Madres Parallelas, il film in concorso del regista spagnolo Pedro Almodovar, ha inaugurato la 78a Mostra d’arte cinematografica di Venezia accolto dagli applausi del pubblico che si avvale di una grande interpretazione delle attrici Penelope Cruz (già ripartita per Roma dove sta girando un film di Emanuele Crialese) e Milena Smith. Il film racconta sullo sfondo politico della tragedia degli orrori del franchismo, una delicata storia di amicizia fra due giovani donne partorienti in una clinica madrilena. Il film costruito come un melò è anche un appassionante thriller sull’identità’ dei rispettivi nascituri e una profonda e attenta riflessione sulla stessa maternità’ espressa dalle due protagoniste coinvolte loro malgrado in un confuso labirinto di identità. Nel frattempo le luci del festival si accendono sul cinema italiano e dopo la proiezione per la stampa di É stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino (già’ si parla di candidatura all’Oscar), interpretato da Tony Servillo, un debutto se vogliamo per il regista de La grande bellezza, che non è mai stato in concorso a Venezia, con un capolavoro che fa davvero onore al cinema Italiano.
Sorrentino racconta gli anni della sua giovinezza nella Napoli di Maradona, un percorso ricco di emozioni, di sentimenti, di amore di rivelazioni. Un percorso intimo e personale che avvince, diverte e commuove in sala prima della esplosione di un applauso lungo e sentito. Toni Servillo che nel film di Sorrentino recita il ruolo del padre, è affiancato sullo schermo da uno stuolo di attori straordinari fra cui si parlerà’ molto a cominciare da Filippo Scotti nel ruolo del giovanissimo Paolo quando sognava ancora “El pibe de oro”.
L’altro film delle ultime ore del Festival è The power of the dog, diretto dal premio Oscar Jane Campion e interpretato da Kirsten Dunst. Il film che si può anche definire a tutti gli effetti un western è tratto dal romanzo omonimo di John Savage e segna il ritorno della regista neozelandese dopo 12 anni dall’ultimo Bright Star. Un’avvincente storia di amore e odio tra due ricchi fratelli allevatori di bestiame in un ranch del Montana ambientato negli anni venti e narra il drammatico rapporto esistenziale di due uomini uniti dai soldi divisi dal rapporto umano e caratteriale che ricorda da vicino film come La Valle dell’Eden di Elia Kazan e il più recente I segreti di Brokeback Mountain di Ang Lee.
La Campion, Oscar per Lezioni di piano nel 1994, ha consegnato il Leone d’oro alla carriera a Roberto Benigni ricordando la gioia e l’amore che ha sempre comunicato l’attore toscano.
L’altro film in concorso d’autore è Il collezionista di carte firmato da Paul Schrader, che con questo film si rifà ai temi caldi di Martin Scorsese espressi con capolavori come Taxi Driver. La storia è quella di William Tell, un grande giocatore d’azzardo la cui vita viene scossa quando incontra una persona che gli cambierà’ la vita. Sullo schermo William ha il volto dell’attore Oscar Isaac, che alla Mostra è protagonista con ben altri due film come il colossal Dune e Mona Lisa and the Blood Moon diretto da Ana Lily Amirpour.
Ma in questa 78a Mostra c’è anche molta musica legata al cinema. Intanto il documentario diretto da Giuseppe Tornatore dedicato ad Ennio Morricone, poi uno sullo storico gruppo dei Led Zeppelin con la regia di Bernard MacMahon e il documentario dedicato ai grandi cantautori come quello sulla vita del grande Leonard Cohen dal titolo Hallelujah:Leonard Cohen, A Journey, A Song. L’Italia dei cantautori sarà invece rappresentata da Fabrizio De André con il docufilm DEANDRÉ#DEANDRÉ – Storia di un impiegatodi Roberta Lena e il film di Giorgio Verdelli, Ezio Bosso le cose che restano, dedicato al grande musicista torinese recentemente scomparso.