Io sono ancora qui: quando il dolore è silenzioso

Uscito nelle sale italiane dallo scorso 30 gennaio, “Io sono ancora qui” del regista brasiliano Walter Salles

Rio de Janeiro, 1971, l’ex deputato Rubens Paiva ( Selton Mello )  e la moglie Eunice Facciolla Paiva ( Fernanda Torres ) vivono un’esistenza felice insieme ai loro cinque figli. Sullo sfondo la dittatura militare brasiliana iniziata dal colpo di Stato di anni prima. La famiglia Paiva crede di poter restare estranea a tutto questo se non fosse che un giorno Rubens viene portato via dall’esercito senza alcun tipo di spiegazione. Sarà da lì che avrà inizio la sfida più grande per Eunice: scoprire la verità e cercare di proteggere i figli.

Sewlton Mello e Fernanda Torres.

Una storia vera,  raccontata da  Sono ancora qui , il memoriale di Marcelo Rubens Paiva, figlio della famiglia Paiva. Contesto quello tristemente reale dei desaparecidos, durante il regime dittatoriale civile- militare avvenuto in Brasile negli anni Settanta, noto per  la segretezza con cui operavano le forze governative senza dare un  minimo di informazioni riguardo l’arresto e sparizione delle vittime ai loro familiari.

Ed è il dolore del  non sapere che il film di Walter Salles  mette in scena, il dolore  più grande: quello dell’arroganza e della prepotenza con qui le autorità non avvisano i famigliari e amici, quello della non certezza, un niente che manda in follia.

Anche Eunice viene arrestata ed interrogata, costretta in una cella di isolamento per un impreciso numero di giorni di cui lei fa fatica a tenere il conto, il tutto per ridurla in uno stato il più possibile confusionario allo scopo di avere le informazioni necessarie. Informazioni di cui lei per prima non sa niente in un sistema dove non le viene detto niente; ed è proprio  su questo niente, su questo vuoto incolmabile a cui nessuno sa dare risposte che si concentra  la pellicola.

Lungo i suoi 137 minuti nel film echeggia il vuoto, quello per l’assenza di un padre e marito che non torna a casa e a cui nessuno sa dare risposte. Tutto è passivo e violentemente silenzioso, coperto dalla musica alla radio che Eunice alza in auto per evitare che i figli più piccoli sentano.

Tale vuoto è una presenza fissa e silenziosa  tra i personaggi di questa storia e diventa sempre più un rumore devastante. La storia, quella vera, della famiglia Paiva, che da un giorno del 1971 non è più stata la stessa.  

La violenza, elemento essenziale di questo contesto storico, non è presente esplicitamente; ma la percepiamo. La brutalità silenziosa e subdola, quella che ti nega risposte, un pugno nello stomaco che non fa che rendere insostenibile e vero tutto quello a cui assistiamo.

E lo facciamo osservando gli occhi lucidi, devastati e dignitosi di Eunice, la madre che silenziosamente porta avanti la sua famiglia con forza, perché “lei è ancora lì”. Fernanda Torres regala un’interpretazione magistrale, ricca di dignità per una storia difficilissima da raccontare, dove la forza e il coraggio si armano di dolcezza e protezione di una mamma dedita a proteggere i propri figli. Non a caso un ruolo che è valso all’attrice il Golden Globe per la migliore interpretazione femminile per un film drammatico e la candidatura per il premio di migliore attrice ai prossimi Oscar.

Oltre a questa  candidatura  Io sono ancora qui  conta altre due importanti nomination come miglior film e miglior film internazionale ai prossimi Oscar portando un tema storico ed internazionale arricchito da uno  sguardo potente e sentimentale.

La musica di Warren Ellis c’è ma è delicata, non predominante, lascia piuttosto spazio al silenzio, che costantemente ricorda quel vuoto incolmabile, quello verso cui guarda Eunice con le lacrime agli occhi per la mancanza del compagno e padre dei suoi figli, che non è più accanto a lei.

 Diverso è anche lo sguardo che cambia, nel corso degli anni, mostrato  tramite le numerose fotografie fatte ai personaggi durante gli anni;  tra questa la fotografia scattata ad  Eunice con i suoi figli per  mandarla come appello alle testate internazionali, foto in cui, nonostante la richiesta redazionale di non sorridere per la posa,  lei dice ai suoi figli proprio di sorridere, proteggendoli ancora una volta.

Fernanda Torres

Io sono ancora qui è potente quanto il silenzio di quelle domande senza risposta, affronta il dolore con dignità  esattamente come fa la sua protagonista. Un film potente a cui si deve grande rispetto.

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Io sono ancora qui. Regia di Walter Salles. Soggetto dal romanzo Sono ancora qui di Marcelo Rubens Paiva. Sceneggiatura di Murilo Hauser e Heitor Lorega. Con Fernanda Torres, Fernanda Montenegro, Selton Mello, Valentina Herszage, Maria Manoella, Luiza Kosovski, Marjorie Estiano, Barbara Luz, Guilherme Silveira e Pri Helena. Fotografia di Adrian Teijido, musica di Warren Ellis. Casa di produzione Video Filmes, RT Features, MACT Productions e Arte France Cinema; distribuzione BIM Distribuzione. Nei cinema dal 30 gennaio 2025