A Palazzo Braschi opere rare della Biblioteca comunale di Assisi, conservate nel Sacro Convento, raccontano il contributo della spiritualità francescana agli studi e alle scoperte scientifiche.
Si è soliti immaginare i fraticelli di San Francesco d’Assisi come uomini umili, poveri e ingenui, proprio come li voleva Francesco: semplici, devoti, amanti di Dio e della vita, senza grosse pretese. Tuttavia, spesso si ignora che la spiritualità non è separata dalla vita culturale e scientifica. Nel Medioevo, infatti, l’istruzione era affidata alla Chiesa. Il legame tra fede e scienza, spiritualità e cultura, non può essere separato: essi camminano insieme. Il Cantico delle Creature, scritto da San Francesco, è una lode semplice a Dio per tutte le opere da lui plasmate: l’uomo, gli astri, l’acqua, tutti elementi che Francesco chiama fratelli e sorelle. C’è una profonda unione tra l’uomo e il mondo che lo circonda, non solo la natura, ma anche la cultura e la scienza, che nascono proprio da questa connessione con il creato. Chiedersi il senso della vita, comprendere la struttura dell’uomo, di un animale o di una pianta è parte integrante della vita spirituale. La mostra di Palazzo Braschi, con le sue opere e manoscritti antichissimi risalenti ai tempi di San Francesco e oltre, ci dimostra come spiritualità e ricerca scientifica camminino insieme. I frati poverelli di San Francesco sono umili, ma profondamente ricchi e riflessivi, di quella riflessione che nasce dalla meditazione e dalla preghiera, in un legame intimo e personale con Dio.
Le ricerche francescane nascono proprio dalla semplicità della preghiera del Cantico delle Creature. La mostra, che ne rivela la profondità, si articola in nove sezioni, ognuna ispirata da una frase del Cantico. Si inizia con la lode per lo stupore della creazione e della natura. Nella vita quotidiana, spesso non ci rendiamo conto delle meraviglie del creato, ma la contemplazione, che si trasforma in preghiera e lode, attraverso uno sguardo stupito verso la natura, è il primo passo per una consapevolezza più elevata di ciò che siamo. Si passa poi allo studio della Bibbia, perché la contemplazione profonda dà lo slancio verso uno studio più attento della Sacra Scrittura, della teologia e della filosofia, che affondano le loro radici in tempi lontani. I passi successivi del percorso, ci mostrano lo studio di alcuni francescani eruditi, tra cui Vincenzo Coronelli, che dopo 30 anni di lavoro, pubblica la prima Enciclopedia Universale Sacro Profana. Una catalogazione schematica del sapere, secondo gli studi del tempo.
La lode per frate sole, per la luna e le stelle, stimola alcuni frati a studiare e approfondire le “sorelle celesti” che brillano nel cielo. Da qui nascono gli studi francescani sull’astronomia, la matematica e la fisica. In particolare, possiamo ammirare il Tractatus de Sphaera, attribuito al francescano inglese John Peckham, che raccoglie e unisce diverse teorie greche, arabe e latine sugli astri e sulla terra. Nel viaggio immersivo della mostra, silenziosa e interiore, quasi come una preghiera, possiamo ammirare antichissimi manoscritti che testimoniano lo studio dei francescani su ogni aspetto della vita: dalla medicina all’astronomia, dalla fisica alla matematica e anche all’alchimia, sebbene questa disciplina fosse vietata dalla Chiesa. Un mondo antico, forse dimenticato, dove affondano le radici delle nostre conoscenze umane, spirituali e scientifiche, per ricordarci che fede e cultura non possono essere separate.
La mostra di Palazzo Braschi ci invita a riflettere su questo aspetto, spesso trascurato: fede e cultura non sono mondi distinti, ma si intrecciano profondamente. Non importa quale sia il nostro credo o la nostra visione della vita e della fede, in ogni essere umano c’è una dimensione spirituale che si manifesta nel desiderio di comprendere, esplorare e interrogarsi. La cultura, in ogni sua forma, è spirituale, perché ciò che ci porta ad aprirci verso l’altro, a cercare il senso delle cose e ad esplorare l’ignoto, è in fondo un atto di connessione con il divino. La mostra del Museo di Roma ci guida in questo viaggio di riscoperta, dove la spiritualità e la scienza si fondono, mostrando con delicatezza e profondità, come i frati di San Francesco, attraverso lo studio e la preghiera, abbiano tracciato un cammino che continua ad ispirarci ancora oggi verso una consapevolezza sempre più interiore, sensibile e umana.
La mostra, ospitata a Palazzo Braschi di Roma prosegue fino al 6 gennaio 2025, ma riaprirà ad Assisi nelle sale del Sacro Convento il 7 aprile, dove rimarrà fino al 12 ottobre 2025. Celebrando così l’ottavo centenario della composizione del Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi e i suo messaggio semplice, profondo e sempre attuale.
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Laudato sie: – Organizzata da St. Francis Day Foudation con il Sacro Convento di Assisi, l’Italian Academy Foundation con il patrocinio del Comune di Assisi e con il patrocinio del Comune di Assisi – Palazzo Braschi a Roma dal 02/10/2024 – 06/01/2025