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“La valigia della libertà”: una valigia che pesa più della vita

Il palco dell’Auditorium Municipale Pasquale De Angelis diventa tribunale civile per il diritto all’autodeterminazione, grazie a Valintina Petrini

Chi entra in sala per assistere a La valigia della libertà – andato in scena all’Auditorium Municipale Pasquale De Angelis lo scorso 31 ottobre – sa già che non sarà una visione leggera. Lo capisce dal silenzio teso del pubblico che riempie l’Auditorium, lo intuisce dallo sguardo della giornalista Valentina Petrini che, prima ancora di iniziare, sembra portare in scena un peso che non è solo professionale ma umano, intimo, irreversibile.

La valigia della libertà – Valentina Petrini

La storia che sta per raccontare è quella degli ultimi tre mesi di vita di Sibilla Barbieri: regista, attrice, madre, donna lucida e battagliera costretta a sfidare la burocrazia italiana per poter esercitare un diritto che, in un’Italia laica, dovrebbe essere garantito e invece diventa terreno di scontro politico, morale e religioso: il diritto all’autodeterminazione nel fine vita.

Lo spettacolo, costruito come un monologo documentario, intreccia parola, musica e materiale video. In scena, insieme alla Petrini, la presenza emotiva e sonora del violoncello di Pasquale Filastò, la voce limpida di Paola Bivona, la fisarmonica di Alessio Podestà: intermezzi musicali che non alleggeriscono, ma permettono al pubblico di respirare, di elaborare ciò che ha appena ascoltato. La direzione artistica di Norma Martelli tiene insieme racconto giornalistico e partitura emotiva con grande delicatezza.

La parte più dura arriva quando la Petrini rievoca il crescendo di ostacoli che Sibilla ha dovuto affrontare: le richieste alla ASL Roma 1, i rimpalli di responsabilità, i silenzi istituzionali, le risposte ambigue che somigliano più a una condanna che a una tutela. Il sistema sanitario italiano, salvo rare eccezioni regionali, continua a negare nei fatti ciò che la Corte Costituzionale ha riconosciuto nel 2019: la possibilità, per un malato terminale cosciente, di accedere al suicidio assistito senza essere costretto alla clandestinità della disperazione o all’esilio sanitario in Svizzera. La storia di Sibilla è una storia singola, ma parla per tutte quelle migliaia ancora senza voce.

Quando arriva la decisione definitiva e la partenza per la Svizzera, lo spettacolo cambia respiro. La Petrini non è più solo la giornalista che documenta: diventa l’amica che prova a fare i conti con il pudore, con il limite etico del suo mestiere. Resta a terra, non sale su quell’aereo. E nel raccontarlo, la sua voce si incrina non per spettacolarizzazione del dolore, ma per rispetto. «[…] Qual è il ruolo del giornalismo quando tocca la carne viva dei diritti? »  si chiede, e la domanda risuona come un atto politico, non retorico.

La valigia che Sibilla prepara è l’ultimo gesto concreto di una vita che non ha mai smesso di reclamare dignità. Ma è anche, simbolicamente, la valigia dell’Italia che continua a fuggire dalle proprie responsabilità etiche. Perché se da un lato figure come Marco Cappato e l’Associazione Luca Coscioni hanno aperto brecce decisive, dall’altro la legislazione resta bloccata, i diritti si trasformano in concessioni, e la morte dignitosa continua a essere un privilegio per chi può permettersi di andare oltreconfine.

La valigia della libertà – Pasquale Filastò, Paola Bivona, Alessio Podestà

Il teatro civile, quando riesce, non informa soltanto: interroga, ferisce, obbliga a una presa di posizione. La valigia della libertà non chiede pietà, ma consapevolezza. Ricorda che l’idea di libertà non è mai completa finché non comprende anche la libertà di scegliere quando smettere di soffrire. E l’applauso finale , ripetuto e commosso, non è solo per Sibilla, ma per tutti coloro che — come lei — sono stati costretti a morire altrove per potersi sentire vivi fino all’ultimo.

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La Valigia della Liberta – Storia di una disobbedienza civile – di e con Valentina Petrini, Pasquale Filastò, Paola Bivona, Alessio Podestà, coordinamento artistico Norma Martelli, in copertina Sibilla Barbieri, Auditorium Municipale Pasquale De Angelis, 31 ottobre 2025

Foto ©Grazia Menna

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