Due grandi signore del teatro, uno spettacolo tragicomico che dona un pieno di allegria agli spettatori. In gran numero sono accorsi martedì 25 gennaio al Teatro Ambra Jovinelli per la prima de Le Signorine, commedia in lingua napoletana diretta da Pierpaolo Sepe e recitata dal duo Isa Danieli – Giuliana De Sio. Due sorelle zitelle che rimaste “offese” dalla natura trascorrono la propria esistenza tra i vicoli di Napoli, rimbalzando tra la piccola merceria di famiglia, ormai circondata da empori cinesi e tavole calde mediorientali, e la casa adiacente. Addolorata e Rosaria trascorrono una vita scandita dalla monotonia e dalla ripetizione cadenzata degli avvenimenti. Sono conviventi affaticate che poco sopportano i reciproci spigoli, affilati in anni troppo uguali uno all’altro. Sono “Signorine” perché vivono da sole. Di relazioni e famiglia neanche l’ombra e l’orologio della vita dice che è ormai passata l’età per maritarsi.
Tutto è fermo e da troppo tempo. Addolorata vorrebbe dare una svolta attingendo ai risparmi accumulati con pazienza grazie all’attività, Rosaria invece difende gelosamente la pratica dell’accumulo “in attesa di”. Personalità diverse, approcci diversi all’esistenza. Da una parte il sogno e la libertà, dall’altra il sacrificio l’austero rigore. Da una parte l’amore per i colori, dall’altra il monolite nero.
Il testo di Gianni Clementi esalta l’incalzante comicità delle due attrici, affiatatissime. Si punzecchiano a suon di esilaranti battibecchi senza esclusione di colpi. Rosaria, la primogenita, è la guida e Addolorata, a malincuore, subisce. Ma un inaspettato incidente capovolge le loro sorti e offre ad Addolorata l’occasione di mettere in atto una vendetta covata da troppi anni. Riscaldamenti e TV accesi tutto il giorno, uscite libertine. A perorarne la causa, collegato dall’altra parte dell’etere, è un fantomatico mago da televendita interpretato da Sergio Rubini.
Nella loro veracità napoletana Rosaria e Addolorata sanno far divertire e commuovere, raccontando in maniera scanzonata gioie, dolori e invidie della vita familiare. Ma sempre difendendo l’importanza dei legami di sangue. Al di là delle sorti che riserva il destino.