Nella prima estate “senza tormentoni” abbiamo deciso di fare una passeggiata alla rinfusa tra i più noti successi estivi
Nel valico post ferragostano della stagione, ci apprestavamo ad esplorare il fenomeno dei tormentoni canori che scortano puntualmente ogni estate italiana – ad eccezione, incredibilmente, di questa stagione estiva, caratterizzata dalla assenza di hit degne di nota. Ma non abbiamo avuto neanche il tempo di aprire il PC che ci ha raggiunto la notizia della scomparsa di Pippo Baudo, un impagabile Maestro di cerimonie che ha rivestito un ruolo niente affatto marginale anche nel campo musicale del pop italiano. Alla sua memoria dedichiamo, con grande modestia, questo pezzo.

© Il Giornale di Pantelleria
Cominciamo con il metterci d’accordo con i fondamentali: che cos’è un tormentone? Facile, facilissimo, come bere un mojito ghiacciato al tavolo di un bar da spiaggia: un motivo orecchiabile, dal ritornello martellante, pensato per fissarsi nella memoria, dotato della indecifrabile vocazione di lasciarsi dimenticare alle prime piogge di settembre, ma di fissarsi nella memoria lunga di chi l’ha sentito continuamente replicarsi da radio, altoparlanti, spiagge e playlist (sorvoliamo sui juke-box per non scomodare troppo categorie giurassiche) per tutta una stagione, fino a diventare virale -appunto- un tormento. Ma c’è un’altra attitudine, tutt’altro che trascurabile, a consegnarlo alla memoria collettiva: il testo, che più è leggero e “vuoto” più si lascia ricordare.
Le stazioni di sosta e di passo di questo nostro innocente itinerario sono innumerevoli e la lista che proponiamo ha naturalmente una componente soggettiva, senza nessuna pretesa di esaustività, né di rispetto cronologico, così come accade quando si rovista alla rinfusa dentro un baule conservato in soffitta.
Tanto per dare seguito alla metafora del baule, diremo subito che i brani che avevano diciamo “fondato” il genere tormentone, stanno conservati in un altro ripostiglio, tante sono le storie e gli approfondimenti che li accompagnano. Ma qui dobbiamo perlomeno riservare loro una citazione d’onore: prendendo il via dal 1961 con Nico Fidenco (quello che vagheggiava di cullare l’amata legandola a un granello di sabbia), passando per i brani quelli strettamente estivi di Edoardo Vianello (Pinne, fucile ed occhiali, Guarda come dondolo, Abbronzatissima) o Gino Paoli (Sapore di sale del 1963) e Peppino di Capri (quello che aveva applicato al format estivo il ritmo incontenibile dei nuovi balli con Saint Tropez twist del 1962) e altri ancora.
C’è stata una persistenza – specie nel passato più recente – di una certa musicalità latino-americana: ma ci arriveremo, non prima di essere transitati da alcuni capisaldi di questo genere musicale, precedente.
Una canzone che tradiva lo standard superficiale che si era affermato da tempo, ma che non ha mancato di fissarsi nella memoria collettiva, conservando negli anni il ricordo dell’estate del 1966, è stata Azzurro, cantata da Adriano Celentano e composta da quel genio di Paolo Conte. Un brano che mescola un’aria da sagra paesana –con quel ritmato scandito dai fiati pesanti del trombone- con un testo che sconfina in registri lirici innocenti, capaci di lasciarsi fissare nella memoria.
Niente a che vedere con il tormentone del 1977 firmato da Umberto Tozzi,
Ti amo, che supportato da una melodia elementare (un giro di Do replicato continuamente), ha sorprendentemente conquistato il mondo (e non solo per un’estate) valendosi di un’anafora che più semplice non si può (quel Ti amo, ripetuta ad ogni strofa). Visto il successo, Umberto Tozzi ci riprova nel 1979 con Gloria, replicando la stessa formula, bissando il successo internazionale.
Al netto di ogni incursione sentimentale, la compianta Giuni Russo, consegna nel 1982 un classico estivo: Un’estate al mare e sulla stessa linea come dimenticare il duo dei Righeira che imperversano nei primi anni dello stesso decennio con Vamos a la playa e con l’Estate sta finendo, ma ancora Luca Carboni con il brano Mare mare del 1992, che introduce una piccola curvatura malinconica nello spensierato clima vacanziero. Ma comunque niente a che vedere con la malinconia dell’innamorato piantato in città mentre infuria la follia agostana, Bruno Martino molti anni prima aveva egualmente imperversato nel 1965 con il brano E la chiamano estate.
Ma che la malinconia non fosse il carattere dell’estate lo dimostreranno tutti gli anni a seguire, contrassegnati dal trionfo dei ritmi latini e tropicali, a cominciare dal brano Maracaibo del 1981, eseguito da un’artista a tutto tondo come Lu Colombo, ma replicata con successo da Jerry Calà nel film Vacanze di Natale dei fratelli Vanzina. Testo scomodissimo che parla delle vicissitudini di una trafficante di armi al servizio di Cuba e che impegnò la censura (alla stesura della canzone collaborò anche David Riondino). Proseguiamo con il brano Tropicana, l’unico pezzo con cui nel 1983 si fece conoscere il Gruppo italiano. A proposito di pellicole vanziniane, dal nostro metaforico baule esce anche il brano Aserejé delle tre sorelle spagnole Las Ketchup, replicato allo spasimo nel film Natale sul Nilo del 2002, brano che in un certo senso anticipa il ritorno della ritmica latina applicata ai tormentoni estivi.
Già, perché fin dal 1983 si erano affacciati brani di differente ispirazione a contendersi la platea estiva: come Self control di Raf del 1983, Hanno ucciso l’Uomo Ragno degli 883 del 1992, 50 Special dei Luna Pop del 1999 (che celebrava, con la voce del futuro solista Cesare Cremonini, il piacere tutto italiano di andare in giro per i colli bolognesi con le ali ai piedi, montando su una Vespa).
Il panorama più recente dei tormentoni estivi italiani è stato dominato sicuramente dal duo J-Ax – Fedez, veri e propri “bomber del tormentone” (pensiamo alle hit multiplatino Vorrei ma non posto, Senza pagare o Italiana), dalla “meteora” Baby K (riecheggia ancora nelle teste di tutti il motivo di Roma-Bangkok, cantata insieme a Giusy Ferreri, un’altra maestra incontrastata del tormentone estivo), senza dimenticare il progetto dei producer Takagi & Ketra, così come la stagione del boom del raggaeton (vi dice niente una certa Despacito?), genere che in Italia ha dominato le classifiche estive per più di qualche anno e che ha influenzato per diverso tempo le produzioni musicali del pop mainstream nostrano.

Il duo J-Ax – Fedez, veri e propri “bomber del tormentone” – © Rolling Stone Italia
E nella prima estate “senza tormentoni” sembra quindi che non resti quasi più niente nel nostro ideale baule: ma qualcosa sul fondo sembra reclamare il diritto di evadere dalla dimenticanza. Come si può infatti scordare la sinuosa danza che scatenava il ballo tutto sudamericano della Lambada (1989, eseguito dal gruppo franco-brasiliano dei Kaoma). Un brano che nella memoria collettiva ha scortato le gesta vincenti della nazionale di calcio brasiliana degli anni Novanta e che oggi – in questa deriva dell’estate 2025, ma anche della festosità in genere di questi tempi malinconici – suscita tanta nostalgia.
Ma c’è tempo per darsi una nuova speranza: soltanto tra un anno.
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Pinne fucile ed occhiali/Guarda come dondolo – Edoardo Vianello – 1962 –RCA Italiana
Abbronzatissima/Il cicerone – Edoardo Vianello – 1963 – RCA Italiana
Sapore di sale – Gino Paoli – 1963 – RCA Italiana
St. Tropez Twist/Daniela – Peppino Di Capri – 1962 – Carisch
Azzurro – Adriano Celentano, Vito Pallavicini, Paolo Conte – 1968
Ti amo/Dimentica, dimentica – Umberto Tozzi – 1977 – CGD
Un’estate al mare – Giuni Russo, Franco Battiato, Giusto Pio – 1982 – CGD
Vamos a la playa – Righeira, La Bionda – 1983 – CGD
L’estate sta finendo/Prima dell’estate – Righeira, La Bionda – 1985 – CGD
Mare mare – Luca Carboni – 1992 – BMG
E la chiamano estate/La ragazza di Ipanema – Bruno Martino – 1965 – Ariston Records
Maracaibo – Lu Colombo, David Riondino – 1981 – Carosello
Tropicana/Noi cannibali – Gruppo Italiano, Oscar Prudente – 1983 – Dischi Ricordi
Aserejé – Las Ketchup, Manuel Ruiz – 2002 – Columbia
Self control – Raf, Giancarlo Bigazzi – 1984 – Carrere
Hanno ucciso l’Uomo Ragno – 883 – 1992 – Fri Records
50 Special – Lunapop, Walter Mameli – 1999 – Universo
Vorrei ma non posto – J-Ax, Fedez, Takagi & Ketra – 2016 – Newtopia, Sony Music
Senza pagare – J-Ax, Fedez, Takagi & Ketra – 2017 – Newtopia, Sony Music
Italiana – J-Ax, Fedez, Takagi & Ketra – 2018 – Newtopia
Roma-Bangkok – Baby K, Giusy Ferreri, Takagi & Ketra – 2015 – Epic, Sony Music
Despacito – Luis Fonsi, Daddy Yankee, Andrés Torres, Mauricio Rengifo – 2017 – Universal Latino
Lambada – Kaoma, Jean-Claude Bonaventure – 1989 – CBS