Dall’Auditorium, però, arrivano buone notizie per il Teatro Argentina. Gotor: «Modificato lo statuto»
Sotto un cielo plumbeo, completamente diverso fino a quello che illuminava Roma fino a un paio di giorni fa, parte la diciottesima edizione della Festa del Cinema. Il Parco della Musica, come sempre, accoglie la kermesse romana dedicata alla settima arte (fino a domenica 29 ottobre), ma l’atmosfera, per rimanere in tema meteorologico, non può che essere definita grigia. La folla e l’entusiasmo che negli anni passati infervoravano la piazza stamattina sembravano essere un ricordo. Dal bar, alla libreria, fino all’ingresso, attraverso il quale si arriva alle sale di proiezione, regnava una calma insolita per un festival. Sulla strada e nel grande parcheggio del Villaggio Olimpico c’era addirittura una triste desolazione: poche macchine e niente traffico. Come fosse una mattinata qualsiasi!
Le avversità del tempo, la minacciosa nuvolaglia e la previsione di qualche scroscio non giustificano tanto anomalo disinteresse da parte del pubblico. Sembra più plausibile rintracciare (per ora) il motivo della scarsa affluenza nell’assenza delle star. Malgrado lo sciopero degli sceneggiatori americani (iniziato a maggio scorso), che ha coinvolto anche attori e maestranze, si sia ormai risolto, gli strascichi del lungo periodo d’inattività a Hollywood si faranno sentire a lungo in tutto il mondo. Il cinema made in Usa resta ancora l’industria più attiva del pianeta e l’unica capace di richiamare le grandi folle per i grandi eventi: quando il giro della pellicola americana si blocca, l’intero business planetario rallenta; dopo Cannes e Venezia, era inevitabile che anche Roma accusasse il colpo. Speriamo che nei prossimi giorni l’Auditorium si ravvivi di personaggi e di presenze.
C’era comunque grande attesa per C’è ancora domani (la recensione sarà a cura di Leonardo Campara) che segna il debutto alla regia di Paola Cortellesi (ore 11, sala Sinopoli). Qualche viso più giovane sperava di imbattersi in uno dei protagonisti (Fanelli, Marchioni, Mastandrea, la stessa Cortellesi), ma il tappeto rosso è rimasto sbarrato e, sotto i portici, soltanto scolaresche e singoli spettatori. In sala, a fine proiezione, ci sono stati lunghi e festosi appalusi: il film, in concorso, è stato apprezzato e c’è già chi lo indica quale possibile vincitore. O, comunque, uno dei papabili al premio.
Anche nel primo pomeriggio non ci sono stati richiami tali da suscitare entusiasmi particolari. L’amico Tonino Pinto, collega di grande esperienza, che fino all’anno scorso seguiva per noi il Festival per questa testata, ci ha confortato con una cordiale pacca sulla spalla: «Un tempo così grigio era nell’aria», dice guardandosi attorno più che volgendo gli occhi al cielo. «D’altronde, in una città dove i teatri più famosi e le più belle sale cinematografiche sono ormai abbandonati alla gestione dei topi, mi chiedo perché un festival dovrebbe richiamare all’improvviso sterminate folle?» Come dargli torto: l’interesse è un’educazione, prima che un’abitudine! L’osservazione è tanto pertinente quanto beneaugurante. Salutiamo, infatti, Pinto, a cui va il nostro affettuoso in bocca al lupo, e, a proposito di teatro, ci imbattiamo nell’assessore alla Cultura, Miguel Gotor, che ha appena terminato l’incontro sull’80° anniversario del 16 ottobre 1943 (l’approfondimento dell’evento, curato dal sottoscritto, sarà pubblicato a parte).
Da luglio scorso non ci sono state novità sulla nomina del Cda dello Stabile cittadino, oggi invece qualcosa è cambiato. «Proprio ieri – dice l’assessore alla Cultura romana– c’è stato l’incontro per modificare lo statuto della Fondazione del Teatro di Roma». Ricordiamo che i tre nomi fatti nella prima seduta furono ghiacciati perché mancavano le quote rosa. «Le prossime novità saranno rese note dopo il 31 ottobre.» Parrebbe, dunque, che il nuovo Consiglio d’amministrazione sarà composto non più da tre membri, ma da cinque e, a questo punto, almeno due dovranno essere donne. Questo perché l’epoca dei galantuomini è finita da un pezzo e nessuno è disposto a cedere la poltrona conquistata.
Foto di copertina: Poche persone all’apertura della XVIII edizione della Festa del Cinema ©Fausto Nicolini