Dal 18 al 29 ottobre, la Festa del Cinema all’Auditorium di Roma e in tutta la città
«… insomma, qualcuno da fotografare ci sarà». Le parole di Gian Luca Farinelli, presidente della Fondazione Cinema per Roma, in chiusura della presentazione del programma della XVIII edizione della Festa del Cinema capitolina (dal 18 al 29 ottobre), non erano così cariche di ironia, come forse suggerivano le intenzioni. La delicata questione è stata sollevata durante la carrellata delle domande finali da parte dei giornalisti che hanno affollato la grande sala dell’Auditorium: lo sciopero, ancora in corso degli sceneggiatori americani (a cui si sono poi aggiunte altre rappresentanze del settore), cominciato il 2 maggio scorso, ha provocato già diversi disagi alle kermesse cinematografiche dell’ultimo periodo e indubbiamente anche Roma risentirà dell’impasse.
Tuttavia Farinelli, per non scoraggiare nessuno, fa un lungo elenco di personaggi che sfileranno sul red carpet più lungo d’Europa; ma gli artisti di Hollywood stavolta non ci saranno. Abbondano giustamente i nomi italiani, francesi, altri stranieri residenti in Italia. Uno su tutti: Sting, il quale, pur essendo una star di primo piano, certamente non ha un curriculum cinematografico all’altezza della fama della sua musica!
L’impatto dello sciopero è evidente, ed è un peccato, «avremmo voluto che i film presenti a Roma fossero accompagnati dai loro interpreti – commenta Paola Malanga, direttrice artistica del festival – ma lo sciopero epocale che si sta attuando negli Usa coinvolge non solo le maestranze ma anche molti attori, e non soltanto artisti americani ma tutti coloro che lavorano negli Stati Uniti. Con noi ci saranno tutti quelli che ci potranno essere». La dichiarazione, dal tono sconsolato, risuona in una sala silenziosissima: atteggiamento che rispecchia la delusione di un pubblico che aspetta da un anno di poter chiedere l’autografo ai propri beniamini.
Sfileranno, tra gli altri: Justine Triet, regista Palma d’oro a Cannes, Juliette Binoche (protagonista a Cannes), Vincent Lindon (presidente della giuria a Cannes), e le nostre Valeria Bruni Tedeschi, Monica Bellucci e Isabella Rossellini che verrà insignita del premio alla carriera. «Un riconoscimento – prosegue la Malanga – che già lo scorso anno ci sembrava giusto dedicare alla nostra attrice, ma che abbiamo dovuto rimandare per un problema organizzativo. Adesso Isabella, invece, trascorrerà parecchio tempo insieme con noi.»
I film in concorso a Roma sono 18 e coinvolgono produzioni di tutto il globo, compresi il Buthan e il Perù. I film italiani sono: C’è ancora domani di Paola Cortellesi che aprirà il sipario della manifestazione, Holiday di Edoardo Gabbriellini e Mi fanno male i capelli di Roberta Torre. L’elenco completo è consultabile su https://www.romacinemafest.it/it/selezione-ufficiale-2023/
Inoltre, come si vedrà, ricco di appuntamenti, è il cartellone dedicato ai film documentari e agli omaggi. Il centenario della nascita di Maria Callas offre lo spunto per presentare le pellicole restaurate di Callas, Paris, 1958 di Tom Volf (documentario del 1958); Medea di Pier Paolo Pasolini (film del 1969) e Maria Callas lettere e memorie sempre di Tom Volf (documentario del 2023). Si annuncia assai particolare la proposta pasoliniana, impreziosita da una novità sul restauro del doppiaggio, in cui si ascolterà la voce autentica della Callas attrice.
Ancora una ricorrenza: mezzo secolo dalla morte di Anna Magnani. La scelta dell’immagine di copertina del festival la ricorda, gioiosa, nel 1956 quando le fu consegnata a Roma la statuetta, proveniente da Hollywood, dell’Oscar come migliore attrice protagonista, vinto per La rosa tatuata, e lei mostrò festosa il fazzoletto di Serafina delle Rose, il personaggio scritto da Tennessee Williams.
Sono previsti anche omaggi a Federico Fellini, a Jean-Luc Godard, a Ugo Gregoretti, a Lorenza Mazzetti, a Maria Grazia Buccella, Shigeru Umebayashi, e naturalmente a Isabella Rossellini, la star della kermesse. Non mancheranno omaggi al mondo del teatro, con i ricordi di Giorgio Albertazzi e Giorgio Gaber.
«Quest’anno la Festa del cinema – spiega Farinelli – conta una giornata in più rispetto alle ultime precedenti edizioni. Non sarà soltanto una festa ricca di proiezioni ma ci saranno anche incontri, soprattutto sul futuro del cinema, un’arte che gode di ottima salute, anche se troppo spesso si dice essere in crisi. E sarà finalmente una festa sparsa in tutta la città: saranno infatti convolti, oltre agli spazi messi a disposizione dall’Auditorium del Villaggio Olimpico, anche le sale del Maxi, dell’Adriano, del cinema Aquila, del Giulio Cesare, del Palladium, e della Casa del Cinema. E un grande maxischermo sarà posizionato in via Veneto», la strada che fu simbolo del cinema italiano in tutto il mondo.
Per i cinefili si menziona la sezione «restauri» che merita attenzione.
Ciao Nì! di Paolo Poeti, Italia, 1979; Divisione folgore di Duilio Coletti, Italia, 1954; Menglong guojiang (L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente) di Bruce Lee, Hong Kong, 1972; Ochazuke no aji (Il sapore del riso al tè verde) di Yasujirō Ozu, Giappone, 1952; L’odore della notte di Claudio Caligari, Italia, 1998; Ovosodo di Paolo Virzì, Italia, 1997; Underground di Emir Kusturica, Jugoslavia, 1995.
La Festa del Cinema 2023 è dedicata a Giuliano Montaldo, grande uomo e immenso cineasta, scomparso il 6 settembre scorso.