i è conclusa domenica sera al Teatro San Genesio, l’ultima replica di “L’ultima esecuzione”, tratto da un testo di Fabio Salvati con la regia di Daniela Coppola.
Un testo contemporaneo che pesca a piene mani dalla cronaca degli ultimi anni, quando lo scoppio della bolla speculativa, generata(dolosamente) dalle banche colpì i mercati finanziari, trascinando migliaia di possessori di mutui subprime nella disperazione, a causa dell’aumento dei tassi di interesse. All’interno di un condominio romano convergono Il dottor Barletta cinico rappresentante di una banca milanese e il diligente ma bonario Petroni in veste di ufficiale giudiziario per rendere esecutivo lo sfratto di Lorena, condomina morosa in quel momento assente.
Lentamente il gruppetto si arricchisce di altri personaggi come Maria la vicina pettegola che sa tutto di tutti, due ladruncoli che sbarcano il lunario con piccoli furtarelli, un professore in pensione un po’ folle che pensa di essere ancora in servizio e che utilizzerà tutto il suo sapere per lanciare un’intemerata sovversiva citando Pericle(un lucido e duro j’accuse) , un medico che deve presenziare per legge. Tutti quanti saranno prima o poi destinatari dei prossimi sfratti
Una storia agrodolce dal finale inatteso che mette a nudo in modo implacabile l’arroganza di un potere forte con i deboli spesso soverchiante, fino a depredare l’ultimo briciolo di dignità a tutta quella pletora di gente che progressivamente va ad ingrossare le fila dei nuovi disperati a dispetto dei rassicuranti proclami che ci vengono snocciolati da chi ha la leva del comando.
La lista della vergogna che spesso riempie quotidianamente le pagine dei giornali è costituita da potenti sprezzanti di qualsiasi “pietas”, arrampicatori senza scrupoli, di Cetto Laqualunque che disperatamente si abbarbicano all’ultimo bracciolo disponibile in barba a quell’etica che ormai rimane soltanto un mero ricordo abbandonato nella soffitta della memoria. Il dubbio rimane: ma siamo sicuri che i buoni maestri siano sempre tali?
Un vero peccato che questo testo ottimamente rappresentato dalla compagnia dell’”Associazione dell’Albero della neve” abbia concluso le repliche perché meriterebbe maggior eco ed invitiamo i tanti teatri di Roma a prendere in considerazione la possibilità di portarlo in scena. La stringente attualità di questo spettacolo sicuramente è un segnale forte a tutti quelli che non vogliono girarsi dall’altra parte, dalla parte dell’indifferenza, nel quale giorno dopo giorno ci vorrebbero rintanati “grazie” a coloro che soffiano sulle nostre piccole e grandi paure per calcolo politico. Complimenti quindi a Fabio Salvati per questo piccolo gioiello che ha regalato al pubblico del San Genesio ma non di meno complimenti alla bravissima Daniela Coppola che con mano ferma e sapiente ha saputo dirigere un cast di attori di ottimo livello che non sfigurerebbero assolutamente in teatri ben più blasonati. Vincenzo Marano magistrale nella parte dell’odioso rappresentante della banca, Aldo Minghelli ben figura nel ruolo di Petroni, Valentino Pucciarelli, che da voce e inquietudini al docente “svitato”,. Annarita Mannozzi, Alessandro Bevilacqua, Elena Salvati e Alessandro Boni tutti da applauso per la loro presenza scenica. La regia è coadiuvata da Veronica Matrisciano (assistente alla regia, fotografia e grafica), Sonia Gallo (assistente scena), Riccardo Polimeni (scenografia) e Andrea Catalini (luci e audio).