La vita e il mito di Fred Buscaglione

Un racconto travolgente tra ironia, musica e improvvisazione, in scena al Teatro Carignano con Matthias Martelli e la regia di Arturo Brachetti.

“Quando esiste l’argomento lo sapete so rischiar”

Gli elementi che animano la scena vitale di Fred si concatenano armoniosamente rivelando una pièce divertente e ironica. Lo spettacolo, che vede in scena Matthias Martelli con la regia di Arturo Brachetti, è ritornato in scena al Teatro Carignano di Torino dal 26 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025; luogo dove era debuttato nel 2023. Scritto dallo stesso Martelli, il testo esplora la vita di Fred Buscaglione, celebrandone il successo e affrontando le difficoltà che segnarono la sua parabola artistica e umana. Con il suo stile istrionico e una recitazione volutamente carica, cangiante e appassionata, Martelli porta sul palco non solo lo straordinario successo di Buscaglione avvenuto nella seconda metà degli anni ’50, ma anche le sfide  e i dolori personali che accompagnarono quel periodo di fama.

L’intera scena è incorniciata dalla luminosa testata di un jukebox, simbolo iconico di un’epoca in cui le canzoni di Buscaglione dominavano la scena musicale, entrando a pieno titolo nella cultura popolare durante il miracolo economico italiano. Ai lati del palco, un’orchestra arricchisce la scenografia, ricreando con maestria le atmosfere vibranti di quel periodo d’oro per la musica italiana. Martelli cattura e travolge il pubblico, facendo emergere il genio di Buscaglione attraverso una voce che alterna toni irruenti, graffiati e persino falsetti, mantenendo sempre una nota di profonda ironia. La sua interpretazione restituisce i tratti di un uomo la cui vita, sebbene coronata dal successo negli ultimi anni, fu attraversata da difficoltà e contraddizioni.

Matthias Martelli e Fabrizio Bosso

Al centro della scena, una piattaforma girevole domina come fulcro simbolico della narrazione: qui Martelli apre e chiude il cerchio della sua narrazione, sigillando la sua performance come se ponesse il punto finale a una favola moderna. Le proiezioni sul fondale, racchiuso dalla cornice del jukebox, aggiungono un tocco suggestivo: con il loro stile fumettistico, creano ambienti, immaginari e atmosfere che amplificano il racconto. Le luci, in continuo movimento, accompagnano e demarcano i momenti salienti, mentre il suonar-parlato della tromba virtuosa di Fabrizio Bosso incarna perfettamente l’anima musicale di Buscaglione.

Sulla pedana centrale, nel finale, spicca la sagoma di una Ford Thunderbird rosa, l’auto con cui Buscaglione, all’alba del 3 febbraio 1960, si schiantò tragicamente nel quartiere Parioli di Roma contro un camion carico di porfido. Dopo l’incidente, Buscaglione fu soccorso dall’autista del camion contro cui si era schiantato e trasportato in ospedale su un autobus. Tuttavia, giunse quando ormai non c’era più nulla da fare. Morì lontano dalla sua Torino, la città che per tutta la durata dello spettacolo viene evocata attraverso parole e immagini.Lontano anche dal suo balcone nel quartiere Vanchiglia, dirimpetto a quello del paroliere e suo amico Leo Chiosso, dove si tratteneva a lungo a chiacchierare con quest’ultimo, facendo nascere alcune delle idee che avrebbero dato vita ai testi delle sue canzoni più celebri. Martelli riporta il pubblico persino nei pressi di Piazza Cavour, dove Buscaglione, grazie alla guida affettuosa della madre, compì i suoi primi passi nel mondo della musica, un percorso che lo condusse a diventare un brillante polistrumentista. Lo spettacolo è arricchito da momenti di improvvisazione e interazione con il pubblico, con Martelli che si muove irrequieto sulla scena, indossando il suo iconico gilet nero.

Che bambola, Eri piccola così, Guarda che luna sono solo alcuni dei brani che risuonano sulla scena, grazie alla maestria dell’orchestra e alla voce di Arturo Caccavale: brani che testimoniano la fusione dello stile jazz con la tradizione musicale italiana, rendendo omaggio al genio eclettico di Buscaglione.

Ph Raffaele Castiglione

Un plauso va alla regia di Arturo Brachetti, che ha saputo arricchire la scena con presenze poliedriche ispirate ai testi delle canzoni di Buscaglione. Attraverso toni pop caldi e accattivanti, il trasformista torinese ha ricreato l’irrequietudine geniale che caratterizzava l’artista, utilizzando molteplici codici teatrali per suscitare nel pubblico un’autenticità leggera e ironica. Così, proprio come Fred Buscaglione, Martelli ha saputo rischiare, dimostrando di conoscere a fondo l’argomento, offrendo un racconto travolgente accompagnato da un cast eccezionale.

di Matthias Martelli – con Matthias Martelli – tromba Fabrizio Bosso – voce Arturo Caccavale – pianoforte Alessandro Gwis – sassofono Mattia Basilico – contrabbasso Matteo Rossi – batteria Luca Guarino – regia Arturo Brachetti – scenografia Laura Benzi – costumi Roberta Spegne – aiuto regia Davide Allena – light design Pierre Courchesne – video Robin StudioEnfi teatro, Teatro Stabile Torino Teatro Nazionale, Il Parioli

Teatro Carignano, Torino | Dal 26 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025