Pisu protagonista a teatro: l’attualità dei classici e la nuova comicità ai tempi del web

“Sarto per signora” tra risate, tradimenti e identità: un racconto con il fascino senza tempo della commedia degli equivoci

A volte ritornano. Si dice perlopiù riferendosi a persone, ma nel caso del dottor Moulineaux si tratta del suo spirito da Don Giovanni. Dopo una giovinezza dissoluta, spera nella tranquilla vita matrimoniale con Yvonne, ma la tentazione è forte e la carne debole. Intraprende così una relazione con una delle sue pazienti ed è nel momento in cui la moglie scopre di questo suo ennesimo tradimento che prende il via la rocambolesca scia di equivoci e risate che è Sarto per signora. La commedia in tre atti del 1886 scritta da Georges Feydeau, una produzione Associazione Culturale Genta Rosselli ETS e Produzioni Teatrali MC Sipario, sarà in scena domenica 28 giugno al Teatro Tor Bella Monaca di Roma in un nuovo adattamento firmato da Giorgio Caprile, mentre la regia è di Marco Belocchi, entrambi parte del progetto anche come attori insieme a Cristina Sarti, Valentina Maselli, Tania Lettieri e Luca Negroni. Chiara Salerno interpreta la protagonista femminile, mentre nel ruolo del dottor Moulineaux c’è chi del far ridere gli altri ne ha fatto un mestiere e anche da parecchio tempo. Max Pisu, celebre al grande pubblico per la sua partecipazione a Zelig con il personaggio di Tarcisio, ci ha raccontato di Sarto per signora e non solo. Una chiacchiera tira l’altra e la riflessione sulla comicità al tempo del web è servita.

Descrivimi Sarto per signora in poche parole.

Ah i francesi sono bravissimi con fraintendimenti, equivoci, intrecci amorosi! È una commedia classica, ambientata a fine Ottocento, dove si ride – perché di questo c’è bisogno oggi – si riflette ed è facile immedesimarsi. E la risata, la leggerezza, facilitano questo tipo di immersione. Chiaro che il tradimento di per sé è un fatto drammatico, ma da dove nasce la comicità se non dal dramma?

Chi è il dottor Molineaux? Qual è stato il tuo approccio nei suoi confronti?

Un bugiardo per natura. Medico nella realtà, si finge sarto per intrattenere relazioni con diverse signore inventando qualsiasi scusa. Per quanto riguarda l’approccio al personaggio è la mia natura di comico che mi permette di interpretarlo al meglio.

Il genere della commedia degli equivoci sembra non passare mai di moda. Secondo te perché?

Sono meccanismi che si ripetono, cambia solo il contesto, ma l’attualità di temi e dinamiche è facilmente riscontrabile. Invito le persone a venire a teatro.

A tal proposito, di solito che tipo di pubblico vedi seduto in platea?

Adulto. Per invogliare i giovani bisogna partire dall’educazione nelle scuole e non per forza da spettacoli pesanti che potrebbero sortire l’effetto opposto.

Da diverso tempo sei lontano dalla tv. Una tua scelta o circostanze della vita?

Penso sia stata un’esigenza della mia persona. Ormai faccio teatro da vent’anni, ma quando ho iniziato (grazie a Marco Rampoldi che l’ha voluto per Nudi e crudi, nda.) avevo bisogno di nuovi stimoli e di far vedere agli spettatori che dietro il Tarcisio di Zelig c’era Max Pisu. Fortunatamente oggi è così. Vengo riconosciuto con il mio nome, ma non rinnego certo quel personaggio che mi ha dato così tanta popolarità, anzi lo uso come bis nei miei spettacoli. Oggi poi tutte le trasmissioni comiche sono surrogati di Zelig, ma darei una possibilità alla Gialappa e a Lol se mi chiamassero.

Oggi si parla tanto di stand up comedy. Che ne pensi di questa nuova frontiera della comicità?

Io non la definire così, quello che si fa oggi lo facevo già trent’anni fa. Probabilmente si è sdoganato un certo tipo di linguaggio, anche volgare. Il fatto è che il comico deve saper far ridere, lo stand up punta a spiazzare.

Molti di questi giovani talenti fanno la gavetta sui social. Che valore gli dai?

Io ho iniziato nei cabaret e così tanti miei colleghi, quando si saliva sul palco di Zelig tutti avevamo già tante serate nei locali alle spalle e un repertorio già rodato. Il web non ti dà il riscontro immediato del pubblico e di conseguenza non sai se in piazza funzionerai o meno.

Ma qualcuno della nuova generazione che ti piace c’è?

Certo che c’è. Mi vengono in mente Francesco De Carlo, Luca Ravenna e dal vivo anche Angelo Duro.

Prossimamente reciterai per la prima volta con tuo figlio nella commedia Sinceramente bugiardi. Un consiglio che gli hai dato?

Quello che in realtà darei a ogni giovane che vuole intraprendere questa strada. Sa che, per chi come lui è uscito da un’accademia, la strada è più dura, ma già fare quello che piace la ritengo una gran cosa. Continuare a perseverare nella propria passione è la chiave per riuscire.

error: Content is protected !!