La memoria del cuore e l’eroica affermazione della propria dignità in “Tutto quello che resta di te”, dal 18 settembre al cinema
La passione del popolo palestinese raccontata da uno sguardo profondamente umano che si focalizza sulla storia di una famiglia rovesciando pregiudizi e stereotipi, ma soprattutto vivendone il dolore. Indietro nella Storia per riscoprire un mondo nascosto dalle macerie dell’ingiustizia e della propaganda israeliana e occidentale.

Nella Cisgiordania del 1988 un adolescente palestinese si unisce con determinazione alle proteste locali contro i soldati israeliani. Da qui prende il via l’epopea di una comune famiglia palestinese, sradicata dalla propria terra a partire dal 1948, anno in cui le organizzazioni paramilitari sioniste espulsero con inaudita violenza più di 700.000 palestinesi dalle loro case.
La bravissima Cherien Dabis dirige e interpreta un film che riscopre con delicatezza e attenzione un antico mondo di poesia e saggezza, i cui tesori possono essere accolti solo attraverso un ascolto paziente e sincero. Una regia che sostiene con disinvoltura, grazia e incisività una narrazione imponente e stratificata.
La storia di uomini stranieri nel proprio paese, privati di tutto, umiliati, denigrati. Il film mostra come il trauma palestinese si propaghi di generazione in generazione, scardinando equilibri e rapporti familiari, ma esalta anche la resilienza e le virtù di un popolo che riesce malgrado tutto a tramandare la propria memoria e a sostenere la vita.
Tutto quello che resta di te veicola anche un messaggio di dialogo e speranza, accogliendo l’incontro interculturale, aprendosi a un confronto spontaneo e libero dalle barriere del risentimento. Due storie di dolore che si confrontano come a tirare le somme della Storia in una trattativa immaginaria di pace in cui una delle due parti mette sul tavolo della mediazione il proprio vissuto emotivo con tutta la magnanimità e la vulnerabilità che riesce a esporre in un momento così delicato e cruciale, in segno di una nuova era di pace e perdono.
Cherien Dabis e il resto del cast interpretano con un’intensità penetrante e viscerale le vicissitudini della famiglia palestinese, dando corpo al timore, alla vergogna, alla rabbia, ma anche alla dignità, l’ostinazione, il coraggio e a una profonda umanità ed empatia.
Il film emoziona con una potenza inaspettata, trascina in un territorio di sofferenza e ingiustizia con un linguaggio stilistico sobrio e solenne. Conquista e commuove, ferisce e medica pur lasciando intatte cicatrici che devono rimanere incise nel cuore dello spettatore affinché si diffonda una nuova consapevolezza.
Fondamentale il ruolo delle donne, sia nella diegesi narrativa sia nella produzione e realizzazione del film. Tutto quello che resta di te ci parla di donne forti e risolute, fragili come fragile è l’essere umano ma che si rivelano emissarie di una saggezza profondamente compassionevole e illuminata.

Dal 18 settembre al cinema, distribuito da Officine UBU, questo film penetra dentro con sapienza e dolcezza, intimità e maestosità, privilegiando una narrazione “epica” della storia di una famiglia comune palestinese in un mondo che ne ripudia l’esistenza, demolendone la dignità, infangandone e mortificandone la bellezza. Né le bombe né gli spari possono però azzittire e annullare la voce della verità.
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Tutto quello che resta di te – Regia di Cherien Dabis – Con: Saleh Bakri, Cherien Dabis, Adam Bakri, Maria Zreik, Mohammed Bakri, Muhammad Abed Elrahman, Ramzi Maqdisi, Dominik Maringer – Produzione: Cipro, Germania, Grecia, Giordania