Dal profumo del Brik alla voce di Chebbi: uno spettacolo che sfama il cuore e la mente a Teatro Trastevere.
Inventaria 2025 per il suo secondo ciclo di appuntamenti teatrali, si sposta a Teatro Trastevere, dove rimarrà fino al 29 maggio. Ieri sera, 27 maggio, è andato in scena uno spettacolo che ha il coraggio di scavare in una storia vera e restituirla al pubblico con sincerità e passione: Kitchen stories: tutto l’amore è clandestino, pièce scritta e diretta da Barbara Alesse che vede sul palco come unica interprete Ernesta Argira, capace di evocare con voce, corpo e gesti una vicenda che intreccia cucina, amore e burocrazia in un racconto struggente e ironico al tempo stesso.

La sinossi suggeriva una ricetta di cucina come metafora dell’amore clandestino tra E. ed M., una relazione minacciata dalle regole e dai controlli, dove la libertà stessa diventa un ingrediente impossibile da trovare. Ma ciò che più colpisce dello spettacolo è come questa metafora culinaria, inizialmente leggera e quasi giocosa, si trasformi in un monito durissimo contro l’ingiustizia e il pregiudizio.
A rendere ancora più speciale e coinvolgente l’inizio dello spettacolo è stata la scelta dell’attrice di cucinare davvero in sala, preparando un piatto tipico tunisino – il Brik, omaggio alle origini di M. – e offrendolo al pubblico. Questa interazione diretta, con la richiesta agli spettatori di indovinare l’ingrediente segreto del Brik, ha creato un clima di complicità e convivialità che ha saputo rompere subito la quarta parete. Il profumo e il sapore del cibo hanno reso la cucina una vera e propria estensione del palcoscenico, immergendo gli spettatori nella dimensione concreta e quotidiana del racconto.
Dopo questa introduzione coinvolgente, la narrazione ha inizialmente faticato a mantenere lo stesso ritmo e, seppur necessaria a inquadrare la vicenda, ha faticato a trovare un ritmo avvincente e la completa attenzione del pubblico. Tuttavia, nella seconda parte, quando è emerso che quella raccontata dall’attrice è una storia vera, lo spettacolo ha trovato la sua potenza. Gli spettatori si sono sentiti partecipi di un’esperienza che non era solo teatrale, ma anche profondamente umana.
A impreziosire la seconda parte dello spettacolo è stato il momento in cui l’attrice ha declamato in italiano una poesia del celebre poeta tunisino Abu l-Kaçem Chebbi, per poi farla ascoltare nella voce registrata del poeta stesso, in lingua originale. Questo passaggio ha aggiunto un tocco di poesia e universalità, offrendo un respiro più ampio e profondo alla vicenda personale narrata.
La regia ha saputo sostenere la transizione dal quotidiano al drammatico: luci e suoni hanno accompagnato i cambi di atmosfera, passando dalla dimensione intima e calda della cucina a quella spietata delle questure.
Dal punto di vista attoriale, Ernesta Agira ha offerto una presenza scenica generosa e coraggiosa. Nonostante qualche lieve incertezza nella prima parte è riuscita a incarnare la voce di chi lotta e spera, senza mai scadere nella retorica; apprezzabile la sua capacità di alternare registri: dalla leggerezza del racconto culinario alla tensione delle confessioni più amare.

Kitchen stories: tutto l’amore è clandestino è uno spettacolo che tocca corde profonde, portando sul palco la forza dell’amore ma anche la brutalità di un sistema che, spesso, considera clandestina la stessa umanità. Una piccola perla di teatro indipendente che merita di crescere ancora, perché la sua voce – e i suoi sapori – sono più che mai necessari..
_____________________________________
Kitchen stories: tutto l’amore è clandestino – Compagnia Sunny Side, scritto e diretto da Barbara Alesse, con Ernesta Argira, Inventaria 2025 La Festa del Teatro Off, XV edizione, Teatro Trastevere 27 maggio 2025
Foto di ©Grazia Menna