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La mort de Mario Ricci: un Volonté sconosciuto al Rome Film Fest

La Festa del Cinema di Roma omaggia Gian Maria Volonté, ma qualcuno non è d’accordo…

La mort de Mario Ricci è un film di Claude Goretta del 1983. Gian Maria Volonté vinse il premio per la miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes, ma, curiosamente, il film non circolò molto in Italia. Durante la seconda giornata di Festa, La mort de Mario Ricci viene proiettato nella sala Cinecittà della Casa del Cinema, alle 16:30. Una scelta che ha infastidito non poco gli invitati a parlare di uno dei più grandi attori della storia del cinema.

Gian Maria Volonté premiato al Festival di Cannes – 1983

Angelica Ippolito, attrice e compagna di Volonté negli ultimi anni di vita di quest’ultimo, si trovava in sala come ospite per presentare il film insieme a Felice Laudadio. A lei la prima domanda: “Hai ricordi del periodo in cui Gian Maria girò questo film?”. Prima la risposta secca “No”, motivata dalla breve giustificazione di non ancora essere presente, all’epoca, nella vita dell’attore. Poi, l’attrice ha dato seguito a una forte critica.

Ippolito sostiene che non sia stato reso un degno omaggio al grande attore che è stato Gian Maria Volonté, proponendo nel programma della Festa del Cinema di Roma una sola proiezione di questo film. Per di più a metà pomeriggio e in una piccola sala dislocata, non molto affollata, anziché all’Auditorium. Si trova d’accordo anche Laudadio, che porta con sé le lamentele della figlia di Volonté, anch’ella invitata ma non presente in sala, Giovanna Gravina. Con profondo rispetto, ammirazione e malinconia, Laudadio prosegue poi con un racconto dell’impegno politico, di militanza culturale, proprie della preparazione di Volonté a questo personaggio e non solo.

Ne La mort de Mario Ricci, proiettato in francese, lingua in cui girò anche Volonté per poi doppiarsi in italiano, quest’ultimo interpreta un reporter televisivo, Bernard Fontana. Egli si reca a Etiolaz, un villaggio della Svizzera francese, per intervistare Henri Kremer. Il sociologo specializzato nel discorso riguardante la fame nel mondo si trova in un momento complicato della sua carriera, di disillusione e stanchezza. Sullo sfondo giace la morte nebulosa di un giovane operaio immigrato italiano, Mario Ricci.

Il Gian Maria Volonté dei famosi western, che gli permisero di campare per un certo periodo della sua vita (per citare Laudadio), viene messo da parte per far emergere un nuovo volto. Nella preparazione al ruolo, durata circa due anni, l’attore fa un lungo lavoro di sottrazione. Costruisce un personaggio scevro dall’utilizzo della parola come via di comunicazione. Volonté in questo film si esprime solo attraverso il viso, con gli occhi soprattutto. Occhi che riflettono il peso del suo giudizio, che altro non sono se non lo specchio di chi guarda.

La mort de Mario Ricci è un film contemplativo, percepito quasi immobile. Senza troppi gesti né parole, va diretto a scavare nell’interiorità dei personaggi. Il protagonista di Volonté è analitico, silenzioso e un gran osservatore. Un protagonista che ritrae idealmente parte della personalità dello stesso attore. Questo anche perché il suo personaggio rimane quasi sempre in disparte. Un po’ come, dice Laudadio, tendeva a fare Volonté nel ventaglio di eccellenze cinematografiche della sua epoca.

Gli eventi, che accadono per mano delle altre persone, nascondono la sua agentività latente. Ai margini dell’inquadratura, lui osserva e ascolta, rubando morbosamente l’attenzione dello spettatore. Si tratta di un ascolto di riflessione, volto a esplicitare il punto di vista che si sta raccontando. Egli scruta l’intimità di una società in declino, facendone emergere una potente denuncia.

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La morte di Mario Ricci

La mort de Mario Ricci è stato un regalo che la Festa del Cinema di Roma è riuscita a fare a tutti gli spettatori e spettatrici. Al trentennale dalla morte di uno dei più grandi attori di sempre, Venezia 81 ha proiettato un documentario omaggio, così profondo e sfaccettato da farne rivivere l’anima. Quasi due mesi dopo, questa riscoperta cade a pennello.

Il film mostra proprio uno di quei mille volti di cui si serve Zippel per il titolo del documentario. L’impegno di Gian Maria Volonté in un lavoro mimetico, emotivo e al tempo stesso di militanza culturale, sociale e politica, emerge prepotentemente in questo film, aggiungendo un importante tassello all’eredità che ci ha donato questo straordinario attore.

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La mort de Mario Ricci – regia di Claude Goretta – con: Gian Maria Volonté, Magali Noël, Heinz Bennent, Mimsy Farmer, Jean Michel Dupuis, Michel Robin, Lucas Belvaux, Claudio Caramaschi