Le ciliegie di Checov e delle Nina’s

Una serata queer al Chiabrera di Savona per rileggere un classico del Teatro russo

Se dopo uno spettacolo hai più dubbi che certezze, vuol dire che lo spettacolo ha fatto il suo dovere. Se si capisse tutto alla prima visione, non avrebbe nessun senso andare a Teatro“. Questa è una lezione di vita, strettamente artistica, insegnatami da un famoso regista teatrale che mi accompagna ad ogni visione; e un nugolo di pensieri si susseguivano dopo aver visto Il giardino delle ciliegie della compagnia Nina’s Drag Queen lo scorso venerdì.

Si assiste a un rimaneggiamento sentitamente stravagante, o “queer” se si preferisce seguire le tendenze anglofone, del classico scritto da Anton Checov, come già si può intuire facilmente dal titolo. Ecco allora che in questa reinterpretazione compaiono solamente sei figure di donne, di cui una è la trasposizione al femminile di un personaggio maschile: Anja (Alessio Calciolari), Varja (Gianluca di Lauro), Sarlotta (Sax Nicosia), Dunjasa (Stefano Orlandi), Ljuba (Lorenzo Piccolo) e Firs (Ulisse Romanò).

Gli uomini vengono completamente eliminati nella trasposizione e rimangono ad aleggiare informi ed aggressive intorno alle scena. Nella trama confluiscono sketch comici originali e incisi di canto in playback accompagnato da coreografie, specialmente di canzoni della musica italiana degli anni Settanta ed Ottanta ma anche a pezzi del repertorio classico e delle musica elettronica più recente. Grazie ad accostamenti sorprendenti e spesso esagerati, lo stilema di rappresentazione consolidato di quest’opera è stato completamente stravolto, liberandone e amplificandone il lato comico, e ne è scaturita una lettura non scontata.

Confessione in tutta sincerità: si è trattato, per chi scrive, di assistere al primo spettacolo di Drag Queen in assoluto, e di non aver avuto a supporto nessuna conoscenza degli stili, delle forme e delle regole che queste artiste possono e in alcuni frangenti devono seguire. Insomma, prima volta piuttosto particolare e questo ha influenzato profondamente la percezione dello spettacolo e la stesura di questo articolo.

Anche se, come detto, alcuni momenti sono risultati d’impatto, altri, al contrario, non sono stati altrettanto intensi e, anzi, a tratti sono sembrati appesantire un poco la rappresentazione. Per un neofita di questo tipo di spettacolo, i numeri musicali sono stati tanti, forse un po’ troppi. Qualche problema tecnico all’impianto di microfonatura durante tutta la performance ha portato disturbi e fruscii durante la fruizione ma questo non ne ha impedito lo svolgimento.

Nina’s Drag Queens

In ogni circostanza, il pubblico numeroso ha applaudito a lungo la compagnia e la sua interpretazione. Si può riassumere il tutto così: piuttosto che assistere a Checov, è avvenuta una scoperta di un mondo inesplorato in un modo inatteso. Un caso di serendipity? Forse. Da rivedere in futuro? E perché no?

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Il giardino delle ciliegieEtude pour un vaudeville en travesti plein de paillettes – Adattamento e regia di Francesco Micheli – NINA’S DRAG QUEENS – traduzione: Fausto Malcovati – con: Alessio Calciolari, Gianluca Di Lauro, Sax Nicosia, Stefano Orlandi, Lorenzo Piccolo, Ulisse Romanò – scene: Clara Storti, Selena Zanrosso – costumi: Giada Masi – luci: Giulia Pastore – audio: Giuliana Ginger Rienzi
assistente alla regia: Luisa Costi – produzione: Nina’s Drag Queens in collaborazione con: Atir Teatro Ringhiera e Accademia di Belle Arti di Brera – Teatro Chiabrera di Savona 21 febbraio 2025

foto: ©Lisa Conti, Mario Benvenuti, Valentina Bianchi

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