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“La storia degli orsi panda”, tra sogno e realtà

Al Cometa Off di Roma il Fringe Festival ospita l’opera di Matei Vișniec, tra poesia dell’assurdo e sogno cosciente

Quando si entra in sala e non vi è sipario, ma qualcosa al centro del palcoscenico è già pronto, è chiaro che lo spettacolo comincia con l’arrivo del pubblico. Al centro della scena un grande lenzuolo copre qualcosa di voluminoso, forse due corpi. “Vediamo se si muovono”, si è portati a pensare, ma loro sono più bravi dell’immaginazione: forse qualche micromovimento c’è, ma impercettibile, mentre le luci illuminano ancora la platea e loro restano in penombra.

Alessandro Boscato e Beatrice Vera Caudullo

Una voce avvisa che lo spettacolo sta per iniziare, dando istruzioni insolite: due campanelli si faranno sentire durante la rappresentazione. Al primo suono bisogna chiudere gli occhi, al secondo riaprirli. Così, le palpebre del pubblico diventano sipari viventi. Al primo campanello segue il secondo, e qualcosa cambia. I corpi si agitano sotto il lenzuolo: compare un ragazzo, seminudo, che si guarda attorno smarrito. Non sa dove si trova, non ricorda nulla, neanche di essere in casa sua. E soprattutto, non sa chi sia la ragazza accanto a lui. Non ricorda cos’abbiano fatto. La giovane prova a spiegare, ma con frasi sfuggenti e ambigue. Quando tenta di andarsene, lui la trattiene: tra poco è il suo compleanno e non vuole restare solo. Si accordano così per restare insieme ancora un po’, per conoscersi. Decidono di dormire insieme nove notti.

Il numero nove non è casuale: richiama un tempo simbolico, come i nove giorni di un rito iniziatico o di una preghiera. Il ragazzo, interpretato da Alessandro Boscato, vive un tempo sospeso tra il sogno e l’attesa, tra l’assurdo e la ricerca di senso. È un sassofonista, un artista della notte, chiamato per suonare in alcune serate ma inafferrabile, sfuggente. Perché fugge? Forse per sottrarsi all’assurdità dell’esistenza, forse per ritrovarsi.

Lei, interpretata da Beatrice Vera Caudullo, detta le regole del gioco. È lei a decidere quando giocare, cosa fare, come proseguire. I quadri si susseguono come tappe di un rituale. A ogni suono di campanello, lo spazio si trasforma. La scena è delimitata da quattro grandi quadrati tracciati sul palcoscenico, dentro cui i due attori si muovono, tra dentro e fuori. Tra attrazione e repulsione, tra desiderio e paura, tra vita e sogno.

I due personaggi sembrano incarnare due aspetti della stessa coscienza: la parte razionale e quella onirica, il bisogno di controllo e il desiderio di abbandono. A volte una prevale sull’altra, a volte è il contrario. Il confine tra mondo interiore ed esteriore è labile, e lo spettatore è continuamente invitato a interrogarsi su cosa sia reale e cosa no.

I due giovani attori danno prova di preparazione, soprattutto fisica: i loro movimenti, curati e simbolici, accompagnano con coerenza il flusso dell’azione, assecondando lo slittamento continuo tra realtà e finzione. La gestualità è ben pensata, in linea con quell’extraquotidiano che rende il teatro materia viva. Tuttavia, l’intonazione e il ritmo del parlato potrebbero essere in alcuni momenti più articolati e intensi: il tono quotidiano, sebbene renda reale la messinscena, rischia a tratti di smorzarne la tensione poetica. Serve più cura nei tempi recitativi, nella musicalità della parola.

Alessandro Boscato e Beatrice Vera Caudullo

Nonostante ciò, i due interpreti dimostrano coraggio, sensibilità e talento. La loro scelta di portare in scena un testo tanto sottile e rarefatto rivela un’urgenza espressiva che va sostenuta e seguita con attenzione. La storia degli orsi panda è una favola astratta sull’incontro tra due solitudini, un gioco delicato che si muove tra la veglia e il sogno. La messinscena al Cometa Off accoglie la sfida di un’opera difficile, affidandosi alla sincerità del gesto, alla fragilità dell’incontro, alla poesia dell’attesa. Uno spettacolo che parla soprattutto a chi sa ascoltare il non detto, e lasciarsi abitare dal mistero.

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La storia degli orsi panda di Matei Vișniec – con Alessandro Boscato e Beatrice Vera Caudullo – adattamento e regia Elsa Gaëlle Pochini – tecnico Vito Caputo – costumi Ester Amadio, Camilla Dolcini – Compagnia PNEUMA – Roma Fringe Festival – Teatro Cometa Off – 18 e 19 luglio 2025

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