“L’HO FATTO PER IL MIO PAESE” ai Servi: La recensione

di Miriam Bocchino

Uno scantinato scalcinato ma provvisto di ogni cosa (un divano, un frigorifero, un forno a microonde, un bagno e una libreria): questa è la scena che si presenta ad Eleonora, attuale Ministra del Lavoro.

Ancora frastornata e dolorante crede di trovarsi all’interno di un ospedale e di essere stata vittima di un incidente, insieme al suo cane Jonathan: ciò è, anche, quello che gli fa credere l’uomo accanto a lei, Benedetto. Egli, in realtà, è il suo rapitore ma lei, inconsapevole, pensa sia un infermiere pronto ad aiutarla. Scoprirà ben presto di trovarsi nelle mani di un disperato, di un uomo che a causa della nuova riforma, creata da lei stessa, ha perso la pensione. Benedetto vuole modificare la sua condizione e spinto dallo sconforto trama ed attua il rapimento per spingere il governo a cancellare la legge.

Ma cosa accade se il rapitore è un imbranato e se nessuno pensa che la Ministra sia stata rapita? E, ancor di più, se Eleonora, rendendosi conto della noncuranza delle persone a lei vicine, decide di aiutare il rapitore, il quale ha mandato in rete un video che la mette in una posizione scomoda?

“Tu vuoi cambiare il mondo ed io voglio che il mondo non rida di me.”

La tragicommedia “L’ho fatto per il mio paese”, in scena al Teatro de’ Servi fino al 15 dicembre, ha toni esilaranti, ritmi sostenuti ed attori capaci di reggere la scena, senza annoiare o scadere nella banalità.

Antonio Cornacchione e Ippolita Baldini, in maniera sagace ed ironica, creano sul palcoscenico un’opera dalle tematiche attuali, quali la politica, la crisi e il divario di classe.

Ippolita Baldini riesce a rendere il personaggio di Eleonora una figura affine al pubblico, nonostante il suo lavoro in politica e la sua condizione di donna benestante e snob. Antonio Cornacchione, al contrario, rappresenta totalmente la concezione generalista dell’italiano medio, ovvero quella di un uomo che è sposato con una donna che non sopporta più, ha un amante ed ha sempre cercato di fare svariati lavori per sopravvivere.

La verve degli attori, nonostante alcune imprecisioni nella recitazione, è in grado di portare sulla scena dialoghi surreali e assurdi: è Eleonora stessa a suggerire a Benedetto come leggere il comunicato o come coprirsi il viso. I due un po’ alla volta si sveleranno, raccontandosi segreti ed aspirazioni.

Di Francesco Freyrie, Andrea Zalone, Antonio Cornacchione

Regia di Daniele Sala

Scene di Leonardo Scarpa, foto di Chiara Calabrò e Piero d’Andria

con Antonio Cornacchione e Ippolita Baldini