Al Sondheim Theatre di Londra prosegue la messa in scena del musical Les Misérables, adattamento dal romanzo di Victor Hugo.
In prossimità del quartiere cinese di Londra sorge il Sondheim Theatre. Cartelloni e insegne luminose su tutta la facciata segnalano che il grande spettacolo messo in scena nel teatro è il musical Les Misérables.
Arrivati in sala siamo stati accolti dal suono dei musicisti che accordavano i loro strumenti. Il musical è stato accompagnato da un’orchestra che si trovava nella buca. Prima che iniziasse lo spettacolo, la direzione del teatro ha dedicato un minuto di silenzio per la scomparsa della regina Elisabetta II. Il pubblico, tutto in piedi, ha omaggiato la defunta sovrana.
Calate le luci in sala, inizia lo spettacolo. Emergono dalla buca solo la testa e la bacchetta del direttore d’orchestra che, d’improvviso, attacca subito un motivo solenne che con la sua potenza fa immergere immediatamente gli spettatori nella storia.
Il romanzo I miserabili di Victor Hugo, da cui è tratto il musical, narra la storia dell’ex detenuto Jean Valjean, che ha trascorso diciannove anni in prigione per aver rubato una pagnotta. Una nuova rivoluzione è nell’aria in Francia quando Valjean rompe la sua libertà vigilata per iniziare una nuova vita, mentre lo spietato ispettore di polizia Javert gli dà la caccia.
Jean Valjean era interpretato da Jon Robyns, Javert da Bradley Jaden, Fantine da Chanice Alexander-Burnett, Éponine da Sha Dessi e Marius da Harry Apps. Tutti questi attori hanno saputo imprimere ai personaggi le giuste caratteristiche utili alla miglior resa della storia, tanto nella recitazione quanto nel canto. Tra le canzoni del musical più iconiche ricordiamo “One Day More”, “I Dreamed a Dream” e “Bring Him Home”.
Pur andando in scena ogni sera, questo musical fa il tutto esaurito e per assicurarsi un biglietto bisogna prenotarsi con largo anticipo. Il pubblico era vario, di tutte le età, prettamente di lingua inglese e francese. Londra è un pullulare di musical; in questo momento nella città sono proposti altri spettacoli musicali come Mary Poppins e Frozen.
Dallo spettacolo è emerso, oltre alla qualità degli interpreti, la ricchezza dei costumi e delle scenografie. Tutto il palcoscenico era incastonato in una scenografia che gli faceva da cornice, perfino nel pavimento! Pur nel relativo piccolo spazio scenico che offriva il teatro, in pochi secondi poteva letteralmente uscire dal nulla una sedia con un tavolo, una casa con un balcone, un ponte o un cancello. Il ponte era proprio un vero ponte e così il cancello e la casa . C’era una verosimiglianza impressionante nelle scenografie, tanto in quelle fisiche quanto in quelle evocate da proiezioni digitali.
Ma il plauso più grande va all’orchestra e ad un pubblico, come quello inglese, che premia una produzione che sa scegliere della musica dal vivo piuttosto che delle basi registrate. L’orchestra fa vibrare il teatro e le persone, gli strumenti dal vivo squillano creando effetti che nessuna registrazione o strumento di riproduzione possono restituire. Ma poi – in sincerità – il vero pregio di un’esecuzione dal vivo è che l’orchestra segue il cantante e non viceversa, concedendo all’artista quella libertà espressiva che rende unica un’esecuzione.