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L’arte dell’attimo, del ‘qui e ora’: “Naked” accende il pubblico di Teatrosophia

L’esperimento di AST Company mostra la forza di due interpreti in costante equilibrio sul filo dell’istante

Quanto andato in scena la sera del 7 novembre scorso a Teatrosophia è sicuramente diverso da quello che andrà in scena nei due giorni seguenti di questa pièce,  quindi non esiste una “storia” di cui raccontare, ma solo “momenti da vivere”. E non c’è sipario. E non c’è trama. Solo due sedie, due corpi, due voci. E una sala colma di publico che trattiene il fiato. Una semplice richiesta rivolta ad uno spettatore di posizionare due sedie nello spazio del palco, dove gli spettatori stessi sono inviatati a sedersi – diventando essi stessi protagonisti con le loro presenze – da l’avvio alla pièce Naked – Studi nudi di improvvisazione teatrale, il nuovo esperimento di improvvisazione teatrale firmato AST Company, con Patrizio Cossa e Fabrizio Lo Bello, guidati da Giorgia Giuntoli in una regia che sembra un respiro: invisibile ma necessaria.

Naked – Patrizio Cossa, Fabrizio Lo Bello

Da subito si capisce che qui non c’è rete e non c’è quarta parete. Ogni parola nasce sul momento, ogni gesto si inventa da sé. I due attori si scrutano, si provocano, si inseguono. Bastano un silenzio, un accenno, uno sguardo perché il gioco parta, e nessuno – nemmeno loro – sa dove andrà a finire. Il pubblico li segue come in una corsa a perdifiato, oscillando tra il riso e l’attesa, tra l’imprevisto e la meraviglia.

Il progetto gioca con l’idea dello “spogliamento” in senso metaforico ed espressivo: gli interpreti si depongono dalle sovrastrutture dell’arte teatrale e si offrono nudi — cioè “sani” e senza rete — alla logica dell’improvvisazione. Cossa e Lo Bello non si limitano a eseguire tecniche: plasmano, ogni istante, personaggi, relazioni, contraddizioni. La loro abilità non è solo tecnica, è un coraggio scenico che somiglia a una danza molto precisa tra ascolto, ritmo e rischio.

La struttura dello spettacolo favorisce l’emergere di una narrazione che è sempre limitata nel tempo (50 minuti segnati da un orologio digitale in bella vista del pubblico, due sedie, una storia — cifra minimale che agevola l’atto creativo) e profondamente radicata nel presente. Ciò che colpisce è la chiarezza del gesto: ogni scelta emotiva o comica nasce da un ascolto reciproco profondissimo; quando uno dei due prende un segnale, l’altro non lo rincorre meccanicamente ma lo trasforma, lo mette alla prova, lo smonta e lo ricompone. Il risultato è una catena continua di invenzioni che, pur essendo imprevedibili, appaiono sempre fondate, coerenti, e soprattutto oneste.

L’energia di Naked è tutta lì: nell’adrenalina dell’istante. I due interpreti costruiscono mondi con una battuta, li distruggono con la successiva, e in quel continuo creare e disfare si avverte l’essenza del teatro. È un duello e un abbraccio, un flusso che vive di intuizioni, colpi di scena, lampi di comicità improvvisa. Un attimo sono due estranei che si sfidano, un attimo dopo diventano fratelli, amanti, rivali, compagni di naufragio. E tutto cambia con la rapidità di un pensiero e l’assenza di un copione, lungi dal generare smarrimento, crea un senso di intimità collettiva.

Non c’è tempo per distrarsi: lo spettacolo non concede tregua. Lo spettatore è trascinato dentro, complice e testimone di un processo creativo che si consuma in diretta. Ogni risata, ogni respiro, ogni applauso modifica la rotta, perché in scena tutto si nutre della reazione del pubblico. La sala è un corpo unico: ride, trattiene il fiato, commenta sottovoce. Quando un gesto inaspettato spezza la tensione, la risata scoppia come un sollievo. Quando la scena prende una piega più intima, cala un silenzio quasi religioso.

È un’altalena continua di ritmo, un metronomo emotivo che batte al tempo dell’improvvisazione. È un teatro che vive del presente, che si accende solo se qualcuno lo guarda, e chi era presente a Teatrosophia lo ha guardato e lo ha vissuto con occhi pieni e risa genuine.

Cossa e Lo Bello dominano lo spazio con una totale padronanza: si completano, si contraddicono, si sfidano come due schermidori che si conoscono a memoria. La loro intesa è la chiave di tutto. Dietro la spontaneità apparente si sente l’allenamento, la fiducia, la disciplina di chi sa ascoltare prima ancora di agire. L’improvvisazione non è caos: è artigianato in tempo reale, e i due lo dimostrano scena dopo scena, battuta dopo battuta. La precisa regia di Giuntoli fa da bussola invisibile. Impone limiti – due interpreti, un tempo definito, nessuna trama – e lascia che dentro quei confini esploda la libertà. È una regia che non si vede, ma si sente: nel ritmo, nel respiro, nella costruzione di un arco emotivo che, pur nascendo dal nulla, arriva sempre da qualche parte.

A fine spettacolo, gli applausi scrosciano come un riconoscimento corale. Teatrosophia conferma la sua vocazione a ospitare linguaggi sperimentali e percorsi di ricerca, e Cossa e Lo Bello si impongono come interpreti di grande sensibilità, capaci di dominare l’imprevisto e trasformarlo in racconto. La loro intesa, nutrita da anni di lavoro nell’improvvisazione, trasforma ogni esitazione in un gesto poetico, ogni errore in una possibilità drammatica.

Naked – Patrizio Cossa, Fabrizio Lo Bello

Naked è un piccolo manifesto sulla verità del teatro: la verità del rischio, della caduta, dell’istante che non si ripete. Uno spettacolo che chiede partecipazione, attenzione, presenza. E il pubblico del 7  novembre ha risposto con generosità, riempiendo ogni angolo della sala e restituendo, con il suo entusiasmo, la misura del successo di un esperimento che, spogliandosi di tutto, riesce a mostrare il cuore pulsante dell’arte scenica. E quando le luci si spengono, resta un’eco: quella di un pubblico che applaude ancora, che non vuole uscire, come se temesse che, chiudendo la porta, l’incanto si dissolvesse. Naked finisce così, nel buio e nel calore di una sala che ha vissuto – insieme – il rischio più grande e più antico: quello di essere vivi, qui e ora, dentro un atto teatrale puro, nudo, irripetibile.

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Naked –  Studi nudi di improvvisazione teatrale – con Patrizio Cossa e Fabrizio Lo Bello, regia Giorgia Giuntoli, Teatrosophia 7 novembre 2025

Foto ©Grazia Menna

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