Sfaccettature dell’umanità su tela: “Le Tableau volé – Il quadro rubato” di Pascal Bonitzer
“Che cos’è la vita? Incassare, lasciare andare, ridimensionare tutto… Questa è la vita!”.
Le parole di uno dei personaggi pronunciate sullo schermo risuonano come una promessa. Nella quiete di una piccola sala nel nord Italia, tra novantacinque seggiole rosse, si apre Il quadro rubato di Pascal Bonitzer. La luce del proiettore taglia il buio, e ciò che inizia come un semplice racconto d’arte si trasforma in un ritratto dell’umanità: ironico, spietato, colmo di passione.

Con Le Tableau volé, Pascal Bonitzer realizza un’opera in equilibrio tra commedia morale e indagine sull’ipocrisia del mondo dell’arte. Richiama un po’ l’hollywoodiano Woman in Gold (2015), anche se il regista francese rende il film più satirico e meno emotivo. La criptica sceneggiatura, dallo stesso Bonitzer (penna tagliente cresciuta sui Cahiers du Cinema) affonda le radici in un fatto realmente accaduto: il ritrovamento di un dipinto di Egon Schiele considerato perduto dalle spoliazioni naziste. L’autenticazione dell’opera diventa il motore di una riflessione più ampia sulla verità, il valore e la memoria.
Il protagonista, André Masson (Alex Lutz), banditore d’asta e uomo soggiogato dal proprio mestiere, è il filtro attraverso cui il film osserva le contraddizioni del mondo dell’arte contemporanea. Attorno a lui orbitano figure complementari e sfuggenti, che aprono diverse parentesi narrative: l’ex moglie Bertina (Léa Drucker), razionale e disincantata, e la giovane stagista Aurore (Louise Chevillotte), la cui instabilità emotiva e propensione alla menzogna aggiungono una dimensione più inquieta alla storia.
Bonitzer dipinge questo universo come un microcosmo di vanità e vulnerabilità. Il mondo delle case d’asta diventa metafora di una società che misura ogni cosa in profitto, anche ciò che nasce per essere puro gesto creativo. Nella contrapposizione tra la classe elitaria di Parigi e la semplicità della provincia alsaziana, il film mette in scena lo scontro tra il possesso e il sentimento. Senza che fosse fatto di proposito, proprio il quadro di Schiele esprime la dualità del film. Una natura che ha colori atipici, pallidi, con un cielo spento, il cui sole sembra sbucare lontano solo per inerzia. I girasoli secchi diventano ossimoro della bellezza che rappresentavano, quasi facendosi gioco de I Girasoli di Van Gogh.
«La pittura e il denaro come motore di narrativa sono due temi che mi affascinano». Ha affermato il regista in un’intervista: «L’idea di parlare del mondo dei banditori d’aste, raramente raccontato al cinema, mi è parsa seducente. E la storia rocambolesca dello Schiele ritrovato era quasi una sceneggiatura in sé».
La regia si mantiene osservativa, sostenuta dalla fotografia limpida di Pierre Milon. Il ritmo privilegia il dettaglio, il silenzio, l’ambiguità dei volti. Il quadro rubato non cerca il pathos, ma la sottrazione: rivela con discrezione le zone d’ombra dei suoi personaggi. Sempre il regista ha affermato: «L’arte ha un prezzo, ma non sono gli artisti a decidere il valore delle loro opere. La mercificazione dell’arte è diventata frenetica negli ultimi due secoli, affidata a personaggi spietati, a volte corrotti, a volte mafiosi. […] Non è il caso del mio personaggio: André Masson punta al valore commerciale dell’opera, ma la apprezza anche dal punto di vista estetico».

Menzogne continue, sincerità spietata, semplicità, passione. Quartieri di provincia e vite semplici di fronte alla grandezza del valore che l’umanità attribuisce all’arte. Un file rouge che conduce a stanze museali aperte solo a chi riesce a commuoversi davanti a una tela. Si può solo sorridere dalla tenerezza. Ne resta la modestia, un film di elegante sobrietà, che interroga il senso stesso del “valore” (estetico, economico, morale). Distillando ogni scena e dialogo, Bonitzer si conferma come uno degli ultimi registi capaci di parlare di arte senza retorica.
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Le Tableau volé – Il quadro rubato – Regia di Pascal Bonitzer. Con Alex Lutz, Léa Drucker, Nora Hamzawi, Louise Chevillotte, Arcadi Radeff. Titolo originale: Le Tableau Volé. Genere: Drammatico. Durata: 91 minuti. Francia, 2024. Distribuito da Satine Film.