“Maddy” e la nevrosi del contemporaneo davanti la Fine

In scena al Teatro Lo Spazio la commedia brillante di Giulia Fiume diretta da Federico Le Pera.

Con un ritmo serrato di dialoghi che ammiccano al genere della serialità più tradizionale, “Maddy” è una commedia che aspira ai riflettere sui temi fondamentali del contemporaneo: dalla guerra alla maternità, fino alla disabilità e alla paura della morte. Quella raccontata da “Maddy” è però, più precisamente, la nevrosi che affligge il contemporaneo, in cui quanto più la catastrofe colpisce gli esseri umani tanto più questi ultimi sembrano incapaci di perseguire una modificazione concreta del loro modo di vivere. Di fronte alla fine imminente o annunciata questi personaggi a tratti stereotipati, che sembrano vivere essenzialmente di luoghi comuni, sono capaci di modificare il loro modo di stare al mondo soltanto in extrema ratio.

Fiume (più o meno consapevolmente) ci consegna con questo testo la fotografia di un’antropologia del mancato cambiamento, perché soltanto una volta compiutasi la catastrofe gli individui diventeranno effettivamente capaci di accogliere pietisticamente l’altro e di accedere alla dimensione della verità. È forse anche per questo che, a dispetto di quella che si presenta come una commedia a tutti gli effetti plasmata sul genere della sitcom, possiamo comprendere appieno l’inserimento dell’evocativo sottotitolo: “Evitare la paura davanti la Fine”.

Se ne conclude un certo spiccato e amaro realismo di cui è innervato il testo di “Maddy” a cui, giustamente, la regia di Le Pera fa da ‘doppio’ attraverso un allestimento dalle tinte decisamente accese, che pur rimanendo nei registri naturalistici ammicca mediante i costumi, le scene e la direzione degli attori a una linea che definirei oltremodo ‘pop’. Interesse della regia di Le Pera mi pare, in questo senso, anziché quello di rivolgersi a ciò che comunemente definiamo con il termine — da molti osannato, mentre da altri disprezzato — di ‘postmoderno’, quello di costruire un meccanismo colorato e vivace al cui interno dare spazio ai diversi caratteri che animano la scena.

Maddy (Diamara Ferrero) — ovvero Maddalena — è, come spesso capita, non tanto protagonista di questa tragicommedia bensì perno drammaturgico intorno a cui ruotano le dinamiche della storia, forse anche a causa di un’interpretazione poco convincente, in cui il dramma radicale della perdita della propria identità, a seguito di un’amnesia, diventa, in definitiva, dramma adolescenziale di una giovane attraversata sporadicamente da crisi nevrotiche. Veri protagonisti sono, quindi, i due fratelli che decidono di prendersi cura della giovane ‘trovatella’.

Da una parte Gianni lo stilista fallito, femmineo, a tratti isterico di Sandro Stefanini; dall’altra Anita la giovane donna rampante e in carriera, tradita dal marito ma dal piglio autoritario, interpretata dalla stessa Giulia Fiume. Durante la loro convivenza forzata, i due — in compagnia di Maddy e di un insolito e sospetto vicino affetto dalla sindrome di Tourette (Alessio Del Mastro)— ripercorrono, fra segreti taciuti, gesti di affetto e sfilate di moda dal gusto assai discutibile, le proprie vicende familiari, riscoprendo i valori più autentici alla base del loro rapporto. Una complicità ma anche una conflittualità che, nella sua quotidianità, farà da drammatico contraltare all’imminente arrivo della catastrofe.

Maddy – Evitare la paura davanti la Fine

di Giulia Fiume
regia Federico Le Pera
con Sandro Stefanini, Diamara Ferrero, Giulia Fiume, Alessio Del Mastro
scenografia Roman Sersal
costumi Valentina Basiliana
aiuto regia Veronica Stradella
assistenti alla regia Elena Cozzi, Silvia D’Anastasio
direttore di produzione Pino Le Pera

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Elena Salvati

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