Fino al prossimo 30 aprile, alla Pinacoteca Vaticana, aperta al pubblico e straordinariamente in mostra, sarà possibile vedere la “Pala dei Decemviri” del Perugino nella sua forma integra ed originale. L’opera, un dipinto a olio su tavola di legno, fu realizzata da Pietro Vannucci detto il Perugino, nel periodo databile tra il 1495-1496. La straordinarietà sta nel ricongiungimento della Pala con la cornice e la cimasa (che coronava la Pala con la raffigurazione del Cristo in pietà), conservate separatamente rispettivamente ai Musei Vaticani e nella Galleria Nazionale dell’Umbria. L’opera fu divisa in seguito agli espropri francesi, nel 1797, che portarono a Parigi la sola grande tavola, lasciando cornice e cimasa in Italia. Successivamente alla caduta di Napoleone, la tavola ritonò in Italia ma entrò a far parte della Pinacoteca Vaticana e dunque rimase disgiunta dalle restanti componenti dell’opera.
La Pala, è stata esposta, da ottobre a gennaio di quest’anno, a Perugia, accolta nuovamente, dopo ben due secoli, nel luogo per cui era stata originariamente concepita. La stessa Pala infatti fu commissionata dai Decemviri di Perugia proprio per la cappella nel Palazzo dei Priori.
L’opera viene presentata, ancora nella sua interezza originaria, anche a Roma alla Pinacoteca Vaticana, in occasione delle celebrazioni del cinquecentesimo anniversario della morte di Raffaello di cui il Perugino ne fu maestro.
La Pala raffigura la “Madonna col Bambino” sotto un portico, tipico della produzione del Perugino, con la sua solenne ma semplice e severa figura, immersa in un luminoso paesaggio collinare, del tutto in linea con il clima spirituale dell’epoca dei Savonarola. La Madonna seduta su di un trono, in una composizione triangolare, è collocata alla cima delle figure disposte simmetricamente, tra i Santi e protettori di Perugia ovvero Lorenzo patrono cui è dedicata la cattedrale, Ludovico di Tolosa protettore del Palazzo dei Priori, assieme agli altri due patroni perugini Ercolano e Costanzo.
Pietro Vannucci detto il Perugino fu il massimo rappresentante della pittura umbra del XV secolo nonché uno dei maggiori esponenti dell’umanesimo della sua epoca. Tra le importanti collaborazioni anche quella per la decorazione della Cappella Sistina con Botticelli. In tale occasione il Perugino dipinse la sua opera più nota: la “Consegna delle Chiavi”.
Si rifugiò a Fontignano per scampare alla peste bubbonica, nel 1523, dove invece morì.