La rivoluzione pop de “I Tre Moschettieri”

I cadetti di Francia ritornano a suon di musica

In tempi incerti come questi, oggi come mai le risposte si trovano nei libri, più ancora che nel teatro o nel cinema. Ed è proprio il patrimonio letterario universale che ha regalato all’uomo tematiche sempre consone per il contesto moderno.

“I Tre Moschettieri” – © Facebook

L’adattamento dell’omonima opera letteraria dello scrittore francese Alexandre Dumas in un’opera pop è un’impresa ardimentosa: la storia è conosciuta ai molti, ma non tramontano mai le ideologie e le grandi tematiche affrontate come l’amore, l’amicizia, gli intrighi di corte, i complotti ambiziosi pur di ottenere il potere assoluto.
Tutta la narrazione avviene in un preciso quadro storico, ovvero durante il regno aspro del Re Luigi XIV con al suo fianco lo spietato Cardinale Richelieu, dove entrambi conducono una campagna sanguinosa contro gli Ugonotti e i Giansenisti per convertirli forzatamente al Cattolicesimo.

Giò Di Tonno, Graziano Galatone e Vittorio Matteucci, reduci dai grandi successi di Notre Dame de Paris, quando prendono la scena si fanno ascoltare in un religioso silenzio. Ma con la grande umiltà che contraddistingue ogni grande artista, i tre attori di spicco lasciano spazio e corpo agli altri interpreti per potersi esprimere e prendere la scena. Si rimane affascinati dai talenti canori di alto calibro di tutti i performers che lasciano il pubblico piacevolmente ammaliato e sorpreso. Da prestare attenzione al narratore della storia, nonché l’autore stesso del componimento, che resta distante da ogni azione senza prenderne mai parte o schierarsi, ma semplicemente riportando le nobili gesta dei Tre Moschettieri e del valoroso giovane D’Artagnan.

Contorno fondamentale della narrazione è il corpo di ballo: presenza scenica imprescindibile, preposta ad assistere la scena attivamente ora come servi di scena, cortigiani di corte o dame di compagnia. Nell’opera pop, o per meglio dire nel melodramma pop, si predilige lo stile della danza contemporanea, linguaggio più consono per avvicinare il pubblico e renderlo partecipe alla resa scenica.

La scelta della scenografia è sbalorditiva: dapprima, una semplice impalcatura scheletrica suddivisa in diversi piani che fanno presagire azioni acrobatiche, per poi prendere vita e diventare oggetto di proiezione di immagini delle strade e dei palazzi di Parigi o di rappresentazioni evocative di molte scene dominanti.

Degni di una grande opera sono altrettanto i costumi: elementi argutamente studiati per esser fin da subito indossati, geometricamente interessanti per presagire movimento e tridimensionalità, per non parlare delle maschere bifronti utili per raccontare simbolicamente gli inganni e le ipocrisie che si celano in un evento mondano della corte francese come un ballo mascherato.

“I Tre Moschettieri” – © Facebook

Le musiche di Giò di Tonno sono fin da subito magnetiche ed emozionanti, dove è possibile percepire una conoscenza profonda e consapevole del genere musicale.

Che l’opera pop non sia forse metafora della rappresentazione del mondo contemporaneo e messaggio di speranza nascosti tra le rime delle canzoni? Un melodramma complesso, mélange di tanti sentimenti contrastanti inseriti nel calderone di pura poesia e immaginazione per cui vale la pena perdersi come in un bel sogno.

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I Tre Moschettieri – Opera Pop – Direzione artistica e regia Giuliano Peparini – con Vittorio Matteucci, Giò Di Tonno, Graziano Galatone, Sea John, Leonardo Di Minno, Cristian Mini, Camilla Rinaldi, Beatrice Blaskovic, Roberto Rossetti, Gabriele Beddoni e i ragazzi della Peparini Academy Special Class – coreografie Veronica Peparini e Andreas Muller – testi Alessandro Di Zio – musiche Giò Di Tonno – orchestrazioni Giancarlo Di Maria – produzione Stefano Francioni Produzioni e Teatro Stabile D’Abruzzo – Organizzazione Ventidieci – dal 05 al 16 Marzo al Teatro Brancaccio.