Dal 2010 alla guida del teatro romano, l’attrice costruisce un ampio e variegato cartellone per il 2025/2026. Come da tradizione, le coordinate del viaggio sono arte, ricerca e futuro.
Voce calma, posata, in grado di trasmettere tranquillità e contemporaneamente determinazione. «Un tempo dicevano fossi cattivissima, ma in realtà mi arrabbio molto poco» dice Manuela Kustermann, attrice e direttrice artistica del Teatro Vascello di Roma dal 2010, dopo la morte del suo compagno di vita e d’arte Giancarlo Nanni. La raggiungiamo al telefono, mentre è già intenta a studiare il copione di Antigone di Jean Anouilh in cui interpreta la nutrice. Adattato da Roberto Latini, lo spettacolo fa parte del cartellone 2025-2026 del teatro situato in zona Monteverde Vecchio della Capitale (sarà in scena dal 21 al 30 novembre). Classici, graditi ritorni e un ampio ventaglio di generi lo compongono. In una parola si tratta di intraprendere un viaggio avendo come compagni d’avventure linguaggi, visioni e sperimentazioni. Le coordinate di navigazione? «Teatro d’arte, di ricerca e di futuro» dichiara Kustermann che, presentando il programma, definisce il Vascello «un microcosmo culturale inquieto e irrinunciabile. Un avamposto. Un punto fermo nel vortice».
Hai definito la stagione un attraversamento. Cosa intendi?
Mi piaceva questa parola. Offriamo un gamma di spettacoli abbastanza diversi: dal teatro etico a quello civile e di denuncia passando per le favole, monologhi, poesia e tragedie rivisitate. Per spiegarlo al meglio mi viene in mente proprio quella che sarà la scenografia di “Antigone” di Latini, cioè una strada, da percorrere attraverso vari generi, temperature e stili.
Cosa vedrà il pubblico di nuovo? Citami qualche titolo.
A Place Of Safety – Viaggio nel Mediterraneo centrale della compagnia Kepler-452, dal 26 al 28 settembre, regia e drammaturgia di Enrico Baraldi e Nicola Borghesi, si inserisce perfettamente nella contemporaneità. A seguire con Lunch with Sonia, 1 e 2 ottobre, creazione e regia di Federico Restrepo e Denise Greber, in collaborazione con Loco7 Dance Puppet Theatre Company, ci saranno dei burattini sul palco azionati dagli attori. E poi grazie alla partnership con Romaeuropa Festival avremo i rappresentanti più importanti delle nostre compagnie giovani. Il 18 e 19 ottobre saranno i giorni del progetto L’analfabeta di Fanny&Alexander, mentre dal 21 al 26 ottobre toccherà a Frankenstein (a love story) e A History of Hate della compagnia teatrale Motus e dal 28 al 30 ottobre ospiteremo La diva del Bataclan del quattro volte premio Ubu Gabriele Paolocà.
In programma ci sono anche artisti di spicco del panorama teatrale italiano.
Assolutamente, ne cito qualcuno. Antonio Rezza, che spero ci sorprenderà con Metadietro, dal 2 dicembre 2025 all’11 gennaio 2026. Proseguendo ci sarà Antonio Latella, di sicuro richiamo anche per le nuove generazioni, con Wonder Woman incentrato su uno stupro di gruppo, dal 15 al 18 gennaio. Torna Pippo Delbono con Amore dal 20 al 25 gennaio 2026, Carrozzerie Orfeo con la nuova produzione Misurare il salto delle rane dal 27 gennaio all’8 febbraio, Lucia Mascino con Il sen(n)o dal 9 all’11 febbraio, Ascanio Celestini con Poveri cristi dal 13 al 22 febbraio e Andrea De Rosa, che l’anno scorso ha spopolato con Edipo re, propone Orlando dal 3 all’8 marzo. Dal 22 al 30 aprile ospiteremo Eleonora Danco con Antologia Danco e dal 5 al 10 maggio la compagnia storica Marcido Marcidorjs, che festeggia i quarant’anni con Le Baccanti.
Insomma, una stagione di grandi ritorni.
Direi proprio di sì. Alcuni spettacoli li riproponiamo per dare la possibilità a chi non ha potuto vederli di assistervi. Come ad esempio La Storia, commovente e sorprendente, dal 12 al 22 marzo. Tre anni fa fu un boom pazzesco.
È impossibile non notare la presenza di Vanessa Scalera, la Imma Tataranni della fiction di Rai1.
Ora è principalmente questo, ma prima della televisione si è fatta le ossa nel teatro. Sarà con noi protagonista dello spettacolo La sorella migliore di Filippo Gili, dall’8 al 12 aprile. I suoi fan avranno la possibilità di conoscerla sotto un’altra veste.
E su quella di Mario Martone cosa puoi dire?
Considero una piccola chicca Stanza con compositore, donne, strumenti musicali, ragazzo, dal 14 al 19 aprile. Il testo inedito è di Fabrizia Ramondino e il cast si avvale di grandi attori tra cui Lino Musella e Iaia Forte.
Nel foyer del teatro tornano anche gli appuntamenti con la stand up comedy. Che ne pensi di questa nuova forma teatrale?
Va assolutamente rispettata come tutte le altre. Ammetto di non seguirla molto, ma è un concentrato di idee, entusiasmi, emozioni e risate in grado di attuare un’operazione di coinvolgimento. È il terzo o quarto anno che la proponiamo ed ha sempre un riscontro notevolissimo. Magari servirà anche ad avvicinare di più un certo tipo di pubblico, come i giovani, che si ritrovano a guardare questo o quell’altro poster della prossima rappresentazione.
Dopo questa panoramica è d’obbligo chiederti: come si pensa una stagione teatrale?
Non è mai facile, non bisogna dare nulla per scontato. Si inizia molto presto partendo dalle proposte, dagli spettacoli che si vedono in prima persona o da quelli in video e anche quelli che si vogliono riproporre. I miei quaderni sono mappe di appunti pazzeschi. Tuttavia ci sono anche spettacoli che non si riescono ad avere, ma non sono mai dei no definitivi. Ho delle priorità ovviamente, non è mai una stagione costruita sull’approssimazione. Sono pensate nel rispetto del nostro pubblico, con molta onestà.
Presentando la stagione hai ribadito la sfida all’omologazione. Che significa?
Ci sono in giro alcune programmazioni che non hanno senso. Io cerco sempre di distinguermi, anche se è difficile rimanere coerenti con sé stessi. Le tentazioni ci sono, si tratta di resistere e dire di no.
Più volte hai raccontato d’aver cominciato la tua carriera teatrale a 14 anni interpretando Ofelia per Carmelo Bene. Ma prima di quell’età com’era la piccola Manuela Kustermann?
Io volevo fare danza, avevo anche una predisposizione al movimento. Mia mamma ballava e fu lei a portarmi per la prima volta a teatro, all’Opera. Ricordo che rimasi affascinata da quel sipario rosso. Il mio sogno però si è infranto dopo un lungo stop a causa di febbri reumatiche. L’incontro con Carmelo bene ha dato il via al mio viaggio.
Sul web ti definiscono in tanti modi: signora del teatro sperimentale, simbolo e regina del teatro d’avanguardia, ti accostano addirittura alla diva Eleonora Duse. Ti riconosci?
Vanno benissimo, va bene tutto, anche quelle cattive. Un po’ provo orgoglio, un po’ non mi importa niente, un po’ le prendo come stimolo.