Il delitto passionale che infervorò Napoli
Al Teatro Lo Spazio, La rosa non ci ama svela uno dei delitti passionali più celebri che siano mai accaduti a Napoli, nella notte tra il 16 e 17 ottobre 1590: l’omicidio è accaduto per mano del Principe Carlo Gesualdo da Venosa contro sua moglie Maria D’Avalos e l’amante di lei Fabrizio Carafa, Duca D’Andria. Il fatto è avvenuto proprio davanti al Palazzo del Principe, Sansevero, tutt’ora luogo intriso di mistero.
Il Principe Carlo Gesualdo è stato un tempo un compositore di madrigali dalla fervida immaginazione, Maria D’Avalos una donna passionale ed esuberante. La leggenda narra che, ogni notte, i due amanti appaiono come due anime tormentate a ripercorrere quegli eventi drammatici. Con l’utilizzo di semplici oggetti o indumenti di scena realizzati da Roberto Rinaldi, i due personaggi rievocano artefici e comprimari di quel delitto d’onore per svelarne le trame più oscure.
Attraverso i colori emanati dal Cubo di Rubik sulla scena, le anime dei due coniugi riflettono quelle sfumature cromatiche proposte per confessare le intense emozioni di quella notte, come da veri testimoni di fronte a un’aula di Tribunale. Entrambi i personaggi sono vestiti come dei clochards, dei senzatetto dove non c’è più traccia dello charme aristocratico delle rispettive ascendenze. Durante tutta la rappresentazione, il Principe Carlo Gesualdo e Maria D’Avalos decidono di sfidarsi a colpi di giochi linguistici che si intrecciano tra un napoletano e uno spagnolo castigliano del Cinquecento, il periodo d’oro per gli studi accademici sulle lingue moderne.
Interpretazioni ardimentose e poliedriche quelle di Cloris Brosca e Gianni De Feo alle prese con più personaggi storici e nella ricerca di una caratterizzazione che potesse diversificarli, impresa alquanto riuscita. Gli accompagnamenti musicali del maestro Alessandro Panatteri fanno da colonna sonora a un delitto storico, rievocando quei componimenti che richiamano i madrigali impreziositi dalle grandi doti canore di Gianni De Feo.
La regia delinea una drammaturgia complessa che invoca diversi piani narrativi: dal reading al canto e a piccoli movimenti di danza, ma che nell’insieme presenta forti elementi simbolici e cromatici, caratterizzati soprattutto dalla presenza del colore rosso sulla scelta delle luci e sui vari oggetti di scena che ne richiamano il fatale duplice omicidio.
Un’opera storica che quasi rammenta la triste storia di Paolo e Francesca di Dante, dove in amore non c’è rosa senza spine: la Rosa che incarna tutta la bellezza e la dolcezza dell’Amore, con tutte le conseguenti amarezze.
La rosa non ci ama di Roberto Russo – regia e drammaturgia musicale di Gianni de Feo – con Cloris Brosca e Gianni de Feo – Aiuto regia Alessandra Ferro – Assistente alla regia Letizia Nicolais – Musiche di Alessandro Panatteri – Impianto scenografico e costumi Roberto Rinaldi – consulenza per lo spagnolo Lorenzo Russo – Luci e fonica Alessandro Iannattone – Scenotecnica Massimiliano Persico – Produzione Lab48 di Tiziana Beato – Teatro Lo Spazio dal 22 al 25 febbraio 2024
Foto di scena e grafica Manuela Giusto.