LA LOCANDIERA: La recensione

Un bianco diffuso domina la scena, bianco delle parrucche, cipria sui volti, candore antico dei preziosi costumi (Maria Barbara de Marco) che, accatastati su enormi appendiabiti, divengono parte integrante della scenografia stessa (Margherita Baldoni)

Spaccato in due dall’orizzontalità di un lungo tavolo, il palco si popola di personaggi; dapprima mimi in preda a pantomime e moine, si muovono assieme ai piccoli poupettesche ne sono la diretta miniatura.

“Perché siete venuti a simil contesa?” –l’uno batte le mani stizzito, l’altro si lascia andare a una risata stridente; collidono le voci dei due pretendenti spalancando la diatriba fra nobiltà e ricchezza.

Investe la scena del Teatro Vascello di Roma fino al 2 Febbraio “La locandiera” di Carlo Goldoni interpretato dalla Compagnia Proxima Res di Tindaro Granata, per la regia di Andrea Chiodi.

Baricentro dinamico dell’interospettacolo, a Mirandolina (Mariangela Granelli) piace “sentirsi vagheggiata, adorata ”- cosi come repentine e  sfuggenti sono le sue movenze, parimenti rutilanti appaiono quelle degli altri, agenti di un inseguimento circolare dalle infinite direttrici.

Un lungo monologo rivela il fastidio di della locandiera dinanzi alla misoginia del Cavaliere di Ripafratta (Fabio Marchisio) quand’ecco l’entrata esuberante di due presunte nobildonne: è attraverso un cambio d’abiti “esposto”, meccanismo funzionale all’intera rappresentazione, che i personaggi femminili vengono incarnati dagli stessi interpreti.

Vezzi, risatine, parole volutamente spezzate o canticchiate: si articola la commedia sul virtuosismo vocale, sull’estensione timbrica che nel Marchese di Forlipopoli (Tindaro Granata) si fa brillantemente esacerbata.

Tra “parole, lacrime, svenimenti mendaci” la commedia è zig zag di riso e commozione; affermandosi fedele all’edizione originale riesce a farne emergere il carattere universale, a proporsi come organismo brillante che sulle luci (Marco Grisa), il suono (Daniele D’Angelo) e l’innesto di piccole decisivi escamotage, raggiunge la sua armonia.

Con Caterina Carpio, Caterina Filograno, Tindaro Granata Mariangela Granelli Fabio Marchisio.