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La vita va così: tra divertimento e scelte!

Attualmente nelle sale ed  ispirato alla storia vera del pastore sardo Ovidio Marras, l’ultimo film di Riccardo Milani porta sul grande schermo sociale ed ambiente con spiccata e riflessiva ironia.

Efisio Mulas ( Giuseppe Ignazio Loi ) è un anziano pastore sardo che vive solitario in un angolo di paradiso della Sardegna. Proprio  il luogo su cui ha messo gli occhi l’immobiliarista milanese Giacomo ( Diego Abatantuono ) con l’obiettivo di costruire  un resort di lusso.

Giuseppe Ignazio Loi e Virginia Raffaele

Convinto della facilità della cosa Giacomo presenta una e più offerte  ad Efisio   che  continua a rifiutare nonostante l’insistenza del capo cantiere Mariano ( Aldo Baglio ) e di tutta la sua comunità, che vede nel resort una nuova prospettiva lavorativa.

La figlia di Efisio, Francesca ( Virginia Raffale ) si schiera e difende la scelta del padre pur trovandosi in dubbio e difficoltà di fronte ai bisogni della comunità, bisognosa di quei nuovi posti di lavoro.

Presentato in anteprima alla Festa del cinema di Roma, La vita va così di Riccardo Milani porta sullo schermo la storia vera del pastore sardo Ovidio Marras, che si è rifiutato di vendere il suo terreno impedendo così  la costruzione di un resort di lusso sulla spiaggia di Capo Malfatano in Sardegna.

La commedia si sviluppa con una irriverente ironia volta a raccontare la vicenda di Ovidio, qui diventato Efisio, interpretato da Giuseppe Ignazio Lai, l’ottantaquattrenne non attore e vero  pastore sardo che egregiamente tiene le fila.

Fermo nella sua posizione Efisio non vuole cedere il proprio terreno appartenente alla sua famiglia da generazioni, restando fedele alla propria terra e tradizione.  Uno sguardo di tutela anche dell’ambiente, di quel mare cristallino e quella sabbia bianca che è così bella “perché è di tutti” afferma Efisio.

Tra battute e gag il film segue il pastore nella sua opposizione al sistema capitalistico rappresentato in questo caso dal senza scrupoli immobiliarista milanese, un’opposizione sempre più forzata quando ad insistere sono gli stessi concittadini, che, come biasimarli, vedono in quel resort una nuova prospettiva di vita, fatta di lavoro e crescita.

Scegliere tra il bisogno di un lavoro e il proprio bisogno di identità come comunità e territorio, tutto tranne che semplice.  In questa commedia sicuramente si ride ma si riflette anche, consapevoli che viviamo in un mondo in cui non tutto è in vendita ed acquistabile.

Ecco allora che tramite questa prospettiva, si crea insito il dubbio, il conflitto su cosa sia meglio o non meglio fare. Da una parte la volontà nobile di Efisio che rinuncia a tantissimi soldi pur di preservare ambiente e tradizione, rendendoli “accessibili a tutti”. Dall’altra le volontà concrete di una comunità con una bassa prospettiva di crescita, costretti, come nel caso del figlio di Efisio, ad espatriare per trovare lavoro.

Efisio però non sente ragioni, né per la comunità né per la prospettiva di una famiglia riunita, lui va avanti  con la sua decisione e per certi versi questo atteggiamento sembra  essere pura ed assoluta testardaggine ad un certo punto.

Punto di mezzo tra le due visioni la figlia Francesca che si trova da una parte di sostegno al padre, dall’altra  in comprensione dei suoi compaesani. Ed è proprio su questo conflitto che si regge tutta la commedia, una commedia che certamente fa ridere ma che lascia un po’ di amaro, dove bisogno di identità e dignità si scontrano come futuro,  presente e passata appartenenza.

Forse la durata di 118 minuti non è gestita al massimo, con la sceneggiatura curata da Riccardo Milani e Michele Astori che si divide tra un primo tempo che scorre piuttosto bene seguito poi da un secondo tempo troppo didascalico e ripetitivo.

Un secondo tempo a cui forse poteva essere dedicato a maggiore approfondimento di certe dinamiche e personaggi che potevano risultare decisamente interessanti, come nel caso del figlio di Mulas, qui interpretato da Jacopo Cullin, personaggio non molto considerato che già per storia e scelte meritava maggiore approfondimento.

Vi è poi la questione temporale, dal momento che la vicenda si sviluppa lungo una quindicina di anni ma con  i personaggi  che  poco cambiano fisicamente rendendo non veritiera la dinamica.

Sugli attori il merito a Milani di aver scelto a vestire i panni di Efisio Mulas il non attore Giuseppe Ignazio Loi, vero pastore sardo che impersona il ruolo con totale autenticità e credibilità, non eccedendo e risultando reale. Bene anche per Raffaele che qui veste anche un ruolo per certi versi drammatico.

Aldo Baglio

Nella sua semplicità La vita va così riesce a divertire e a far riflettere il pubblico, ribadisce quanto non tutto abbia un prezzo e non lascia esenti dal quesito se quale sia o non sia  la scelta più giusta.  Divertimento e scelte, perché la vita va così!

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La vita va così. Regia di Riccardo Milani; Diego Abatantuono,  sceneggiatura curata da Riccardo Milani e Michele Astori. Con  Giuseppe Ignazio Loi,  Virginia Raffale, Aldo Baglio, Diego Abatantuono, Jacopo Cullin. Fotografia di Simone D’onofrio e Saverio Guarna; musica di Moses Concas. Casa di produzione Wildside, Medusa Film; distribuzione Medusa Film e Piper Film – Uscita nelle sale 23 ottobre 2025

Foto e copertina: Medusa Film

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