L’arte come comunicazione e riflessione attraverso il nome: le opere di Maurizio Sangineto.
Per avere in mano la propria vita, si deve controllare la quantità e il tipo di messaggi a cui si è esposti, lo dice lo scrittore americano Chuck Palahniuk e non c’è frase più vera e aderente agli obiettivi che emergono da serie di quadri singolari e caratteristici, delle vere e proprie raffigurazioni creative di ciò che ci circonda. La firma su di esse è quella di Sangy, nome d’arte di Maurizio Sangineto, artista, comunicatore, naming specialist, imprenditore vicentino, che nel corso di queste settimane, ha portato in mostra una novità importante.
L’essenza dell’arte di Maurizio Sangineto risiede nella centralità assoluta data al nome e all’utilizzo di elementi e riferimenti quotidiani, proposti però in maniera inedita, originale ma soprattutto attuale. L’intento è proporre un tipo di arte che, attingendo dallo stile pubblicitario, vuole far pensare, scuotere, vuole attirare l’attenzione per attivare la riflessione, il dubbio, la comprensione.
In questo consiste la sua Advart: la nuova categoria artistica di Sangy, capace di ribaltare il conosciuto per arrivare a comporre, sulla tela, messaggi e contenuti potenti e importanti, inaspettati. L’arte entra nella pubblicità e il risultato non è la promozione economica, ma lo stimolo al pensiero e alla critica, ad una maggior considerazione di ciò che permea la vita.
I messaggi di Maurizio Sangineto traggono la loro origine dalla quotidianità generale: nascono così opere come quelle esposte, qualche settimana fa, al Brixia Forum di Brescia in occasione di Futura Expo una delle più importanti manifestazioni fieristiche in ambito ambientale e sostenibile. Emergensea!, Emission Impossible, Pain Forest, The snow must go on, la significativa King Gong, LDV. Ma altrettanto importanti sono le rappresentazioni che Sangy, negli anni, ha realizzato, come VeryNice, divenuta oggi opera museale ai Musei Civici di Venezia.
Emergenza climatica, ambientale, critica al consumismo, ma anche sguardo rinnovato su ciò che abita l’oggi: queste tematiche attuali e la modalità di fare arte di Sangy sono trasportate grazie alla semplicità, mai banale, delle rappresentazioni, all’immediatezza delle immagini scelte e del nome, talvolta spiazzante che racchiude il senso autentico dell’opera. Di fatto, il titolo è l’opera stessa. Il nome comunica già tutto, privo di fraintendimenti e ambiguità, arriva dritto al bersaglio indicato dal suo autore. Tutto questo passa, visivamente, quasi con urgenza, a sottolineare lo stato e la lenta discesa del mondo, ma anche la necessità di cambiamento, che parte solo dalla consapevolezza.
Pannelli con soggetti conosciuti, loghi modificati, frasi ad impatto che rompono gli schemi, accostamenti impensati, inserimenti che apparentemente sembrano lontani, colori vivi e vividi, sigle stravolte: l’esterno entra per trovare orientamenti nuovi, per indirizzare lo sguardo altrui verso vie diverse da quelle già segnate e conosciute. L’originalità di quest’artista sta in questo: riporta quello che si pensa di sapere sotto forme alternative, per riflettere, sorprendere in senso critico.
Le opere si caricano di potenza comunicativa, espressiva e anche emotiva, diventano mezzo e veicolo di significati legati all’oggi, assumendo slancio concreto e pratico. E a proposito di “fare”, a Brescia, Sangy ha voluto portare la sua novità artistica, un’avanguardia vera e propria.
Per la prima volta, è stata esposta la sua Original sky: un’opera in grado di assorbire anidride carbonica, grazie a una vernice brevettata.
Original sky consiste in un ribaltamento drastico di concetto e di nome: “sky” non è la piattaforma televisiva, ma il cielo autentico, azzurro, limpido, attraversato da numerose nuvole. Lo “sky original” (le serie tv) lascia il posto all’Original sky, dotato del suo senso primario, originale appunto, e di una particolare nanotecnologia, sulla tela, capace di assorbire CO2.
Quest’opera riflette gli obiettivi del suo artista: fare un passo in più, proporre un percorso nuovo, indicare un senso alternativo tramite la forza del nome, l’impatto della sua sintesi e della sua essenzialità.
L’impegno di Maurizio Sangineto non si arresta qui: oltre ad avere l’intenzione e la volontà di realizzare ogni sua opera con questa innovativa nanotecnologia, le porte di altri eventi, nei prossimi mesi, a Milano e sul lago d’Iseo, si apriranno e accoglieranno nuovi contributi artistici dall’artista vicentino.
Con queste opere ma soprattutto con i nomi, Sangy riesce a trasmettere la sua personale visione, la necessità di tornare con la mente e lo sguardo verso l’altro e l’esterno, focalizzando l’attenzione per il riconoscimento. Il riconoscimento di se stessi in un mondo difficile, sofferente, sotto un cielo, quello vero, che si fatica anche solo a vedere. Con il riconoscimento, c’è salvezza e l’arte, come in questo caso, ne è il mezzo fondamentale e autentico.
Immagine in evidenza/di copertina: @sangyartist