La voce onesta di Giovani Rossi: poesia onesta che salva e interroga

Un libro di versi urgenti e necessari, tra memoria, emozione e interrogativi senza risposta.

di Claudio Marrucci

È da poco uscito in libreria La voce bambina, secondo libro che conferma Giovanni Rossi come “voce” di tutto rispetto e di “notevole” potenza. Nell’introduzione Giorgio Ghiotti scrive: “Giovanni Rossi interroga e si interroga, ma senza chiedere nulla in cambio, come puro atto di cura con la curiosità impietosa dei bambini. Ecco dov’è il bambino della voce poetica, non nell’ingenuità della poesia, ma nel gesto, col quale semina sulla pagina versi e parole. È un poeta che abbiamo di fronte, onesto, come si diceva della poesia di Saba. E quale dote potremmo apprezzare maggiormente in chi scrive, oggi che l’onestà? In fondo l’onestà è diventata una qualità sempre più rara”.

La voce bambina è una odissea in miniatura, intima, che con “voce femminile”, ripercorre attraverso la solitudine del vivere e il gusto della parola poetica. I versi di Giovanni Rossi sono ispirati, ma mai “manieristi”, sono “precisi” eppure “perentori”.

Cos’è rimasto?

Vertigini di vento a scomporti

le gambe; chilometri di sabbia

la risacca che sulla spiaggia

libera cammina

-e ti recupera – a ritroso.

La voce bambina, è un libro di poesia urgente e necessario. Non importa a quale apocalisse si stia riferendo Giovanni Rossi nel componimento sopra menzionato (il covid, la fine della globalizzazione, lo scioglimento dei ghiacciai, la guerra in Ucraina… sarebbero tante e tali le catastrofi da enumerare che si sono abbattute sulle nostre generazioni), eppure, come direbbe Pierganeglo Bertoli, “il vento soffia ancora”. E quindi, nonostante tutto, l’uomo (o la donna) sopravvivono a ciò “che è rimasto” e la poesia, che si continua a scrivere e a leggere, nonostante tutto, ci “recupera”, ovvero ci salva, ancora una volta, forse, principalmente, da noi stessi.

Non credo che la pioggia 

sia solo pioggia quando, 

di notte viene a rimestare i sottovasi. 

Quando anche tu, di notte 

venivi a spiegarmi poesia 

in sillabe di gocce inudibili.

La poesia di Giovanni Rossi è una poesia empatica che punta dritto al lettore, sia alla sfera emotiva sia a quella razionale. È evidente che il messaggio recondito sia sempre ineffabile, come per la vita stessa. Ma sono gli interrogativi che la poesia ci pone, a irretire il lettore, lasciando aperta la risposta e, spesso, senza soluzione, in questo senso i versi sono “sillabe di gocce inudibili” che però si possono spiegare. Esattamente come si può spiegare una domanda, che però può essere lasciata tranquillamente senza risposta.

La voce bambina lascia un segno non solo emotivo, ma anche artistico nel lettore. Nella poetica di Giovanni Rossi ritornano echi della grande poesia del Novecento da Penna a Sinisgalli, da Gatto a Pozzi, solo per citare qualche nome.

La voce bambina di Giovanni Rossi è un libro da leggere, assaporare, rileggere e da regalare. Fidatevi, vi cito l’esergo tra il programmatico e il magico (la poesia vera è sempre un po’ magica): “Ai sopravvissuti, alle sopravvissute, a chiunque ancora in grado di provare un sentimento: quindi a te, ovunque tu sia”.

La voce bambina di Giovanni Rossi – Edizioni Croce, 15 euro.