Il famoso Teatro La Fenice di Venezia rimane stranamente silenzioso quando il quartetto d’archi Dafne entra sul palco. I musicisti si avvicinano e si inchinano, nonostante non ci sia pubblico all’interno della grande sala da concerto, che può ospitare più di 1.000 persone. Mentre i quattro artisti prendono posto, il violinista Federica Barbali non può fare a meno di ridere della situazione imbarazzante e insolita.
Per un momento, puoi sentire uno spillo cadere nello splendido teatro rococò, originariamente costruito nel 1792; quindi il quartetto inizia a suonare il Quartetto per archi n. 4 di Ludwig van Beethoven, Op.18 n. 4. E mentre la musica riempie il vuoto, improvvisamente ti viene in mente il fatto che stai guardando questo evento comodamente da casa tua.
Il Teatro La Fenice ha deciso di trasmettere in diretta il concerto online, poiché l’Italia è in lodckdown. Gli eventi culturali sono stati cancellati in tutta Italia ed Europa nel tentativo di contenere la diffusione del coronavirus. Ma ciò non significa che tutta la vita pubblica debba finire; al fine di garantire che la vita culturale continui, gli organizzatori stanno elaborando nuovi formati per canalizzare i loro eventi.
Su Twitter, il flusso di concerti del Teatro La Fenice è una delle tante cose condivise con l’hashtag #iorestoacasa – che si traduce in “Sto a casa”. Gli italiani di tutto il paese stanno usando l’hashtag per parlare della propria vita in condizioni di quarantena e per mostrare solidarietà a coloro che sono stati infettati dal coronavirus.
Ma La Fenice non è l’unico teatro che si è fatto promotore di questa nuova modalità di poter fruire di eventi che dal vivo sono stati cancellati, perché la cultura non si può e non si deve fermare.
Da Genova a Torino, da Palermo a Napoli e da Milano e Parma, i teatri hanno trovato canali alternativi per comunicare con il loro pubblico. Il Teatro Carlo Felice di Genova trasmette ogni giorno perle dal suo archivio: dallo Schiaccianoci di Ciajkovskij alla Boheme di Puccini.
Opera e balletto non vi piacciono? Che dire allora della musica classica, ad esempio Ludwig Van Beethoven, diretto da Zubin Metha? Oppure basta andare sul sito del Teatro Massimo di Palermo per godersi Madama Butterfly del maestro Giacomo Puccini con il soprano Hui He.
Anche le istituzioni museali e culturali si stanno adattando. La Triennale di Milano organizza ogni giorno su Instagram “Decameron”, un festival digitale con noti autori, cantanti, scrittori e giornalisti italiani che raccontano le loro “storie” seguendo le orme del Boccaccio. Il Museo d’Arte Moderna di Bologna sta realizzando brevi video in cui gli artisti che espongono al museo spiegano il significato e il lavoro dietro le loro creazioni.
Tornando al nostro quartetto d’archi a La Fenice, che si esibisce in circostanze così uniche, non può non scattare un sentimento di solidarietà. Mentre il pubblico online continua a commentare la performance, esprimendo soprattutto la loro gratitudine per il bellissimo concerto, un utente ricorda agli altri spettatori che stanno ancora guardando una performance musicale facendoli zittire come se fossero all’interno del teatro.
Il quartetto d’archi Dafne non è di gran lunga l’unico gruppo di musicisti classici che fanno ricorso allo streaming come alternativa durante questi tempi difficili. L’Orchestra Sinfonica di Giuseppe Verdi a Milano è stata anche costretta a suonare davanti a una casa vuota all’inizio di marzo durante lo streaming del concerto online. L’hashtag scelto era forse più poetico: #Lamusicanonsiferma, perché la musica cosi come la cultura non si fermeranno mai.