Intervista al regista di Linee, tra i bordi, Felice Della Corte, in programmazione al Teatro Marconi
di Elisa Fantinel
Al Teatro Marconi di Roma dal 13 al 16 febbraio in scena lo spettacolo Linee, tra i bordi scritto dalla giovane e talentuosa autrice Arianna Cozzi. Sul palco Anania Amoroso, Alessio Antelmi, Alice Corti, Kevin Di Sole, Francesca Faccini, Riccardo Musto.
Il testo pone l’accento non sul movente, ma sul fine delle guerre tutte, mostrando come, in realtà, non ce ne sia mai alcuno. L’inutilità teleologica, propria del conflitto, diventa, in questa vicenda, arma letale nelle mani dei soldati che quel conflitto lo vivono sulla loro pelle. Qui, nessuno vince e nessuno perde.
La storia ci insegna che la guerra non porta ad altro che distuzione, morte, sofferenza, risentimento e rabbia. La guerra non arriva mai ad una soluzione, la guerra è inutile, crudele ed assurda. E chi paga le conseguenze di tutto questo? Qual è la strada per porre fine ad un errore che continua a ripetersi dalla storia dei tempi? Qual è il modo per capovolgere la coscienza di chi la guerra la pianifica e la ordina? Come superare divisioni e pregiudizi? Come mettere a fuoco un pensiero nuovo, rivoluzionario, lontano dall’ego, che non pensa per opposizioni, che prova a confontarsi in maniera disarmata anche interiormente?
Queste sono solo alcune tra le tante domande che lo spettatore si pone alla fine di Linee, Tra I Bordi.
La regia è firmata da Felice Della Corte, anche direttore del Teatro Marconi, che ha approfondito il suo lavoro in questa appassionata conversazione.
Linee, Tra I Bordi, il testo di una giovanissima autrice, Arianna Cozzi. Cosa ti ha colpito di più di questo testo?
Ciò che mi colpisce di più di Arianna è che lei scrive in maniera semplice cose che tutti quanti noi pensiamo ma che ma che spesso non riusciamo a tradurre in parole. Lei ha messo in fila le parole, e con grande chiarezza ha dato voce ai nostri pensieri confusi. A volte non riusciamo a concretizzare in termini dialettici un pensiero, ma lei l’ha scritto e chiunque verrà a vedere lo spettacolo e si metterà in reale ascolto, avrà l’opportunità di rendersi conto più che mai che la guerra è assurda, che non ci sono ragioni per fare una guerra, mai, e questo lo trovo stroardinario soprattutto per una giovanissima autrice.
Che tipo di lavoro hai fatto con gli attori in scena?
Originariamente “Linee, Tra I Bordi” era un corto teatrale di cui mi sono innamorato a tal punto da proporre ad Arianna Cozzi di farne una versione estesa e dopo lunghe chiacchierate Arianna ha rimesso le mani sul testo ed è stata molto brava a mettere su carta ciò che avevamo pensato assieme. Il lavoro con gli attori è stato quello di trasmettere il profondo significato di ogni singola espressione all’interno del testo e fare in modo che per loro fosse una messa in scena del tutto naturale, che fossero il più possibile veri, nonostante a tratti lo spettacolo ha delle caratteristiche oniriche che commuoveranno sicuramente il pubblico. Il cast è composto da attori molto giovani e talentuosi, per alcuni di loro è un esordio all’interno di uno spettacolo professionale e, sono orgoglioso di dire, che alcuni di loro sono allievi della Scuola del Teatro Marconi.
Secondo te operazioni come questa possono piantare un seme per cambiare le cose?
A questo purtroppo non so dare una risposta perché le guerre ancora esistono e noi di certo non siamo i primi a parlare di questa tematica. Credo, però, che più se ne parla meglio è, quindi un’operazione come questa spero possa portare verso la strada della ragionevolezza. È necessario che qualcuno richiami l’attenzione di chi la guerra la fa. Tutti si esprimono contro la guerra eppure continuo a sentire i vari leader che sono coinvolti in queste operazioni belliche trovare continue ragioni per fare la guerra. Se qualcuno stabilisce che la guerra si può fare allora la guerra sarà sempre una cosa normale e non c’è nulla di più sbagliato di questo. Non so se questo spettacolo potrà cambiare qualcosa…sono fiducioso ma anche disilluso.
L’edizione 2025 del Marconi Teatro Festival è già in cantiere?
L’edizione 2025 è sicuramente in cantiere, ora dovrò più che altro capire la fattibilità della sua realizzazione in funzione degli impatti economici di questa attività. La mia volontà è sicuramente quella di farlo, ci sto provando ma senza andare in remissione come è successo in passato. L’’esperienza mi suggerisce di essere un po’ più prudente degli altri anni. Continuate a seguire le pagine social e il sito del Teatro Marconi per rimanere aggiornati a riguardo.