Più di 110 anni fa, a Coyoacán ( Messico) il 6 luglio 1907, nacque la pittrice più rivoluzionaria di tutti i tempi: Frida Kahlo. Questa artista e donna è un esempio di coraggio di forza ma anche amore e dolore. Una donna da cui possiamo trarre ancora oggi un grande insegnamento scorrendo la sua vita, osservando la sua opera fatta in vita e che ha lasciato a tutti noi.
Proprio in questi giorni e precisamente il 25, 26 e 27 novembre 2019 sarà proiettato nelle sale cinematografiche il docu-film evento dedicato alla rivoluzionaria artista messicana. Una produzione Ballandi Arts e Nexo digital in collaborazione con Sky Arte che è gia stato priettato in anteprima al 37° Torino Film Festival, nella Sezione Festa Mobile. Il docufilm proietterà lo spettatore in un viaggio tra le opere ma anche fotografie, vestiti e oggetti personali di Frida Kahlo che normalmente non accessibili al pubblico. Nel lavoro visivo, che vede anche la partecipazione straordinaria di Asia Argento, sono state poste in luce le due anime di Frida Kahlo ovvero la figura iconica, nonchè simbolo del femminismo contemporaneo, e l’artista libera nonostante le costrizioni del suo corpo martoriato.
Frida Kahlo, affetta da spina bifida, scambiata dai genitori per poliomielite, fu devastata anche da un incidente che ebbe mentre nel 1925 tornava in tram a casa. Subì fratture multiple alla spina dorsale che le comportarono ben 32 interventi chirurgici costringendola ad una lunga convalescenza a letto, compromettendo per tutta la vita la sua mobilità. Per far passare il tempo della lunga convalescenza i genitori di Frida le regalano colori e pennelli inconsapevoli che sarà questo l’avvio di una sfolgorante carriera artistica.
Frida infatti manifestò da subito il suo talento artistico e lo spirito indipendente e passionale, insofferente di ogni convenzione. Vista la sua passione per l’arte, i genitori la incoraggiano e le donarono un letto a baldacchino con istallato uno specchio sul soffitto in modo che si potesse osservare e ritrarre. Per questo motivo Frida realizzò molti autoritratti. Lei stessa dichiarerà: “Dipingo autoritratti perché sono spesso sola e perché sono la persona che conosco meglio”. Il primo dipinto realizzato è proprio un suo autoritratto che donerà ad Alejandro un ragazzo di cui è innamorata, il suo primo amore adolescenziale. Nei suoi ritratti raffigurerà molti momenti duri della sua vita, come il grave incidente.
L’attività pittorica di Frida si intensificherà nel tempo ed i suoi dipinti non saranno più circoscritti solo alla descrizione degli incidenti della sua vita, ma esprimeranno poi anche lo stato interiore, il suo percepire la relazione con il mondo. L’ultimo quadro dipinto da Frida fu “Viva la vida” raffigurante delle angurie, questo quadro verrà terminato nel 1954 otto giorni prima di morire, a soli 47. Le sue ceneri sono ancor oggi conservate nella sua Casa Azul, sede del Museo Frida Kahlo.