La passione e la poesia di Garcia Lorca

Ornella Giusto omaggia il grande poeta e drammaturgo spagnolo alla 45a edizione de La Versiliana

di Saul Gerevini

Ornella Giusto è una donna di teatro colta, raffinata e preparata. In sostanza è una attrice da seguire con attenzione, visto la sua eleganza e l’impegno che lei mette nell’offrire al suo pubblico il meglio di sé, durante le sue performances.

Comunque, oltre al teatro, ha lavorato anche in televisione, in specifico nella fiction ‘Il paradiso delle signore’ nel ruolo di Rosalia.

Ha scritto anche un’opera che ha rappresentato in teatro, una pièce teatrale su Garcia Lorca, che per come è stata strutturata da lei ha regalato molte emozioni agli spettatori che, venendo a conoscenza della vita di questo grande poeta, non hanno potuto fare a meno di ritrovarsi a commuoversi, soprattutto nella scena finale dell’opera proposta dalla Giusto, dato che la fine di Lorca è stata violenta e senza pietà: un colpo alla nuca…. e niente più.

I contenuti dell’opera si intrecciano con una trama teatrale tale, da portare lo spettatore ad essere completamente assorbito da ciò che succede nel palco mentre lei si trasforma, camaleonticamente, in maniera evocativa in diversi personaggi che richiamano non solo le passioni del grande poeta, ma anche la cultura in cui sono immersi i contenuti delle poesie di Lorca, come il Flamenco.

Tutto questo è avvenuto nel Giardino Barsanti, nel Chiostro Sant’Agostino a Pietrasanta, nell’ambito delle varie attività estive della Versiliana di quest’estate 2024, davanti ad un pubblico molto attento, e anche emozionato, dalle parole che la Giusto declamava, con vari registri vocali per rendere più empatica la narrazione al pubblico.

Nella sua narrazione questa brava attrice ha riportato, e sottolineato, il valore intellettuale e poetico di questo grande poeta sudamericano, che rifiutando il fucile, e imbracciato la penna per combattere la sua personale guerra contro l’ignoranza, come fece Prevert, protestò attivamente contro le miserie umane create dalle guerre, e le rivoluzioni sociali, talvolta sacrosante, come quelle che cercarono di rovesciare il regime repressivo e sanguinario di Pinochet.

Nella sua avventura narrativa, la Giusto ha rivelato la sua profonda passione non solo per il grande poeta Lorca e la sua poesia, ma ha anche rivelato il suo profondo amore per le espressioni culturali di questi popoli autoctoni del sud America, che venendo a contatto con i popoli latini della vecchia Europa, interpretarono e trasformarono a loro modo i linguaggi europei di diverse discipline, non solo della linguistica, formando nuove lingue, come il Brasiliano, per esempio, ma strutturarono anche nuove concezioni per quanto riguarda alcuni fenomeni artistici, come la musica che dall’incontro, sempre con la vecchia Europa, crearono espressioni artistiche di eccellenza come la Bossa nova.

Tutto questo la Giusto lo ha espresso rappresentando, in maniera molto vivida e suggestiva, alcune perle narrative che sfruttando come forma di comunicazione il ballo, ha trasmesso al pubblico una emozione profonda che le parole non potevano donare.

Per cui a un certo punto, la Giusto ha cominciato una danza nel palco, molto sinuosa e sensuale, per trasmettere al pubblico ciò che le parole non possono esprimere, e cioè quella mimica fisica che le parole non possono trasmettere e tradurre in emozioni, perché quelle popolazioni primitive, che i coloni europei incontrarono in questi paesi lontani, usavano la musica e i loro corpi sinuosi per comunicare ciò che le parole non possono comunicare.

La lettura dei brani che riguardano puramente Lorca e la sua vita, con informazioni anche sui suoi rapporti personali con gli intellettuali più in vista di quel momento, come Neruda e Dalì, hanno dato una coloritura a Lorca che lo ritrae giustamente come un grande uomo, come un grande difensore dell’umanità, dell’arte e in sintesi della vita, che sinceramente è il dono più bello che possiamo ricevere noi esseri viventi.

Strutturalmente, l’opera teatrale di Ornella Giusto è un inno alla vita, che Lorca abbracciò con entusiasmo e profondo rispetto e una grande gioia, sperando che quella stessa gioia, che esprime in certi suoi scritti, lo abbia accompagnato alla fine della su vita, quando un nemico della vita, un nemico della gioia, gli puntò una pistola alla tempia freddandolo per sempre, lui, esponente di quella felicità e di quell’amore, che il calore della vita regala ad ogni essere umano. 

Viva la poesia di Lorca, viva la gioia e l’amore per gli esseri umani, che sono due valori che Lorca ha sempre cercato di ‘’inculcare’’ nella mente degli esseri umani, molti dei quali sfortunatamente, non recependo il suo messaggio, hanno fatto una vita senza gioia e senza amore, insomma una vita che ‘’non vale la pena di essere vissuta’’.

Concludendo, posso dire che l’ottimo contributo di Ornella Giusto, che ha rappresentato il pensiero di fondo di Lorca nella sua opera teatrale, merita di essere divulgato per far conoscere a più gente possibile cosa è davvero la vita: gioia, amore e felicità…, no un colpo in testa sparato da un frustrato che non ama la vita, perché in primis non ama se stesso.

Federico Garcia Lorca – Il poeta della libertà di e con Ornella Giusto – La Versiliana – Chiostro di Sant’Agostino 23 agosto 2024

Foto di copertina @Dino Stornello