Finzione e realtà. Chiari e scuri. Amicizia e qualcosa di più. Machismo ma solo forzato. Le convenzioni.
Nella stanza di un hotel di lusso, una sera si incontrano Chispas, malinconico uomo d’affari, e Raquel, sorella radiosa di Pirulo, il migliore amico che Chispas non vede da 35 anni.
Appuntamento a Londra è un vivace affresco sull’amore e i desideri repressi, proposto in scena sul palco di Teatrosophia a Roma dal 30 novembre al 4 dicembre. Lo spettacolo ha registrato il ritorno alla recitazione dopo diversi anni di Guido Lomoro, direttore artistico e padre putativo di un teatro che si sta ritagliando una posizione di riferimento tra gli Off della scena capitolina. Un po’ teso, per l’emozione, Lomoro si è presto sciolto ed ha chiuso la sua performance in un trionfo di applausi.
Per l’atteso debutto erano presenti, in prima fila, volti noti: Alda D’Eusanio, Arisa, Morgana Giovannetti e Pamela Prati. Platea di Via della Vetrina esaurita in ogni ordine di posto, risultato che si è registrato anche per le successive 4 repliche. Un successone per tutto il team di Teatrosophia – I vetri blu: Lomoro, Ilenia Costanza, che ha curato la regia e l’impianto scenico, e Lorena Vetro, abile nell’adattare ad un interno dal sapore occidentale le sonorità sudamericane suggerite dal testo originale di Mario Vargas Llosa. Scrittore, lo ricordiamo, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 2010.
A cavallo tra dramma e commedia nera, la pièce affronta con un registro a tratti duro, deciso, a tratti più scanzonato i traumi e le turbe che si scatenano nella mente dei due interpreti.
In realtà Raquel, interpretata magistralmente da Enzo Piscopo, è solo il frutto dell’immaginazione di Chispas. E’ la proiezione di un desiderio intimo ma che l’omosessualità repressa di Chispas confina alla dimensione dell’inconscio. Nel sogno, come si ricostruisce solo a partire dalle battute finali – e qui sta la genialità della drammaturgia – Raquel è la trasformazione in corpo di donna, avvenente e trasudante femminilità, di Pirulo. Piscopo, che insieme a Costanza ha curato anche il comparto costumi, dona charme, carattere e sensualità ad un personaggio “fittizio” che si incastra perfettamente nelle montagne russe emotive del business man Lomoro. Realizzato ma profondamente infelice. Uomo tutto d’un pezzo ma d’animo inquieto e fragile.
Lo specchio, elemento cardine della messa in scena, invita Chispas a fare i conti con sé stesso. A liberarsi dalle catene del conformismo che soffocano i suoi sentimenti. Lotta e alla fine ci riesce, quella notte, sulle note gioiose del Vals criollo.
Ma poi le tenebre svaniscono, riviene la luce. Pirulo, in carne ed ossa, bussa alla porta. Chispas, steso sul divano, apre gli occhi, la suggestione è terminata. Veloce si sistema la cravatta, prende in mano la 24 ore e raggiunge il migliore amico per iniziare una nuova giornata.