Al Teatro Satiro Off di Verona cinque donne, un coro di voci e corpi che sfida il potere, attraversa il sangue e rivendica l’essere libere
In occasione della nuova edizione della rassegna Unlocked: il Teatro contemporaneo di Casa Shakespeare, lo spettacolo Inventario per un corpo eretico con regia e drammaturgia di Martina Badiluzzi porta in scena cinque donne e sceglie di farlo in maniera non convenzionale. Sul palco Viviana Barboni, Camilla Benzi, Alice Casales, Tiziana Di Tella e Caterina Petrarulo, tutte e cinque sono in piedi e girano a cerchio. Tutte diverse nella loro unicità. I loro personaggi non hanno nome, perché non è questo che interessa. Sullo sfondo la musica a tratti tribale di Roberta Russo (Kyoto), le cinque protagoniste si muovono all’unisono prima lente, poi veloci.

Prima una, poi l’altra, le cinque in scena divengono coro, un coro che parla, canta e danza tra linguaggio comico, poi drammatico, poi irriverente. Ed ecco che tra un inizio fatto di apparente leggerezza si fa avanti un autentico rito primordiale, qui iniziato con il sangue, filo conduttore iniziale tra le ragazze. Prima ferita, poi mestruazione, poi sesso e rottura dell’imene, tutte fasi che il corpo di una donna attraversa e che diventano simboliche.
Attraverso il sangue e quindi la sofferenza la donna conosce forse se stessa, e che cosa la società pretende da lei. Una società che da sempre ha avuto su di lei pretesa e controllo, su quel corpo già di per sé nato “eretico” e non puro, da dominare e sottomettere.
Di risalto a questo l’immagine della strega, la donna diversa, libera, considerata eretica e per questo perseguitata per secoli perché non conferme a regole e convenzioni.
In questo caso assistiamo ad un processo moderno di stregoneria. La donna è sempre quella non conforme alle regole, quella scomoda perché libera, colpevole in questo caso di avere 29 anni, di non avere marito e figli, di studiare, di aver fatto credere alla bambina che tiene come babysitter di “poter volare”.
“Confessa di studiare?” chiede l’inquisizione alla donna che tra le lacrime è consapevole del suo destino. Una prepotenza che schiaccia e domina, vinta dalla brama di potere e supremazia, la supremazia insita del patriarcato.
Il ritmo è sempre costante e presente, con il corpo, con la musica e con la voce, a coro le cinque giovani ripercorrono vicende personali e storie, parlano di passato e di futuro, della volontà di migliorare o lasciare andare quel corpo, quel nome e quel cognome che impediscono loro di essere “volatili e leggere”.
“A tutti voi potenti siete dei delinquenti, vi maledico avi e discendenti”, questa l’evocazione, il coro contro tutta la prepotenza, l’arroganza di chi vuole sottomettere, dominare il prossimo, e no, qui non stiamo parlando solo di contrasto di genere.
Quasi a richiamo di tutto questo dolore ad un tratto la scena si fa violenta e dolorosa, un’immagine di sangue che è difficile da dimenticare. In un arco temporale ristretto passiamo da un ritrovo di giovani amiche ad un rituale.
Le attrici gestiscono la loro relazione in armonia, a tratti ognuna delle cinque diviene corifeo e gioca in perfetto equilibrio. Le attrici sono tutte simili e al contempo uniche nella loro diversità, una diversità accentuata da vestiario casual, comune a tutte le componenti, ma differente per dettagli, scollature, acconciature e colori.
La drammaturgia di Martina Badiluzzi passa a tratti dal leggero ad altri nel tragico e lo fa inaspettatamente e stupendo ogni volta lo spettatore. Non c’è battuta che facciamo fatica a ricordare.
La scenografia è essenziale con il dinamismo dato dalle luci, che a ritmo segue le coreografie delle protagoniste. Teatro e rito qui si uniscono dando origine ad un linguaggio che vuole essere libero, appunto non conforme alla regole.
In Inventario per un corpo eretico c’è tutto: vita e difficoltà di giovani donne normali, storia di soprusi e possesso, voglia di libertà nei confronti di qualsiasi prepotenza e forza. Per esprimere tutto questo si passa dall’ironia al dramma, dal corpo alla prosa.

Cinque donne usano voce e corpo per comunicare e lo fanno con la potenza disarmante di un coro. Un coro di voci e corpi finalmente liberi.
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Inventario per un corpo eretico. Progetto realizzato nell’ambito del LABOR Work Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini. Regia e drammaturgia di Martina Badiluzzi. Con Viviana Barboni, Camilla Benzi, Alice Casales, Tiziana Di Tella, Caterina Petrarulo. Musica di Roberta Russo (Kyoto). Con il sostegno di DiSCo Lazio e Regione Lazio – Teatro Satiro Off di Verona 29 novembre 2025
Foto e copertina: collettivo NOCTUA




