Lupin: “ladro” di ascolti in questa nuova serie francese, con applausi di pubblico e critica

In Inghilterra, dalla penna di Arthur Ignatius Conan Doyle è uscito Sherlock Holmes. In Francia, dalla fantasia di Maurice Leblanc nasce il suo degno antagonista letterario, Arsene Lupin. Questo abile “ladro gentiluomo”, amante della bella vita, delle donne e del denaro ha ispirato sin dall’epoca del cinema muto, come il film “The Teeh of The Tiger” del 1919. Arriva anche in Giappone con la tanto amata serie manga “Lupin III” del neo ottantenne Hayao Miyazaki, trasmessa da Mediaset. Approda nel 2021, sulla piattaforma americana Netflix, la serie francese “Lupin”.

I registi Louis Leterrier, Marcela Said e Ludovic Bernard hanno piacevolmente sorpreso chi tanto aspettava questa serie ma temeva in un remake. Il loro punto di forza è stato quello di non scalfire lo spirito del romanzo, per raccontare la storia di un padre e un figlio condizionati dal libro di Leblanc. Assane e Babakar, originali del Senegal, affrontano, anche se in maniera velata, il tema della difficile integrazione, dovuta dal razzismo che ancora è presente nella società francese. Omar Sy veste i panni del protagonista e lo spirito di Lupin, calandolo nei contesti attuali, per vendicare il padre ingiustamente condannato per un crimine mai commesso. Inizialmente si presenta al pubblico come un uomo fallito che vive alla giornata, alterna vari e precari lavori, ha una moglie, conosciuta in orfanotrofio nel 1995,e un figlio che adora. Dietro questa maschera di mediocre normalità, Assane è un ladro geniale e intelligente, che con quel suo senso dello humour ingegna colpi sotto l’assillante ispirazione del romanzo regalatogli dal padre, Babakar, interpretato dall’attore teatrale Fargass Assandè, “Arsenio Lupin, ladro gentiluomo.”

In cinquanta minuti a episodio circa, lo spettatore riesce a fomentarsi dinnanzi a un mix di tensione e ritmi alti di un vero action police, ma riesce anche a interessarsi a quella narrazione di come tutto ha avuto inizio, attraverso flash back, fino ad arrivare a come tutto è adesso, grazie ad una sorta di abile montaggio alternato, scelto dagli addetti ai lavori per rendere fruibile lo scorrere degli episodi. Omar Sy è da anni l’attore francese più amato, e ha riscontrato successo in varie sue opere, vincendo il Premio César e il Premio Lumière come miglior attore in “Quasi Amici” nel 2012. In questa nuova serie francese, l’attore sta riscontrando un grande successo, essendo già, a una settimana dalla sua uscita, nella top ten della classifica di Netflix.

La sua eleganza e la camaleontica capacità di interpretare vari personaggi porta a una critica favorevole che si mantiene tale nel recensire tutta la serie. Il finale aperto non deve lasciare lo spettatore con l’amarezza, bensì lo prepara quasi certamente ad un seguito. Dunque, gli amanti di “Lupin” si preparino a “rubare”tempo alle loro vite per godere della prossima stagione.