Cerca

L’arte dell’inganno e il verdetto della bellezza

Nel cuore di Genova, tra piazze di pietra e pareti gialle, Alberto Giusta porta in scena Han van Meegeren e il sottile confine tra verità, bugia e desiderio di essere visti.

Piazza San Matteo a Genova. Una dei luoghi più suggestivi del centro storico genovese si trasforma in teatro a cielo aperto per ospitare L’inganno – L’incantevole pericolo di una bugia perfetta, presentato nell’ambito del Festival In una notte d’estate di Lunaria Teatro, sezione Percorsi: l’architettura della parola tra la Natura e l’Altro.

Protagonista e drammaturgo è Alberto Giusta, che ci guida con sensibilità e rigore nella vicenda vera e sorprendente del pittore olandese Han van Meegeren, diventato celebre per aver realizzato alcuni dei falsi più sofisticati della storia dell’arte, spacciandoli per opere di Vermeer. Ma lo spettacolo non è un semplice giallo biografico: è un’indagine sull’identità, sull’estetica, sul bisogno radicale di essere riconosciuti. Il cuore emotivo del racconto è il rapporto spezzato tra Van Meegeren e suo padre. Le, parole diventano ferite, parole che condizionano un’intera esistenza.

«Io non so niente, io non sono niente».

Una frase che il padre gli faceva scrivere da bambino, e che diventa il seme dell’inganno: la ribellione creativa di chi è stato ignorato, umiliato, escluso. Tra le immagini più poetiche e ricorrenti, spicca “la piccola ala di muro giallo”, evocata più volte nella prima parte dello spettacolo. Riferita all’opera di Johannes Vermeer, Veduta di Delft, è un frammento di memoria visiva e affettiva che diventa simbolo del desiderio di tornare a casa, di ritrovare un’origine, di appartenere.

Fondamentale l’uso delle musiche, che scandiscono i passaggi interiori del protagonista. Da un lato l’ironia vintage e disincantata di Fred Buscaglione, che accompagna le parti più leggere e sarcastiche del racconto. Dall’altro, un momento di altissimo pathos emotivo: la preghiera ai critici accompagnata dall’Ave Maria di Caccini, una scelta sofisticata, intensa, quasi sacra, che trasforma la scena in uno spazio sospeso tra invocazione e condanna. Una musica che non giudica, ma esalta la tensione tra bellezza e verità.

«È una questione di scelte: stare dalla parte della verità o della menzogna».

Una delle frasi più significative dello spettacolo, che tocca il cuore del conflitto morale del protagonista. Van Meegeren non è un cinico, ma un artista tradito, prima dal padre, poi dai critici, infine dal mondo dell’arte.

In questo contesto si inserisce con grande forza evocativa anche il riferimento a Donna Elvira e Don Giovanni. Elvira, donna abbandonata e dimenticata, diventa specchio del protagonista: entrambi accomunati da una ferita d’amore e dal desiderio, disperato e testardo, di essere visti, ascoltati, rispettati. Come Elvira, Van Meegeren tradisce perché è stato tradito, inganna per non essere più invisibile. Il bisogno di riconoscimento, prima del talento, poi della persona, è il filo rosso dello spettacolo. Il falso, in questo caso, diventa un atto di sopravvivenza. Una sfida. Un grido. Una forma estrema di verità.

Nonostante sia un monologo, lo spettacolo non è mai autoreferenziale. La scrittura è dinamica, ritmica, attraversata da picchi emotivi e riflessioni acuminate. L’interpretazione di Alberto Giusta è misurata e vibrante, capace di passare dalla tensione interiore all’ironia, dal sussurro alla dichiarazione pubblica. Il pubblico è costantemente coinvolto, chiamato a riflettere, a prendere posizione. Non è un caso che lo spettacolo si chiuda con un invito chiaro e potente:

«A voi il verdetto».

Lo spettatore diventa giudice. Ma giudicare non è così semplice, quando le categorie morali si sfaldano e il falso assume il volto della bellezza.

L’inganno è uno spettacolo raffinato, stratificato, intimo e universale. Un racconto sull’arte, ma anche sulla solitudine, sulla dignità e sul prezzo da pagare per essere visti. Van Meegeren non ci chiede di assolverlo, ma di ascoltarlo. E forse, in un mondo dove tutti vogliono essere autentici ma pochi si sentono davvero riconosciuti, la sua bugia perfetta è più vera di quanto vogliamo ammettere.

_____________________

L’inganno – L’incantevole pericolo di una bugia perfetta – Drammaturgia e regia di Alberto Giusta – con Alberto Giusta – Produzione Teatro Stabile di Verona Lunaria Teatro 31 luglio 2025

error: Content is protected !!