Lucio Dalla in mostra all’Ara Pacis

Dal 22 settembre al 6 gennaio 2022 al Museo dell’Ara Pacis sarà aperta al pubblico “Lucio Dalla: anche se il tempo passa”, la prima grande mostra-evento dedicata all’artista a 10 anni dalla scomparsa.

Hanno poi seguito Miguel Gotor (Assessore alla Cultura di Roma) Lucia Spagnuolo (Direttrice del museo) e Andrea Faccani (presidente della fondazione Lucio Dalla). È stato passato poi il microfono a un altro ospite d’eccezione, Renzo Arbore, che dal pubblico, con il suo solito brio, ha voluto ricordare anche lui il cantautore scomparso. Al termine della conferenza stampa siamo stati invitati a visitare la mostra in anteprima.

Ho avuto la fortuna di avere come guide d’eccezione: una ragazza e un ragazzo che da pochissimi giorni hanno terminato il Servizio Civile Universale presso il museo dell’Ara Pacis. Tra le attività che hanno svolto c’è stata anche quella di collaborare all’allestimento dei questa mostra.

La direttrice Lucia Spagnuolo, già nella conferenza stampa, aveva sottolineato come la mostra fosse stata pensata anche per le utenze più fragili. Sono stati appositamente realizzati dei pannelli in rilevo e braille per le persone con difficoltà visive e, per il pubblico con difficoltà uditive, dei video in cui vengono interpretate, con il linguaggio dei segni, le canzoni più celebri del grande cantautore.

La mostra espone in ordine cronologico, dall’infanzia dell’artista fino ai grandi successi, documenti di varia natura che ci permettono di ripercorrere la vita di Lucio Dalla. Album di famiglia, la pagella di scuola, l’amato clarinetto e gli abiti più stravaganti della sua collezione. Interessanti i documenti riguardanti la stesura dei testi delle sue canzoni, la genesi dell’idea artistica: le prime intuizioni scritte in una vecchia agenda, una prima stesura dattiloscritta alla macchina da scrivere fino al testo finito.

Nella conferenza stampa, presentando questa mostra, più relatori hanno affermato che «Lucio Dalla resterà nella storia della musica». Una mostra oltre che mostrare (perdonatemi il gioco di parole), ponendosi come mezzo di valorizzazione della conoscenza, ha anche il pregio di “nobilitare” chi viene mostrato. L’idea che l’amministrazione pubblica e le iniziative private legate direttamente a Dalla abbiano la volontà e la forza di credere in un progetto così grande che girerà l’Italia, dimostra come il cantautore ha tutti i presupposti per continuare ad essere considerato un modello.

Il rischio però è che, presentandosi attraverso una mostra, Lucio Dalla possa apparire come “un pezzo da museo” anche nell’accezione negativa che porta questa frase. In altri termini: la mostra è il miglior mezzo/modo per presentare un artista scomparso solo 10 anni fa? Manca sicuramente la prospettiva storica. Una mostra su Dalla oggi serve più per ricordarlo che per conoscerlo. Tuttavia questo timore può essere in parte fugato considerando, come detto, l’idea itinerante del progetto e come la mostra sia inserita in una più ampia azione – per così dire – collettiva, fatta da tante altre iniziative, anche indipendenti, sparse per il Paese.

Lucio Dalla: anche se il tempo passa può essere interpretata come il punto culminante di questo “sentire comune”, una nobilitazione e una volontà di preparare una storia per la storia.

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Elena Salvati

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