Fino al 28 gennaio 2024 presso il museo di Santa Giulia a Brescia un viaggio straordinario nell’immaginario del celebre artista
Storie, ritmi e movimenti, questo è Lorenzo Mattotti, fumettista, regista ed illustratore italiano di fama internazionale. Nato a Brescia nel 1954 e dal 1988 residente a Parigi, Mattotti inizia la propria carriera dedicandosi alla narrazione da fumettista per poi concentrarsi principalmente sul mondo delle illustrazioni; tipologia di espressione che non nega all’artista la possibilità di continuare a raccontare storie tramite la sua arte.
Sequenze di puro ritmo e movimento create da una partenza di linee fluide e diversi tratti di colore che variano dal pastello ai toni più brillanti, talvolta anche al bianco e nero. L’esposizione ripercorre una vasta scelta tra dipinti, manifesti e relativi disegni preparatori venendo suddivisa per le aree tematiche di musica, danza e cinema: le tre passioni che hanno influenzato l’artista nella propria formazione.
Prima fra tutte la musica, grande amore di Mattotti su cui afferma: “credo che la musica mi abbia influenzato, anche nella maniera di organizzare le immagini e raccontare le storie”. La musica costituisce la prima parte della mostra con illustrazioni dedicate a musicisti rock, jazz e del repertorio classico. L’ascolto di una melodia durante l’esecuzione è alla base del lavoro di Mattotti come le emozioni e i sentimenti che ne derivano; musica e relative sensazioni vengono riprodotte e rappresentate nei sui disegni con china e colori regalando un effetto “vivo” a chi osserva.
A seguire le diverse melodie sono presenti in ogni stanza dell’esposizione accompagnando il visitatore nel suo percorso. A tal merito rilevante la stanza con le illustrazioni eseguite per l’album di Lou Reed The Raven, ispirato dall’omonima poesia di Edgar Allan Poe. Le creazioni di Mattotti sono il frutto di un lavoro accurato dove, pur non perdendo di vista la propria dinamicità, l’illustratore da vita ad un’atmosfera angosciante e cupa, unione delle parole di Poe e la musica di Reed.
Proseguendo si incontra la seconda passione di Mattotti, la danza, qui intesa non come atto professionale ed unico ma unione ludica e spontanea di più persone: dai balli di sala, al tango e carnevale di Rio a cui Mattotti dedica una sezione dai brillanti e variegati colori.
Il dinamismo dato dal colore e movimento pervade tutte le sue creazioni quasi da dare un ritmo all’immagine, tanto che questa sembra muoversi in sinergia con l’ azione rappresentata quasi a rimando delle opere colorate e ritmate del cubismo orfico di Robert e Sonia Delaunay. La rappresentazione visiva del movimento unito alle variegate sfumature di colore non possono che ricordare anche il futurista Umberto Boccioni e la sua sperimentazione dinamica.
Tale sensazione di dinamicità non si perde anche quando i colori sono meno sgargianti o addirittura in bianco e nero come dimostra il repertorio di immagini della fiaba Hänsel e Gretel, interamente realizzate dal vivo durante l’esecuzione alla Philharmonie di Parigi del 2019. Sullo sfondo della musica orchestrale le profonde pennellate e i sinuosi vortici di Mattotti accompagnano la sequenza regalando opere vive e d’impatto anche senza l’utilizzo del colore.
Infine la mostra lascia spazio all’ultimo amore di Mattotti: il cinema. Fin dagli anni Novanta l’illustratore fu chiamato per i manifesti di importanti festival cinematografici tra cui la rassegna Annecy con cui collaborò per ben nove volte e a seguire le prestigiose locandine per il Festival di Cannes dal 2000 e per la Mostra d’arte cinematografica di Venezia dal 2018. Un connubio di immagini minimali e di impatto dove protagonista indiscussa è la magia della settima arte: dalla nota immagine della donna che proietta lungometraggi dal proprio occhio a quella di un tuffatore intento a lanciarsi in una piscina fatta di pellicola cinematografica.
Un amore quello per il cinema che non si limita ai manifesti e che lo ha reso partecipe di importanti progetti come i disegni per il film Pinocchio di Enzo D’Alò del 2012 fino al suo primo lungometraggio da regista con La famosa invasione degli orsi in Sicilia del 2019 tratto dal romanzo di Dino Buzzati. Rilevante anche la collaborazione con Michelangelo Antonioni per il film Eros del 2004 dove Matteotti riesce a ricreare le atmosfere passionali del lungometraggio.
Qualunque sia l’ambito Mattotti non perde mail il suo inconfondibile tocco, dai simpatici orsi del suo film ai manifesti per i più grandi festival internazionali. Un’ artista poliedrico che si destreggia in disegni di impatto e spesso apparente minimalismo dentro cui si cela precisone e dinamicità; ritmi e movimenti che hanno sempre qualcosa da raccontare.
Lorenzo Mattotti. Storie, ritmi, movimenti. A cura di Melania Gazzotti; prodotto da Comune di Brescia, Fondazione Brescia Musei, Alleanza Cultura.
Foto e immagine copertina di Fondazione Brescia Musei.