“La vita non è un film”, il libro di Pino Insegno

Pino Insegno racconta al suo popolo di lettori la storia di un ragazzo di Monteverde che ha abbandonato il calcio per ricorrere il sipario, passando per il microfono del doppiaggio e le telecamere della televisione.

Amatissimo attore, istrionico presentatore, insegnante, portentoso doppiatore, interprete di variegati ruoli dal Sistina al Nazionale di Milano e ora anche scrittore: Pino Insegno dopo i suoi primi 40 anni di carriera ha deciso di scrivere, dopo “Sono solo barzellette” nel 2008, il suo secondo libro: “La vita non è un film”.

Già dalle prime pagine, il lettore trova tra le righe un autore autoironico, tanto esilarante quanto duro, scherzoso ma schietto “quando ce vole”La Migliore voce maschile al Gran Premio Internazionale del Doppiaggio ha voluto omaggiare i propri futuri lettori con una sorpresa: il libro è anche audiolibro letto e narrato proprio da quella voce inconfondibile di Aragorn della Trilogia dell’Anello. Ed è subito “Terra di mezzo”, passando tra i vicoli di Monteverde vecchio, le cantine polverose improvvisate palcoscenici, palestre di “Roma Ovest”, campi da calcio e studi televisivi. 

L’amore incontrastato per il calcio in cui “attentavo le articolazioni ossee di Antonio Cabrini”poi però
stroncata da un infortunio, ma che ha permesso, inconsciamente, al pubblico di Pino Insegno di godere del suo innato talento anche dietro un microfono o davanti una telecamera. È passato da far tremare il portiere avversario a far tremare dalle risate il pubblico, a partire dall’ “Allegra Brigata” poi con gli inseparabili colleghi e amici di sempre: Roberto CiufoliFrancesca DraghettiTiziana Foschi che
insieme, grazie ad un guizzo di Pino Quartullo, diventati lo storico quartetto “Premiata Ditta” voluti in seguito da Raffaella Carrà come special guest, dopo un successo in prime time su Rai2

Commovente è leggere, o ascoltare, quando racconta della carriera calcistica e attoriale fuse insieme grazie a Massimo Troisiche ha voluto fortemente la maglia Isegno nella nazionale attori. Oppure quando Gianni Boncompagni, rigido, algido gli proibì ad agosto di varcare il Grande Raccordo Anulareper poi regalargli, oltre ad un mancato infarto, la notizia che tanto aspettava. A pochi mesi dalla dipartita, non poteva non scrivere dell’emozionante reunion con il maestroEnnio Morricone o di quando al Teatro del Delle Muse venne scelto, di fianco Gino Bramieri, dall’uomo che “sarebbe stato
impossibile che sbagliasse una cravatta
”: Pietro Garinei.

L’autore brizzolato esprime poi sentimenti intensi e semplici e lascia che il pubblico entri nel suo intimo, quando dedica ad Alessia Navarro, nero su bianco, parole tenere ma sempre senza rinunciare alla sua elegante ironia. La Navarro, moglie e madre dei suoi due figli, soprannominata “la ragazza con la valigia” per il suo amore per i viaggi che va a scontrarsi con la stanziale vita del monteverdino. Scrive con una vena poetica: “Se gli opposti si attraggono Alessia e io siamo la punta di diamante di questa teoria assai
gettonata!
”.

Scrive dei suoi primi passi verso le sale di doppiaggio, e racconta che i film a cui bisognava prestare la voce erano per lo più, i film per adulti, i porno. Sono tanti gli anni in cui le porte in faccia si sprecano e i “no” riecheggiano, eppure il bisogno della vertigine per un ex calciatore è un forte richiamo e
l’attesa e i sacrifici vengono ripagati: da Will Ferrel a Liev Schreiber, dal prediletto di Tarantino Jamie FoxxMark Wahlberg, da Matt DillonBrad Pitt passando per Sacha Baron CohenWill Smith e giungere a Viggo Mortensen, figura iconica della saga pluripremiata agli Oscar “Il Signore degli Anelli”.

È quindi la storia di un semplice ragazzo vissuto sulla collina tufacea della capitale, che affronta mille peripezie per diventare l’uomo che sogna. È riuscito a trasformare le passioni di un “pischello” in un mestiere in cui ne è all’apice. Infranto un sogno, ne coltiva subito un altro e lo trasforma in realtà, non certo perché i suoi genitori erano “Aristotele Onassis o Maria Callas”, ma figlio di Armando e Romana, che gli hanno insegnato il valore dell’umiltà che consente di vivere la vita con sensibilità e bellezza. 

In questo libro Pino Insegno si racconta lo fa attraverso i ricordi di tanti incontri transitori e relazioni ininterrotte che l’hanno segnato, non nasconde le frustrazioni nè le soddisfazioni, la voglia di diventare un buon padre nell’esempio del suo, si lascia andare alla nostalgica giovinezza raccontando dei suoi amori passeggeri per poi riprendere la positiva essenza di se stesso parlando del suo amore vitale.

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