David Marzi porta in scena il poema epico di Elia Marcelli al Todi Off
La seconda serata della 38° edizione di Todi Off, vede in scena al Teatro Nido dell’Aquila, la trasposizione del poema epico di Elia Marcelli: Li romani in Russia, diretto e interpretato da David Marzi, con gli effetti sonori di Livio Calabresi e musica della violinista Elisabetta Paolini.
L’Associazione di Promozione Sociale SenzaConfine, fondata da Teresa Cecere e Davide Manzi, arriva dalla Puglia, precisamente da Fasano, per proporre in dialetto romanesco, della generazione che ha vissuto la follia e la brama di conquista del regime fascista italiano.
I fatti narrati si riferiscono alla Campagna di Russia, quando l’Italia di Mussolini nel 1941, decise di partecipare alla guerra voluta a tutti i costi da Hitler, con la partenza da Roma di 220.000 soldati denominata l’armata dell’Armir, pronti a conquistare Mosca, un obiettivo mai raggiunto. Di questi solo 90.000 tornarono a casa dopo moltissimi anni dalla tragica ritirata nel dicembre del ‘42 ordinata dai vertici militari italiani.
Marzi in scena, dà corpo e sostanza alle tante storie che si nascondono dietro un Giggi, un Mimmo, un Peppe, un Nicola, un Remo; attraverso ognuno di loro l’affabulatore e cantastorie evoca il dolore e la disperazione di un’intera generazione, in una performance che rinnova la vitalità e l’urgenza del racconto. La necessità del non dimenticare, del non dimenticarli!
È un viaggio che esplora la profondità di questo evento storico dal punto di vista degli uomini comuni, lontano dalla narrazione tradizionale dei libri di storia. Attraverso una ballata che alterna toni drammatici, comici e prosaici, entriamo nella verità personale di chi ha vissuto la guerra.
Marzi si trasforma nei vari personaggi della storia: la madre che saluta il figlio con le mani tremanti, l’ufficiale a cavallo con un’andatura malferma, il prete ipocrita che incita i soldati alla guerra, i baffetti di Hitler e il mento alzato di Mussolini.
La sua gestualità e narrazione disegna quadri di vedute di Piazza San Pietro, oppure dei rioni attraversati dai tanti personaggi per giungere alla Stazione Tiburtina, da dove gli “eroi comuni” di questa spedizione sarebbero partiti. Struggente il momento in cui Manzi, rende vivida l’immagine di una stazione piena di militari, fidanzate madri che piangono i partenti ma che, nel vicino cimitero del Verano, potrebbero piangere figli mai ritornati.
Li romani in Russia rientra nel genere del teatro-canzone ed utilizza diversi registri linguistici (grottesco, narrativo, lirico, tragico); la sinergia tra suono e narrazione, curata da Livio Calabresi ed Elisabetta Paolini, crea l’atmosfera perfetta per ogni scena. Le canzoni inedite cantate da Manzi, in dialetto romanesco, coinvolgono profondamente il pubblico.
Il poema epico di Elia Marcelli, con la sua narrazione in versi e il rapido alternarsi della metrica, rende il racconto incalzante e cattura tutti gli spettatori presenti in sala, che al termine della rappresentazione, hanno tributato un lunghissimo applauso agli interpreti sulla scena, visibilmente commossi da tanto affetto restituitogli dal pubblico. Il monito finale, quasi brechtiano, invita lo spettatore a riflettere: “Perché la storia, detta a ‘sta maniera, pare fasulla, ma solo perché è troppo vera.”
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Li Romani in Russia –Diretto e interpretato da David Marzi – Drammaturgia Elia Marcelli – Violino Elisabetta Paolini – Pianoforte ed effetti sonori Livio Calabresi Produzione SenzaConfine Aps – Todi Festival XXXVIII edizione – Teatro Nido dell’Aquila 26 Agosto 2024
Foto di @Grazia Menna