Liliana e il ministro. Insieme alla Festa del Cinema di Roma per non dimenticare (tutti)

Presentato oggi Liliana dedicato all’orrore della sua prigionia ad Auschwitz e Miss Fallaci con Miriam Leone

«Non mandate i figli in gita ai campi di sterminio, sono posti da visitare con gli occhi bassi e dove finché vivo non tornerò mai più!». Lo ha detto la senatrice Liliana Segre 91 anni, protagonista alla Festa del Cinema di Roma con il film Liliana di Ruggero Gabbai. «Il monopolio dell’anti fascismo non esiste, bisogna celebrarlo tutti», ha il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, che ha visto il film seduto accanto alla Segre accompagnata all’Auditorium Parco della Musica dal figlio Alberto Belli Paci. «Mettete nelle didascalie il ministro seduto con la nonna» – ha detto la senatrice sorridendo ai fotografi al termine del documentario con gli applausi che non finivano più.

Liliana, ripercorre ancora una volta l’orrore in cui la senatrice rivive con ricordi amari cosa aveva vissuto nel lager tedesco di Auschwitz Birkenau assieme a suo padre il 30 gennaio del 1944.

Il pessimismo vive in me, persino in antitesi con me stessa che uscendo da Auschwitz ed evitando di uccidere il mio aguzzino tedesco avevo scelto di non odiare, avevo scelto la vitaDurante la marcia della morte non avevo scelta, dovevo camminare per vivere».

Dopo averlo visto in concorso all’ultima edizione del Festival di Cannes, il programma della giornata presenta Emilia Perez di Jaques Audiard, già Palma d’oro nel 2015 con il film Dheepan – Una nuova vita. Il film che vede come protagonista la spagnola Karla Sofía Gascón nel ruolo di Emilia Perez, si distingue per la sua atipicità, combinando in modo audace diversi generi: musical, narco movie, melodramma, riuscendo a creare un’opera potente e piacevolissima nel tentativo riusciti di affrontare i temi della redenzione, del sacrificio e dell’identità.

Al centro della storia c’è Rita, interpretata da Zoe Saldana, un’avvocata intrappolata in una relazione tossica con il suo lavoro, principalmente a causa del suo capo, che non le riconosce meriti. La vita di Rita prende una svolta inaspettata quando viene contattata da Manitas Del Monte, interpretata da Karla Sofía Gascón, il più ricercato boss del Messico. Manitas le fa una richiesta stravagante: vuole sparire per sempre, ma solo dopo aver garantito un futuro sicuro e sereno alla moglie Jessi (Selena Gomez) e ai loro figli, lontano dal mondo del crimine che lo ha reso uno degli uomini più potenti, temuti e ricchi del paese.

“Un film gioiello”, ha scritto la critica internazionale, magnificamente scritto e diretto da Jaques Audiard, vincitore a Cannes 2024 del Premio della giuria e quello per la migliore interpretazione ex equo alle tre protagoniste, Carla Sofia Guascon, Selena Gomez e Zoe Saldana. Un palmares lo avrebbe strameritato soprattutto Jaques Audiard che ha realizzato un’opera in questo terzo millennio che fa tesoro di tutti i tesori narrativi e visivi del novecento che ha messo a frutto i tormenti, le passioni e le visioni di tutti i film e i generi che ha attraversato il suo cinema!

Nella sezione “Free style” da segnalare il documentario di Luca Bignoli, e Alessandra GonellaMiss Fallaci, dedicato alla straordinaria vita di Oriana Fallaci. Una carriera iniziata non ancora trentenne a Milano come cronista all’Espresso, poi all’Europeo e poi come inviata in America per una serie di ritratti dedicati ai grandi personaggi dalla politica, della letteratura e del cinema, diventando celebre in tutto il mondo. Ambientata negli anni cinquanta, la storia segue gli inizi di carriera di una delle più celebri giornaliste italiane a la sua “personale” sfida all’universo maschile del giornalismo, dimostrando sul campo che le giornaliste erano in grado di scrivere non soltanto di gossip e di moda. Il film e’ interpretato da Miriam Leone ed è una serie televisiva divisa in otto episodi basata su due dei primi libri scritti dalla Fallaci come Sette peccati di Hollywood e Penelope alla guerra.

Da non perdere nella sezione Panorama Italia di “Alice nella città ‘” a breve nelle sale, il docufilm No moore trouble (Cosa rimane di una tempesta), che Tommaso Romanelli dedica al padre Andrea, ingegnere navale,  velista e progettista perito a soli 26 anni durante una tempesta nella traversata transoceanica con la barca di Giovanni Soldini a soli 400 miglia dall’arrivo, che avrebbe consegnato a lui ed al resto dell’equipaggio composto allo stesso Soldini, Andrea Tarlarini, Guido Broggi e Bruno Laurenti, il record del mondo di traversata a bordo del “Fila”. Una tragedia che nella primavera del 1998 riempì le pagine dei giornali.

Foto di copertina: Miriam Leone è Oriana Fallaci