Otto anni dopo torna sul grande schermo la saga distopica che ha fatto appassionare generazioni di ragazzi e ragazze. Protagonista è l’iconico villain Coriolanus Snow.
Ebbene sì, ci risiamo. Gli spietatissimi giochi che si tengono nel mondo distopico di Panem sembrano voler intrattenere ancora la fascia giovanile di pubblico ormai affezionato. Questa volta però, gli Hunger Games sono soltanto una delle componenti della narrazione. Diviso in tre parti, il film ha per protagonista la storia dell’antagonista per eccellenza della saga, Coriolanus Snow.
Prima di diventare il terribile presidente di Panem, Snow è stato un diciottenne brillante, intelligente e con alcune difficoltà da dover fronteggiare. Attraverso gli anni della sua formazione, il racconto mostrerà anche parte del passato della sua famiglia, il governo di Panem e i giochi per come erano all’epoca, fino a un’immancabile storia d’amore. Un film che si propone come prequel e spin-off allo stesso tempo. In un’epoca in cui questa tipologia di prodotti rischia di esasperare e deludere anche i fan più affezionati, non ci resta che capire se si tratta dell’ennesimo tentativo fallimentare di portare avanti un successo o se rappresenta la miccia in grado di riaccendere l’ardente fuoco degli Hunger Games.
Dal lontano 2015, quando la trilogia (Hunger Games, Hunger games: la ragazza di fuoco, Hunger Games: il canto della rivolta Parte 1 e Parte 2) trainata da Jennifer Lawrence, volto protagonista e apprezzatissimo della saga, arrivò al suo ultimo capitolo, anche i fan più speranzosi si erano arresi all’addio. La sceneggiatura dei film è tratta dai romanzi di Suzanne Collins. Fu sempre la stessa autrice, con il romanzo del 2020 Ballata dell’usignolo e del serpente, a riaccendere la luce della speranza su un prosieguo della saga.
Così si torna al cinema, dal 15 novembre 2023, nostalgici e pieni di aspettative nel conoscere la storia di uno dei villain più apprezzati. Lunga e articolata è l’evoluzione di un personaggio profondo e ben pensato nel suo background e nelle sfumature caratteriali. Snow (interpretato da un sorprendente Tom Blyth) si presenta come un personaggio buono, l’unico su cui ricadono le speranze di risollevare una famiglia in disgrazia. Il peso della morte dei genitori e della povertà mascherata sotto la facciata aristocratica lo portano a cedere alle lusinghe del potere. Verrà preso sotto l’ala dell’arcigna Dottoressa Gaul (interpretazione vincente quella di Viola Davis) tramite la quale Snow si piegherà al male.
La volontà di rilanciare la figura di Coriolanus Snow, umana e incline all’empatia del pubblico, è evidente fin dai primi minuti. Un personaggio che nasce buono, le cui avversità della vita lo renderanno spietato e carico di odio. Uno Snow molto diverso da quello di Donald Sutherland, apprezzato grazie alla sua magistrale interpretazione. Questa evoluzione umana è spiegata tramite la figura della cugina, Tigris Snow (interpretata da Hunter Schafer in una versione più posata rispetto a Jules di Euphoria, che l’ha resa celebre). Nel suo conclusivo “somigli molto a tuo padre” si racchiude tutto il dispiacere nel vedere il male trionfare sul bene.
Si tratta quindi di un film diviso in tre parti, che rappresentano l’ascesa, l’apice e la caduta dell’unico vero protagonista della storia. Parallelamente hanno luogo i giochi in una loro versione più acerba, dove a prevalere è una più cruda e gratuita violenza rispetto ai film precedenti. Anche la storia d’amore, tra Snow e Lucy Gray (Rachel Zegler), della quale lui è il mentore, sembra solo un’aggiunta marginale, non così approfondita nel rapporto sentimentale tra i personaggi. Uno spettacolo visivo, curato nella fotografia e soprattutto negli effetti speciali, che a tratti spiega, a tratti imita, gli aspetti cult che hanno reso celebre la trilogia. Tutto ciò che riguarda Lucy Gray, nel suo carattere e nel suo ruolo, sembra rievocare una copia (a tratti un po’ troppo forzata) della vincente Katniss di Lawrence.
Allo stesso tempo, presentare la storia dietro la famosa canzone The Hanging Tree strizza l’occhio alla curiosità nostalgica dei fan più appassionati. Proprio sulla stessa scia è pensata la conclusione. Attraverso la vendetta verrà svelato finalmente il senso della frase simbolo di Snow:
“Sono le cose che amiamo di più a distruggerci“.
Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente – Regia di Francis Lawrence – Soggetto: Suzanne Collins – Sceneggiatura: Michael Lesslie, Michael Arndt – Musiche: James Newton Howard con Tom Blyth, Rachel Zegler, Hunter Schafer, Viola Davis, Peter Dinklage, Jason Schwartzman, Kjell Brutscheidt, Irene Böhm, Ashley Liao, Ayomide Adegun, Isobel Jesper Jones, Amélie Hoeferle, Josh Andres Rivera, Luna Kuse, Lilly Cooper, Zoe Renee, Flora Thiemann, Burn Gorman, Scott Folan, Fionnula Flanagan, George Somner, Michael Greco. Nei cinema dal 15 novembre.