di Erika Loffreda
Il teatro Ambra Jovinelli che si staglia imponente nel Rione Esquilino è un pezzo storico della Capitale e della sua cultura teatrale. Sul suo palco hanno calcato le scene per la prima volta attori come Petrolini e Totò, eleggendolo a tempio del varietà e dell’avanspettacolo. Con la nascita del cinema e più tardi della tv il teatro ha cambiato volto, puntando sulla settima arte ed inaugurando un connubio che lascia ancora oggi le sue tracce. Il cartellone 2022/2023 è frutto dell’idea che la sinergia fra teatro e cinema possa creare un nuovo spazio creativo, un laboratorio di idee che permette di unire la fisicità e l’immanenza del teatro con l’evanescenza e la spettacolarità del cinema. Nel programma sono molti gli spettacoli che devono qualcosa al cinema o che al contrario fanno dono della loro quintessenza; vediamoli nel dettaglio.
La stagione si apre il 12 ottobre con il duo comico Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo, in arte Toti e Tata, che nello spettacolo Il cotto e il crudo indagano sotto la patina dell’ironia e della leggerezza la realtà sociale e politica della Puglia, regione che ha dato vita al loro sodalizio artistico e che Solfrizzi descrive, con una punta d’orgoglio, terra “passata in poco tempo da Cenerentola a principessa d’Italia”. Un atteso ritorno sulle scene del Jovinelli è quello di Serena Dandini che, con un nemmeno troppo velato riferimento ai Fratelli De Rege, intitola il suo spettacolo Vieni avanti, cretina!, in scena dal 25 al 30 ottobre. L’idea alla base è che spesso (e qui cito l’autrice) “dietro una donna cretina c’è una donna intelligente che non lo vuole far sapere”; ad accompagnare Serena Dandini, infatti, ci sarà la “cretina” per eccellenza nel mondo dei social Federica Cacciola che da sempre rivendica, attraverso il suo alter-ego Martina Dell’Ombra, il diritto di essere validata come donna senza dover per forza dimostrare i suoi meriti a qualcuno. Dal 2 al 13 novembre sul palco ci sarà la storica Compagnia di Teatro di Luca De Filippo, capeggiata da Gianfelice Imparato e Carolina Rosi, che porta in scena una delle più famose commedie del maestro Eduardo De Filippo. Ditegli sempre di sì, diretta da Roberto Andò, riflette con una comicità intelligente e delicata il complesso tema della salute mentale senza però tradire i toni farseschi dell’opera originale. Spettacolo unico nel suo genere è Nuda, l’ultima creazione della celebre Compagnia Finzi Pasca, in programma dal 16 al 27 novembre. Nuda sfugge qualsiasi categorizzazione: è teatro recitato e danza aerea; è poesia e circo; è atmosfere oniriche e corpi in movimento; è scendere nell’abisso per poi librarsi con leggerezza nell’aria. Un’opera tanto complessa da definire quanto potente nel suo contatto diretto con lo spettatore. Dal 30 novembre all’11 dicembre Lino Guanciale e Francesco Montanari sono gli straordinari interpreti de L’uomo più crudele del mondo, scritto e diretto da Davide Sacco. I due attori televisivi si cimentano in uno spettacolo che con tinte oscure e una serie di dialoghi serrati spoglia i suoi protagonisti svelandone debolezze e fragilità per riflettere più in generale sulla loro umanità.
Appuntamento pensato per un pubblico più giovane è Miracolato, in programma il 13 e il 14 dicembre, di Max Angioni, stand-up comedian di grande talento che è riuscito ad accrescere ancora di più la sua popolarità con la partecipazione alla seconda seguitissima edizione di Lol- chi ride è fuori. Tra gli sketch in programma “Il primo miracolo di Gesù” che lo ha consacrato al successo sul palco di Italia’s Got Talent e che motiva il titolo dello spettacolo: con una serie di provocazioni si sfida il politically correct e i limiti di ciò che si può dire su un palco. Dal 15 al 18 dicembre Sabina Guzzanti porta in scena il suo tributo al drammaturgo Peter Handke ne Le verdi colline dell’Africa. Uno spettacolo senza storia, senza scenografia, senza personaggi, che si nutre solo dell’energia del suo pubblico. Un gioco intellettuale che rapisce lo spettatore e lo trascina inaspettatamente al centro della scena, decostruendo le sue convinzioni su ciò che può definirsi teatro. Sergio Rubini è il Narratore ne I fratelli De Filippo, dal 21 dicembre al 8 gennaio. Rappresentazione teatrale della vita dei fratelli De Filippo nell’arco temporale che va dalla morte di Eduardo Scarpetta nel 1925 al primo successo del trio, sopraggiunto nel 1931. Richiamando il teatro povero dei De Filippo, la scenografia è essenziale e tutto si riduce alla recitazione dei tre attori principali guidati dalla voce narrante di Rubini, per lo spettacolo anche nelle vesti di regista. Da un trio si passa ad un quartetto con Cetra…una volta Reloaded-Omaggio al quartetto Cetra che dal 11 al 22 gennaio vede protagonisti Toni Fornari insieme ai fratelli Stefano e Emanuela Fresi. Un simpatico intermezzo musicale nella programmazione del teatro che con gag, parodie e virtuosismo vocale offre un sentito omaggio ad uno dei quartetti più famosi della televisione italiana. Ancora alla tv si rifà lo spettacolo in programma dal 25 gennaio al 5 febbraio, Mettici la mano, spin-off della serie Rai Il commissario Ricciardi da cui sono emerse con successo le due figure del brigadiere Maione e il femminiello Bambinella. Il regista Alessandro D’Alatri dirige Antonio Milo e Adriano Falivene, che nella serie interpretano rispettivamente Maione e Bambinella, sperimentando la forza che il teatro può dare a due personaggi che si ispirano apertamente alla maschera napoletana e che probabilmente risultano più adatti ad un ambiente teatrale più che a quello televisivo.
Andrea Pennacchi presenta in scena Pojana, il cinico e spietato imprenditore veneto portato al successo dal programma Propaganda Live su La7. Pojana e i suoi fratelli nasce da un libero adattamento delle Allegre comari di Windosor, si nutre dell’influenza che le maschere goldoniane hanno avuto sul teatro per poi approdare alla tv generalista…un esperimento di contaminazione artistica sicuramente da non perdere. La programmazione del 11 e 12 febbraio dà modo agli amanti del cinema di incontrare uno dei nomi più importanti del panorama artistico italiano, Ferzan Ozpetek, che si racconta nel suo Ferzaneide Sono Ia! aprendosi con il pubblico e raccontando la storia del suo successo senza però dimenticarne tutte le difficoltà, così da dare a chi ne ha bisogno la forza di continuare a lottare per i propri sogni. Dalla penna di Massimo Carlotto, uno dei migliori scrittori noir della nostra generazione, nasce La signora del martedì con Giuliana De Sio, in scena dal 15 al 26 febbraio. Si racconta la storia di Nanà che ognì martedì, tra le quindici e le sedici, va a comprarsi un’ora d’amore da Bonamente Fanzago, attore porno caduto in disgrazia. Una storia in cui amore torbido e passione sfrenata finiscono per travolgere i protagonisti e sconvolgere le loro vite fino all’imprevedibile finale. Giuseppe Battiston, dal 1 al 12 marzo presenta La valigia, storia di chi viaggia verso l’ignoto con solo una valigia a contenere ciò che possiede e ciò che lo identifica. Una carrellata di personaggi, maschili e femminili, giovani e anziani, felici e infelici sfila davanti agli occhi della platea che in silenzio ascolta le loro storie ed impara a superare i luoghi comuni per scoprire l’umanità dietro l’apparenza. Senza alcun bisogno di presentazioni Michele Placido si esibisce dal 14 al 19 marzo nell’adattamento de La Bottega del caffè di Carlo Goldoni diretto da Paolo Valerio.
Il duo d’attori Filippo Timi e Lucia Mascino, già coppia consolidata ne I delitti del BarLume, torna insieme nella messinscena Promenade de Santé di Nicolas Bedos dal 22 marzo al 2 aprile per parlare d’amore e di speranza in un’epoca come la nostra in cui tali sentimenti sono difficili da coltivare. Dal successo cinematografico a quello teatrale arriva Perfetti Sconosciuti, capolavoro di Paolo Genovese, che di per sé è una garanzia: il film nasce infatti da uno spettacolo teatrale che conta ad oggi 18 remake. Difficile quindi immaginare un flop, anche se ancora nulla si sa sul cast. L’unica notizia certa è che sarà in scena dal 12 al 23 aprile. Conclude la stagione 2022-2023 Fabio Troiano con Il dio bambino, sul palco dal 26 al 30 aprile. Lo spettacolo pone sotto i riflettori un Gaber poco conosciuto, quello meno canzonatorio e divertente. Si presenta come “teatro d’evocazione”, un viaggio musicale che accompagna il protagonista nei ricordi d’infanzia che si scontrano terribilmente con la realtà presente per chiedersi se sia possibile conservare l’eterna fanciullezza o almeno quel briciolo di ingenuità che ci viene donata alla nascita e che dovremmo sempre tenerci stretta.