Presentato in anteprima al festival di Cannes 2025, “Le città di pianura”, è un inno al “vivere presente”, dove pessimismo e vita si intrecciano.
Lungo le strade del Veneto, Doriano detto Dori ( Sergio Romano ) e Carlobianchi, detto proprio Carlobianchi ( Pierpaolo Capovilla ) sono due amici di bevute che passano le loro notti e giornate facendosi trascinare dagli eventi. Con la scusa del “beviamo l’ultima”, che poi ultima non è mai, passano le loro ore ricordando i tempi passati con le storico amico Eugenio ( Andrea Pennacchi ) poi Genio, fuggito in Argentina 18 anni prima per una vendita clandestina di occhiali da sole e che ora, con la caduta in prescrizione del reato, rientra in Italia.

Il film del regista Francesco Sossai si apre con Doriano e Carlobianchi in serata che aspettano di andare a prendere lo storico amico il mattino seguente. Lungo la nottata, che sembra non aver fine, incontrano Giulio ( Filippo Scotti), giovane studente di architettura molto rigido ed insicuro che si lascia trascinare dai due veneti nel loro “vivere alla giornata”, un vivere molto lontano da lui ma destinato a cambiarne la vita.
In questo scambio generazionale il dubbio e la curiosità divengono infatti impliciti: i disinibiti Doriano e Carlobianchi sono incuriositi dal troppo frenato Giulio e quest’ultimo finisce per essere interessato alla loro vita, soprattutto riguardo quella amicizia di vecchia data con lo stimato Eugenio e un misterioso tesoro da trovare.
Da questo frammento di tempo condiviso ecco che Giulio inizia lentamente ad assaporare la vita e il suo “vivere nel presente” , anche Dori e Carlobianchi imparano dal ragazzo che, con profonda saggezza riesce a cogliere altra bellezza della vita, come nel caso del Memoriale Brion di Treviso, celebre capolavoro dell’architetto veneziano Carlo Scarpa, dove Giulio riesce a portare in visita i due amici. Un complesso funebre ed architettonico monumentale, diventato tomba dello stesso Scarpa ed oggi luogo profondamente meditativo.
Il Memoriale diviene “zona di mezzo”, dal forte richiamo giapponese, dove vita e morte si intrecciano esattamente come i personaggi di Doriano e Carlobianchi: per certi versi vivi e pronti ad assaporare ogni bellezza terrena, per altri già disillusi e morti.
Lungo lo scorrere di 98 minuti di pellicola si fa strada sempre più chiaramente la versione dei due bevitori veneti nei confronti di un loro “crescere” che non è mai avvenuto per profonda e voluta convinzione. Il pessimismo velato ma potente per un’Italia ai loro occhi devastata, colta e sopraffatta da una struttura capitalistica opprimente verso cui Doriano e Carlobianchi non sembrano mai essersi voluti sottomettere.
Un pessimismo che i due uomini decidono di affrontare “bevendo l’ultima”, perché all’ affermazione “non c’è mai un’altra volta” loro rispondono che invece “un’altra volta c’è ed è possibile”; ed è su questa filosofia di vivere la vita nella bellezza del suo presente che Doriano e Carlobianchi divengono superstiti di tutti i giorni, gente che nella vita ha perso molto ma comunque vive.
Sullo sfondo di un “road movie” di passaggio tra Venezia, Treviso e Belluno, assistiamo a paesaggi che ben si discostano dall’immaginario veneto facendo credere allo spettatore di essere a tratti in ampie pianure texane e in ampi giardini giapponesi.
Tutti e tre gli attori danno forza e carattere ai propri personaggi, come potenti sanno essere le inquadrature: spesso estreme e vicine al viso dei protagonisti, quasi a volerne leggere anima, forza e fragilità.
Persino la musica colpisce, grazie alla colonna sonora del musicista Krano, da sempre intento a lavorare tra musica tradizionale veneta e ritmo country, genere che può piacere o no ma che sicuramente non lascia indifferenti.

In un viaggio che attraversa Pianura Padana, amicizia come sentimento più puro ed incontri generazionali Le città di pianura è un film che dona molto su cui riflettere, richiedendo anche il tempo per farlo, un tempo presente, magari chi lo sa, davanti ad un “beviamo l’ultima”.
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Le città di pianura. Regia di Francesco Sossai. Con Sergio Romano, Pierpaolo Capovilla, Filippo Scotti e Andrea Pennacchi. Fotografia di Massimiliano Kuveiller; musiche di Krano. Casa di produzione Vivo Film, Rai Cinema; distribuzione italiana Lucky Red. Uscita nei cinema 2 ottobre 2025
Foto copertina: Lucky Red.





